HANS ZIMMER LIVE IN MILANO

by Federico Ledda
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Epicità incontrastata per il concerto del premio Oscar Hans Zimmer.

In un Mediolanum Forum infuocato, il compositore tedesco ha ridato vita con un coro e un’orchestra di oltre trenta elementi, alle colonne sonore più celebri del mondo, che l’hanno reso con tutta franchezza, il compositore di colonne sonore più richiesto dalle produzioni americane e non.

Dal Re Leone a Batman passando da Pirati dei Caraibi e Momenti di Gloria, l’artista ha saputo incantare i presenti  con uno show da fare invidia a qualsiasi pop star.

Avvolti da musiche avvincenti ed emozionanti accompagnate da pirotecnici giochi di luce e visual accattivanti, il pubblico presente è stato rapito dal compositore, che attraverso musiche e divertenti aneddoti tra un pezzo e l’altro, ha saputo incantare i presenti, regalando una serata che nessuno dimenticherà facilmente.

Durante il live non sono mancati nemmeno i momenti per riflettere e commuoversi, come quando Zimmer ha reso omaggio all’attore scomparso Heath Ledger, che conobbe durante la lavorazione delle pellicole su Batman e alla quale si legò molto.

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THE WOMBATS – THE INTERVIEW

di Federico Ledda

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Devo essere sincero: io gli Wombats non li conoscevo, non prima di ricevere un’email da Elena di Warner Music che mi proponeva un’intervista, e non prima di confrontarmi con la redazione di The Eyes Fashion, più nel dettaglio con Johnny, fan della band sin dagli esordi.
La prima cosa che ho fatto è stata quella di cercare Let’s Dance To Joy Divison tra la musica di Spotify su consiglio di Johnny che mi ha praticamente imposto di ascoltare il loro più grande successo.
Adesso posso ufficialmente dire di essere drogato di Wombats, e di avere scoperto un mondo! La band inglese, formata da tre amici conosciutisi alla Liverpool Institute of Performing Arts, vanta una fanbase di livello mondiale ed è già al terzo disco intitolato Glitterbug uscito da pochissime settimane. Il tutto a mia insaputa.

Dopo essermi quindi tramutato completamente in un mega fan, non potevo di certo farmi scappare l’occasione di incontrare Dan (batterista) e Tord (bassista) nel backstage del loro concerto SOLD OUT al Fabrique di Milano! Qual è stata quindi la risposta alla mail di Elena? Assolutamente sì, io e Johnny ci siamo!

Non pubblicavate un album dal 2011. Quanto è cambiato il vostro sound da allora?
T:
Glitterbug è sicuramente l’estensione di quello che abbiamo iniziato a fare con il nostro lavoro precedente This Modern Glitch. All’epoca però ci piaceva fare esperimenti per cercare di trovare un sound che ci appartenesse. Adesso che l’abbiamo trovato, ci siamo dedicati più ai dettagli e al perfezionamento.

Cosa avete fatto in questi anni di assenza?
D: Prima di iniziare al lavorare al nuovo disco siamo stati in tour per molto tempo. L’ultimo lo abbiamo fatto l’anno scorso in America ed è durato ben sei mesi, perché là la promozione di un disco funziona in modo diverso. Mentre in Europa se un singolo va bene, le stazioni radio lo suonano 5/6 settimane, in America lo puoi sentire anche per 9 mesi! Quindi rimani in tour molto più tempo.

Come definireste questo nuovo disco in tre parole?
T: Allegro, attraente e…
D: Sto fissando da un’ora la doccia che c’è qui in camerino, quindi direi doccia.
Allegro, attraente e doccia. (ride ndr)

State facendo un’importante tour europeo in questo momento. Com’è notare che il vostro pubblico è cresciuto così a vista d’occhio?
D: E’ una cosa che ancora ci rende increduli. Sono tre anni che mancavamo dall’Europa, eppure l’accoglienza è stata anche più generosa.
T: La cosa che più ci fa piacere è vedere le persone che cantano canzoni che magari non sono ancora uscite. Questo ti fa capire quindi che si informano, che fanno ricerca, che non sono là per caso insomma.

Il video di ”Give Me A Try” è sicuramente la dimostrazione di come i Social Media influiscono nella nostra vita. Com’è il vostro rapporto?
T: Hanno sicuramente un ruolo fondamentale per noi come band, perché tengono aggiornate le persone che ci seguono e che sono interessate a noi. Come persona invece cerco di starci lontano. Tempo fa eravamo in una stanza con una decina di persone che erano costantemente in silenzio incollate al telefono. E’ stato davvero strano e imbarazzante.

Cosa fate i minuti che precedono uno show?
T: Ci alleniamo! Sembra una battuta, ma specialmente chi suona ha bisogno di riscaldare i muscoli e le mani prima di uno show, in modo che non succedano incidenti. Poi stiamo un po’ per conto nostro e ci rilassiamo… Cerchiamo di entrare nella mentalità di un live!

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JASON DERULO – THE HITMAKER

di Federico Ledda

 

Chi è che non ha mai sentito in radio canzoni come Wiggle, Talk Dirty o Want To Want Me? Chiunque ha canticchiato almeno una di queste tre canzoni. Tre hit mondiali prodotte tra dalla stessa persona: Jason Derulo, l’uomo che non ha bisogno di introduzioni. Ed è davvero così, perché dopo aver piazzato 6 canzoni nella top 10 della classifica più importante del mondo, tutti conoscono e amano il rapper di Miami che ha fatto del suo nome una garanzia di successo. The Eyes Fashion l’ha incontrato nel quartier generale di Warner Music Italia dove era a presentare Everything Is 4, il suo ultimo album uscito lo sorso 1 giugno.
Ah, e mi raccomando, dopo aver letto l’intervista, tutti a ballare come se non ci fosse un domani con ”Want To Want Me” a tutto volume.

Descrivi il tuo nuovo disco in una parola
Necessario. Questo disco è un viaggio che ha qualcosa per ogni persona e per ogni situazione. C’è il pezzo che ti fa ballare, c’è quello che ti aiuta a dire ti amo, e quello che ti dà forza. C’è davvero qualcosa per tutti, quindi sì, è stato necessario per me, e spero che lo diventi anche per chi lo ascolta.

Everything Is 4 (Tutto è per…), ci puoi spiegare questo titolo?
Tutto è per mia madre, tutto è per i miei fans, e tutto è per la musica. In inglese diciamo ”for”, che si può semplificare anche con il 4, e anche questo ti fa pensare: quattro sono le stagioni, le gambe di un tavolo… Everything Is 4!

Nel disco ci sono collaborazioni davvero notevoli, tra cui quella con Stevie Wonder…
Sì, è stato pazzesco! Ancora non ci credo! Ci siamo conosciuti a una cena alla casa bianca, e dopo esserci presentati ho iniziato a pensare al mio prossimo album, e al fatto che ci sarebbe stata una canzone con l’armonica intitolata Broke. Non tutti sanno che Stevie è un bravissimo armonicista, cosa che mi ha fatto pensare: ”che bello se in Broke l’armonica la suonasse Stevie Wonder”. Così gliel’ho chiesto! Vedendo la sua sua risposta positiva e la sua disponibilità allora ho aggiunto: ”Che ne diresti di cantarci pure?” E lui a quel punto mi ha detto una cosa che mi ha fatto un piacere enorme: ”Certo che voglio e ti dico il perché: so già che se sentirò questa canzone alla radio, e se non ci sarà anche la mia voce, so già che me ne pentirò”.

Hai anche collaborato con Jennifer Lopez. Com’è stato lavorare con lei?
Non una, ma ben due leggende in questo nuovo disco! Un sogno! JLO è una delle artiste femminili più importanti di tutti i tempi, ma allo stesso tempo, oltre a essere estremamente professionale, è anche una persona davvero buona e dolce. Lavorare con lei è stato grandioso, spero che ricapiti.

Le tua canzoni vengono risuonate da ogni parte del mondo, come ci si sente ad aver raggiunto il successo planetario?
Sono contento che la mia musica piaccia a così tante persone, e sono fiero che le persone usino i miei pezzi come colonne sonore delle loro giornate, o addirittura a volte, della loro vita. E’ una cosa che mi riempe il cuore.

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Telesplash – Una poesia scanzonata

 di Johnny Dalla Libera
 foto di Alessandro Levati
 Special thanks to: Ohibò Milano

Oggi abbiamo incontrato i Telesplash in occasione del loro live all’Ohibò di Milano dove avranno modo di presentare il loro terzo disco intitolato ‘’Non è più poesia’’, un titolo ingannevole, perché è vero che la loro personalità è scanzonata, come dicono loro, un po’ spensierata e leggera, tuttavia nonostante la leggerezza sono arrivati ad una produzione davvero matura sia nei testi che nell’alta qualità dei suoni merito di un ottimo lavoro di squadra in studio di registrazione.
Ora meglio lasciar parlare loro e la loro musica.

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Siete rientrati in studio per incidere ‘’Non è più poesia’’, un disco con un sound ed una formazione rinnovati: com’è stato l’affiatamento artistico della band?
Marco (Cantante): Non è stato facilissimo perché ognuno ha i propri gusti, tuttavia i tre quarti del gruppo coincidono e poi è bello passare il tempo a discutere in sala prove sulle nostre idee. Un fattore della nostra impronta è anche quello, appunto, che ognuno arriva con un proprio bagaglio culturale musicale alle spalle e contribuisce alla creazione di un sound nuovo.

Le musiche sono molto curate sia nel sound che nelle melodie, dalle linee del basso, ai riff di chitarra. Ma quanto conta per voi il testo di una canzone durante il processo di composizione?
M: Nei dischi precedenti abbiamo approcciato la scrittura dei testi in modo spensierato, per noi hanno priorità le melodie perché essendo filo-britannici conta molto il motivo soprattutto per un ascoltatore non madre-lingua e cerchiamo di curare il suono delle parole. Tuttavia in alcuni pezzi, essendo noi maturati, abbiamo lavorato con cura al testo come in Pioggia e sole. Infine se dovessi mettere su due piatti della bilancia una canzone col testo profondo ma che manca di melodia ed un testo spensierato ma che suona come una bomba noi scegliamo il secondo.

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C’è qualcuno di voi che a livello compositivo è più presente rispetto ad altri membri della band?
M: Prima influiva il batterista, ora mi sto impegnando molto io ma dal momento che l’idea viene proposta alla band col passare del tempo comincia a prendere forme e colori diversi sia come melodie sia come ritmi, quindi alla fine ognuno contribuisce con le proprie pennellate per poter ottenere un ottimo quadro!

La parola d’ordine del disco è divertimento tuttavia avete intitolato il disco ‘’Non è più poesia’’, si riferisce a qualcosa in particolare nelle vostre vite questo titolo?
M: Noi siamo sempre stati molto scanzonati nello stile di vita, chi ci conosce lo sa, però col passare del tempo è difficile convivere all’interno di una band con le divergenze di pensiero. In più Non è più poesia è una frase che si trova all’interno del brano Pioggia e sole che tra l’altro è la canzone che secondo noi meglio rappresenta l’essenza di questo disco. Ci è piaciuta la frase da subito e significa che è finita la pacchia che dobbiamo mettere fine alla scanzonatura col fine di maturare. Comunque la parola d’ordine divertimento rimane, chi partecipa ai nostri live lo sa!

Vantate una collaborazione con Pupo in Freddo, la seconda canzone del disco. Chi è un artista italiano col quale vi piacerebbe collaborare?
M: A me piace tantissimo Jovanotti e a livello di sound è quello più aggiornato e fresco nonostante faccia musica ad alti livelli da molti anni. Se però posso dire più di un nome mi piacerebbe tantissimo Adriano Celentano, basterebbe anche solo la sua voce.

Srano (nome d’arte del chitarrista Mattia Sarno ndr): A me piacerebbe lavorare con Thom Yorke (leader dei Radiohead e degli Atoms For Peace, ma anche protagonista solista ndr) poiché penso sia uno che dedica molto tempo alla cura del suono ed ha composto della musica di qualità.

Robot (Roberto Elia Palazzi Bassista): Essendo un bassista adoro Jovanotti, il suo bassista Saturnino e la sua musica, sarebbe un sogno una collaborazione con lui. Uscendo dall’Italia mi piacciono i Saint Motel che hanno un’ottima base ritmica. Un sound un po’ retrò reso moderno poi sono giovani e stanno meritando il loro successo.

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Ascoltando in modo più approfondito ‘’Non è più poesia’’ non sono riuscito a creare una similitudine tra voi e altre band. Ma quali sono le vostre influenze musicali?
M: Per dirla in modo un po’ grossolano il brit-pop in generale ma non posso non citare i The Beatles. All’unanimità possiamo dire i The Clash, ma il chitarrista arriva da un background Metal anche se non si direbbe, perché si è plasmato bene all’interno della band e siamo tutti molto diversi gli uni dagli altri ed un grande aiuto ce l’ha dato il nostro produttore. Davvero troppo forte l’ultimo disco degli Arctic Monkeys!

R: Macca (soprannome di Sir Paul McCartney ndr) è il mio bassista preferito poiché vengo da una realtà di musica inglese, quindi The Beatles, The Smiths sono le mie ispirazioni e quindi io lavoro molto sugli arrangiamenti e sulle melodie, un po’ meno sul ritmo. Dimenticavo, adoro i Jamiroquai.

S: Amo i The Beatles, i The Cure e i Blur fra le tante band che ascolto. Questi gruppi hanno dei chitarristi che non si limitano a virtuosismi bensì sanno dare il colore giusto alla loro presenza nel brano. Ormai non si suonano più gli assoli di due minuti nei brani moderni.

Mi riferisco solo a Sarno per una curiosità sulle chitarre: quali hai usato per registrare l’album?
S: Ho usato una Gibson Les paul che apparteneva al mi babbo (mio papà ndr), la Fender Stratocaster ma prediligo due chitarre che non possono mancare in tournée la ES 335 e in cima alla classifica c’è la Fender Telecaster: è la prima chitarra elettrica della storia e forse è la più completa! In più ho usato degli effetti che non usavamo prima e degli amplificatori valvolari Vox e Fender!

Qual è la maggiore differenza tra quest’ultimo disco in confronto ai precedenti?
M: A livello di suono siamo maturati tantissimo. Benchè a Bar Milano (disco uscito nel 2010 ndr) io ci sia molto affezionato, poiché ci ha fatti uscire dal nostro piccolo contesto, ascoltando i nostri tre dischi insieme si evince che quest’ultimo è più maturo riguardo alla ricerca del suono, sia nei singoli strumenti sia nel prodotto finale. Grazie anche al nostro produttore abbiamo raggiunto una qualità più elevata e matura.

MMFW: DIRK BIKKEMBERGS SPORT COUTURE

di Federico Ledda
foto di Alessandro Levati
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Fisicità, dinamismo ed energia. Questi sono i tre elementi fondamentali della collezione Autunno Inverno 2015/16 firmata DIRK BIKKEMERGS ispirata al free climbing. Bikkembergs in questo modo conferma ancora una volta la sua #SportyAddiction, dedicata a un uomo (e a una donna) determinati a conciliare lo sport con la moda per apparire sempre al meglio e in modo sofisticato.

La collezione si presenta con una grande attenzione ai dettagli e con un’insolita protagonista: l’imbracatura da arrampicata, che, reinterpretata in chiave glamour, diventa l’accessorio predominante del prossimo autunno inverno. I materiali come la pelle vengono mischiati a tessuti più tecnici per sottolineare l’ispirazione sportiva e dinamica dei capi che spaziano da tonalità come il verde al dark blu, dal mélange al bluette fino ad arrivare alle stampe rosa e azzurre di grande impatto.

Sporty chic è sicuramente il termine giusto per definire questa collezione che sa spiazzare da capi più tecnici a capi più fashion con il nero eletto come colore della sera: formale ed elegante.

L’uomo Bikkembergs è più determinato che mai a farsi strada tra lo sport e l’eleganza confermando ancora una volta di essere i pionieri dello Sport Couture.

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#Addicted – 2 – My Phonetographs

di Johnny Dalla Libera
 


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Panoramiche, selfie, fisheye, instaphoto… Siamo bombardati da materiale fotografico che arriva dai social network a partire dai singoli utenti (amici,fashion bloggers,food bloggers etc) o da pagine (di brand, personaggi famosi etc) ma cosa si nasconde dietro a delle foto che vogliono farci apparire molto spontanee, istantanee e “naturali”?
Post-production che da ora chiameremo Post-prodAPPtion!
Pochi conoscono il vero potere delle App per modificare delle semplici foto fatte col Telefono!

#ChiSiAccontentaGode
Non bisogna dimenticare quelli che si accontentano dei semplici filtri forniti con la sola fotocamera o da Instagram (che tuttavia alcuni son molto elaborati e piacciono) per ottenere un semplice effetto istantanea o Black’n’White o b/w!

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#LaLuceConta (App: Snapseed)
Salendo un po’ di livello, troviamo un must della postproduzione: Snapseed. Intuitiva e piena di features
Luci,Crop,Straighten sono fondamentali, filtri,grunge, details per l’occhio più ricercato e i classici Center Focus e Tilt-Shift che fanno l’effetto “che bello con lo sfocato dietro” che se usato bene da un tocco da PRO!

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#CoseMoltoTumblr (App: Phonto)
Ha dilagato a macchia d’olio la moda di foto belle con delle scritte incollate sopra! Ci sono poche regole, l’allineamento della scritta, la scelta del phont,lo sfocato dietro (a volte ci sta bene) e Mai,MAI, mischiare più di due fonts!
Per tutto ciò è utile Phonto un app semplice,intuitiva e ricca di font che si possono anche scaricare dal web.

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#MaestriDelCollage (App: Moldiv)
Tra le tante app che si trovano quella più versatile e completa è Moldiv. Per postare le foto della giornata,o un album di foto per la migliore amica, ricordare una vacanza o mostrare il proprio outfit coi vestiti buttati sul letto basta saper scegliere le foto per una semplice composizione!

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#VorreiMaNonPosso (App: Facetune $)
Dove non arriva il computer con Photoshop ci arriva il tuo smartphone con Facetune ($ a pagamento).
Per nascondere i brufoli da un selfie venuto bene, per pulire qualche nuvoletta dal cielo quasi perfetto, per sbiancare gli occhi in una foto dopo una bella seratina di movida arrivano le funzioni di Facetune!

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#GoPro (App: ReflexCamera + Lente)
Per diventare Pro a tutti gli effetti bisogna cominciare prima della PostProdAPPtion e scaricare ReflexCamera per poter sfruttare il telefono con le funzioni di una fotocamera Reflex con Focus Manuale, Iso regolabile, tempo di posa regolabile, bloccare la messa a fuoco, bloccare l’esposizione e altre funzioni!

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Per diventare Pro come una GoPro bisogna acquistare le fantastiche lenti Olloclip che racchiudono in un solo oggetto 4 lenti Macrox10,Macrox15, Grandangolo e Fisheye; quest’ultimo riscuote molto successo per le foto underground o selfie estremi

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Sbizzarritevi e postproducetevi
responsabilmente!…
To be continued…

Justine Mattera in A Day With Mia Wallace

di Federico Ledda

Camaleontica, sorprendente, iconica. Per il ruolo di Mia Wallace, non potevamo che scegliere Justine Mattera. Solo lei sarebbe stata capace di ricoprire un ruolo così complesso con tanta eleganza.

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Per quelli che non lo sapessero, Mia Wallace è la protagonista femminile incarnata da Uma Thurman in Pulp Fiction. Nel film, interpreta una tossicodipendente “moglie del capo”, ma che nonostante la sua vita poco raccomandabile, è un’immensa femme fatale capace di far innamorare qualsiasi uomo grazie alla sua classe ed eleganza. È proprio questo che ho notato in Justine quando ci siamo conosciuti: l’eleganza, e soprattutto il suo essere poliedrica. L’abbiamo vista in Televisione, l’abbiamo ascoltata in radio, l’abbiamo sfogliata nelle maggiori riviste nazionali e non, l’abbiamo vista al cinema e anche a teatro, dove, infatti tornerà dal 28 gennaio al 22 febbraio, con la commedia “Pene d’amor perdute” di William Shakespeare e diretto da Riccardo Giudici con i trench Burberry.

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A Justine piace mettersi in gioco, affrontare nuove sfide, per lei nulla è scontato: motivo per cui alla nostra richiesta, non ha esitato a dirci sì, interpretando al meglio un ruolo così complesso. Ladies and gentleman Mrs. Mia Wallace.

Per quale motivo hai scelto di accettare la nostra proposta, e di diventare la nostra covergirl di gennaio?
Dopo avervi conosciuto ed essere stata colpita dal vostro talento, ho deciso di seguire il mio istinto e di buttarmi in questo progetto. E’ giusto dare spazio ai giovani!

Nella tua carriera hai fatto, e stai facendo davvero tanto. E’ stato difficile interpretare un personaggio così distante da te?
Non lo è stato! Pulp Fiction è un film che ho adorato e che conosco molto bene. Chi poi non vorrebbe essere Uma Thurman? Non che io lo sia, eh! Ma quando ho messo la parrucca mi sono immedesimata in lei, mi sono fatta trascinare dal momento, dalla situazione, dai vestiti ed ecco fatto.

Come sarebbe secondo te la giornata tipo di Mia Wallace?
Mia me la immagino come una classica ricca, snob, ma più che altro annoiata, abituata a ottenere ciò che vuole, e a cui piace divertirsi… Anche grazie all’abuso di sostanze illegali.

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Invece com’è la giornata tipo di Justine Mattera?
Forse la mia è più noiosa della sua! (ride ndr).
Ho due bambini, non ho mai molto tempo per me stessa. A volte capita che dopo averli accompagnati a scuola, vada in qualche showroom a scegliere alcuni abiti, o faccia delle interviste in televisione, o che magari se è sera, vada a fare da vocalist in qualche locale. Adesso invece sto facendo le prove per ”Pen D’Amor Perdute” di Shakespare, che debutta tra poche settimane al teatro Caboto di Milano, quindi, anche le prove dello spettacolo fanno parte della mia giornata.

A proposito di teatro, adesso ti appresti a tornarci con ”Pene D’Amor Perdute” di William Shakespeare…
Sì, è un progetto sperimentale che mi ha colpito sin da subito. Diciamoci la verità, Shakespare a teatro non vende, a meno che non ci sia Al Pacino ad interpretare Riccardo III, o un personaggio simile. Però ho pensato che quando mai mi sarebbe ricapitato di prendere parte in Italia ad un’opera di William Shakespeare? Penso mai nella vita, quindi ho accettato. Negli Stati Uniti ho avuto occasione di recitare in lingua originale in opere come Macbeth e La Tempesta, mentre invece questo è lavoro meno conosciuto… Una sorta di commedia light, rivisitata in chiave ironica, fashion, ma di spessore. Io interpreto la Principessa di Francia, che ha studiato negli Stati Uniti… proprio come me! (ride ndr)

Sei anche impeccabile in fatto di moda, infatti hai messo una grande impronta nel nostro shooting. Quanto la moda influisce nella tua vita?
La moda mi diverte, mi da modo di esprimermi quotidianamente. La prima impressione, alla fine, è basata su quello che indossi, quindi è importante essere impeccabili, ma rimanendo sé stessi. Mi piace definirmi una ”freak” perché mi piace divertirmi indossando cose che la gente non si aspetterebbe. Non mi piace essere prevedibile.

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Negli scatti ti vediamo sempre con un bracciale nero, cos’è di preciso?
E’ il mio Beurer Activity Tracer, un sensore di attività a bracciale che registra ininterrottamente l’attività fisica e monitora la qualità del sonno che posso poi controllare con un app direttamente sul mio Smartphone!

Così distanti ma così unite, con la parrucca addosso ho difficoltà a ricordarmi che in realtà sei Justine e non Mia Wallace. Qual è un aggettivo che ti unisce a lei, e uno che ti differenzia?
In comune abbiamo la consapevolezza di chi siamo… l’essere sexy. Mi differenzia il fatto che io non mi drogo, non mi sono mai drogata, e a differenza sua, non sono sposata con un Gangster!

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Quentin Tarantino è un regista che presta molta cura alla parte sonora del film… Alle colonne sonore. Quale secondo te, dovrebbe essere quella giusta per il nostro servizio?
Noi abbiamo usato quella originale del film, che secondo me è stata una parte fondamentale per ricreare il mood originale che si respirava sul set. Se ne dovessi scegliere una, Girl You’ll Be A Woman Soon degli Urge Overkill.

 

Photographer ALESSANDRO LEVATI

From an idea of ALESSANDRO LEVATI, JOHNNY DALLA LIBERA, FEDERICO LEDDA

Make up YLENIA MOLINARI

Styled by FEDERICO LEDDA, JUSTINE MATTERA

Production JOHNNY DALLA LIBERA, VANINA VIVIANI, ALESSANDRO VILLA

Backstage video ALESSANDRO VILLA

Graphic designer FILIPPO MANELLI

Location DRIVER INDOOR PARK (Via Pasquale Paoli 114, – Como)

#Addicted -1 – I’m… Dreaming of a White… Christmas…

di Johnny Dalla Libera

 

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Il Natale è arrivato e si è fatto anticipare dall’atmosfera che lo introduce: strade e balconi illuminati, addobbi, canzoni, regali e la neve!

Ah no! Ma così come la rondine non fa primavera, la neve non fa il Natale!

Nel mio Natale da #addicted devono esserci ben altre simbologie oltre alla neve!

 

Ammettiamolo non è Natale senza JingleBells ed i vari canti tradizionali Natalizi, nonostante arrivino dalle culture occidentali USA perché oltre ai film dai quali veniamo inondati ogni anno i grandi artisti pop ci hanno regalato delle vere perle da appendere al nostro albero.

C’è anche un ordine cronologico da rispettare nelle canzoni. Devi iniziare ricordando il tuo “Last Christmas” poi lasciarti trasportare dallo spirito di “Jingle Bells Rock”  mentre stai “Rocking Around The Christmas Tree“. Non ti resta che guardare fuori dalla finestra ed aspettare un “White Christmas” e semplicemente esortare un “Let It Snow“!

 

Guardando i regali e le persone vicine a te devi considerare chi davvero è importante per te perché “All I Want For Christmas Is You” e dopo la compagnia, lo scambio dei regali e dei brindisi devi andare a letto perché “Santa Claus Is Coming To Town“!

 

Una volta arrivato finalmente il Natale allora non resta che augurare a tutti un “Happy Xmas [War Is Over]” (quella di John Lennon per intenderci) and a happy new year!

 

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