Siamo stati al lancio italiano dell’essenziale e atemporale prima stagione di YEEZY, la collezione creata dall’iconico Rapper Kanye West per Adidas Originals, e in vendita in esclusiva italiana da Antonioli.
Descritta da West come la prima collection “basata sulle soluzioni”, la serie di pezzi è scandita dal ritmo frenetico della vita contemporanea. Il rapper su questo non ha dubbi: “Gli abiti non possono essere la vita, voglio dei vestiti che aiutino a vivere”. L’obiettivo che Kanye West si è dato con tale progetto è quello di sollevare ognuno di noi dallo stress quotidiano. L’ambiziosa operazione è passata attraverso la creazione di una serie di elementi essenziali, di alta qualità ma combinabili all’infinito come dei mattoncini Lego. Pezzi insomma da indossare dalla palestra all’ufficio, dal meeting di lavoro alla trasferta in aeroporto. “Volevo qualcosa che mi facesse sentire a New York, Parigi, Tokyo
ma anche a Santa Barbara e Chicago”, conclude Kanye West.
Con l’arrivo del nuovo direttore creativo, Alessandro Michele, che ha sostituito Frida Giannini, la casa di moda Gucci ha destato molta curiosità staccandosi di gran lunga dall’immaginario legato precedentemente alla maison. Per la prossima estate lo stilista ha realizzato uno show decisamente singolare.
Vedere sia nelle passerelle che per strada ragazze vestite da capo a piedi con abiti rubati dall’armadio del proprio lui non è certamente uno shock ma con questa sfilata Alessandro Michele ha forse voluto darci un messaggio: l’uomo non può fare lo stesso?
“Mi presti la tua camicia? Il tuo maglione?” sono frasi molto comuni fatte da una donna al proprio uomo, ma lo stupore arriverebbe se succedesse il contrario.
Sulle passerelle abbiamo visto camicette di pizzo trasparenti con rifiniture e dettagli tipicamente femminili come ad esempio i polsini lunghi ed ondulati. La gamma dei colori è vasta, dai pastello a colori più vividi. Molto usato è il rosa, dal baby all’acceso che subito rimanda ad un immaginario femmineo. Stando a Gucci durante la prossima estate gli uomini non indosseranno più solo i classici bermuda ma anche shorts molto più corti. Per quanto riguarda gli accessori, anche qui abbiamo visto colletti, fiocchi e cappelli che sembrano usciti dall’armadio di una lolita. Anche le calzature hanno destato molta attenzione, lo stilista ha reinterpretato le scarpe delle ballerine classiche e le ha abbinate a completi sontuosi dai tessuti broccati, spesso di seta, colmi di fiori e motivi provenienti dall’oriente. I look sono stravaganti e decadenti, ricordano l’immaginario del dandy che, di principio, ama il piacere per il piacere, il bello al fine del bello e vuole contraddistinguersi dalle convenzioni. Alessandro Michele non ci mostra l’immaginario metrosexual che prevede un uomo metropolitano ed etero che cura il suo aspetto in modo minuzioso e maniacale attraverso la cosmetica e il fitness al fine di raggiungere la perfezione estetica; ma un uomo eccentrico e anticonformista che, almeno in apparenza, mostra sicurezza di sé. È la tendenza che sta arrivando quella del “genderless”, vale a dire l’individuo senza un sesso chiaramente identificabile che vuole sentirsi libero di essere come e cosa vuole nella sua unicità. Non a caso, infatti, sulla passerella hanno sfilato anche donne con abiti pressoché identici a quelli degli uomini.
E’ forse un’estetica esagerata?
Sicuramente il nuovo direttore creativo ha voluto impressionarci sulla natura e i messaggi di questa collezione. La fantasia è davvero notevole e riempie di curiosità ma per quanto riguarda la vestibilità questa collezione fa rimanere più di qualche dubbio.
Ora è più che mai certo che da Gucci e il suo nuovo direttore creativo rimarremo curiosissimi ed ansiosi, nel bene e nel male, di vedere le prossime collezioni.
Chi è Barbara Alesini?
Aspetta. Dammi due minuti e ti cerco vita, morte e miracoli su Google!” Direbbe praticamente chiunque in questo momento; e invece con sorpresa anche la rete ci rivela poco di lei, perché ama essere una persona defilata.
Quello che ci è dato sapere è che fa la deejay, e che se non suona per un pubblico di nicchia in qualche club, lo fa nei party fashion più esclusivi. La voglia di non esporsi a livello pubblico come personaggio, fa di Barbara una persona discreta, che riesce ad avere una visione trasversale del mondo glamour. Una cosa è certa, la sua musica raffinata crea dipendenza. Solare come una giornata di primavera, dolce come una canzone di Mina, ma allo stesso tempo enigmatica come un quadro di Magritte, dopo mesi di trattativa, siamo riusciti per la prima volta a portarla davanti a un obbiettivo e a strapparle con le pinze le risposte per un’intervista.
Chi è Barbara Alesini
Sono quello che vedi.
Cosa fai nella vita?
Ricerca musicale e Deejay.
Che genere di musica prediligi suonare?
Elettronica, deep house, tech house
Quanto la musica influenza la tua vita?
Molto, la musica è una forte passione, ha il potere di cambiare lo stato d’animo delle persone, di creare forti sensazioni, risvegliare ricordi, è come una magia, un potente incantesimo.
Definisci la tua musica in tre parole:
Un-Viaggio-Fantastico.
Milano o Ibiza?
Sono due dimensioni diverse con energie altrettanto diverse.
Se non suoni musica, che cosa ti piace fare?
Adoro cucinare… ma sempre con una buona musica di sottofondo.
Credi che la moda e la musica abbiano degli elementi in comune? Quanto la moda fa parte della tua vita?
Penso che moda e musica vadano abbastanza di pari passo, tutte e due si basano su tanta ricerca e passione… Se poi c’è stile durano nel tempo. Mi piace vestirmi.
Come definiresti il tuo stile?
Libero! L’importante è sentirsi a proprio agio.
Dove ti vedi da qua a sei mesi?
Chissà.
Photographer ALESSANDRO LEVATI
From an idea of BARBARA ALESINI, FEDERICO LEDDA
Hair and Make Up FILIPPO DEL BOCA Styled by FEDERICO LEDDA Stylist’s assistant CLARA LA ROSA Graphic designer CRISTINA BIANCHI
Non solo bollicine per il colosso americano Coca Cola, che durante una giornata piovosa, e decisamente caotica a EXPO, ha fatto il punto sulle tantissime attività che ultimamente hanno coinvolto il brand iconico che quest’anno celebra persino il primo centenario della classica bottiglietta di vetro.
Dal restyling della lattina ”light” e per la prima volta della bottiglia di vetro con la direzione artistica del marchio italiano Trussardi, alla collaborazione con il leader dei Black Eyed Peas Will.i.Am per l’importante iniziativa creata insieme al brand EKOCYCLE, che consiste nel riciclo di rifiuti (bottiglie di plastica, lattine etc..) per lo sviluppo di una linea di moda e di accessori.
L’iniziativa ha riscosso grande interesse, trovando riscontri positivi anche in marchi del calibro di Beats by Dr Dre e New Era.
Per chiudere in bellezza, non poteva mancare la FREESTYLE MACHINE, la geniale macchina disegnata nel 2009 da Pininfanina che attraverso la tecnologia del microdosaggio dà la possibilità di scegliere oltre 100 prodotti del Coca Cola group, con tantissime varianti gusto mai provate prima, come la Fanta alla pesca.
Se avete la possibilità di girare il mondo, potete trovare tutto ciò sparso tra l’Europa e gli Stati Uniti, altrimenti fate un salto in EXPO, avete tempo fino al 31 di ottobre!
di Federico Ledda
foto di Alessandro Levati @ Showbit.com
Correte all’imbarco, #ChanelAirlines sta per partire per una nuova destinazione!
E’ proprio questa l’ispirazione che Karl Lagerfeld decide di utilizzare per presentare la primavera-estate 2016 durante la Fashion Week di Parigi.
La maison francese ha dato nuova vita al Gran Palais, che per un paio di ore si è trasformato in un vero e proprio aeroporto griffato, proponendo una collezione divertente, brillante e innovativa che conferma ancora una volta il brand come capo indiscusso dell’eleganza contemporanea francese.
Bouclé rinnovato in toni sgargianti con trame dalle fantasie hi-tech che vengono decorate da applicazioni di veri e propri LED incastrati tra il tessuto.
Interessanti anche gli accessori, come la rivisitazione dello snapback, e gli occhiali da sole con lenti a specchio che riportano il motivo interrotto del tessuto iconico della casa di moda.
Accordi abrasivi di ruvide tele militari, ricami soavi di vecchie tovaglie, inamidati merletti di bruges, ritagli tricottati di candido cotone jersey.
Parti fluide, traforate, trasparenti e parti sostenute, impunturate, doppiate. Tecnici dettagli di fibbie o moschettoni e preziose applicazioni di cristalli.
Anima punk e aura couture di una moda che diventa gioco appropriazionista, trasgressione di codici preesistenti, rigenerativa “brief apocalypse” di tagli, proporzioni, consistenze, étant donné
Una moda che possiede l’irriproducibile impronta dei tessuti tinti a mano, stone-washed, ritagliati e intagliati a colpi di forbice.
Coniuga in sé una disomogenea sfaccettata varietà di patine, textures e consistenze, lunghezze e ampiezze, costruzioni e soluzioni.
E trasforma ogni creazione di Liborio Capizzi in un’esperienza a se stante di volumi che si schiudono, levitano, ruotano, vibrano come ali. E si richiudono sul corpo come bozzoli.
Una suggestione aliena di straordinaria destabilizzante bellezza.
Se avete voglia di fare una vacanza fuori dalle righe, immersi nella natura, dove i comfort e le abitudini di tutti i giorni possono passare in secondo piano, allora sicuramente uno dei luoghi che vale la pena visitare è il delta del Mekong, nel Vietnam meridionale.
Il Mekong è il fiume più importante dell’Indocina, undicesimo per lunghezza al mondo, le cui acque scorrono dal Tibet fino a sfociare in Vietnam. Una delle zone più affascinati del Vietnam, rimane un luogo in cui il turismo è ancora poco sviluppato. Quest’area è ancora molto rurale e nonostante la grande densità di popolazione è difficile trovare strutture adatte a turisti, è raccomandabile viaggiare accompagnati da una guida che faccia anche da traduttore.
Il clima tropicale che caratterizza tutto il Vietnam fa sì che ci sia caldo tutto l’anno e il mese più consigliato per visitarlo è senza dubbio febbraio. A partire da maggio, fino a ottobre, inizia la stagione dei monsoni in cui il livello del Mekong sale parecchi metri di livello, e purtroppo, interi villaggi vengono allagati e molte strade diventano impraticabili. Il clima e le stagioni influenzano enormemente l’esistenza dei locali, costretti ad una vita difficile e molto povera. Il Vietnam meridionale si basa principalmente sulla coltura del riso e la pesca; è infatti molto difficile trovare delle industrie in questa zona.
Nella zona del delta del Mekong, buona parte della popolazione è di origine Khmer, ovvero cambogiana. Questo ha determinato una moltitudine di culture, tradizioni e lingue differenti, che nel corso dei secoli si sono fuse ed influenzate tra di loro. Un tipico esempio della cultura così particolare di questa zona è infatti la religione del caodaismo, che va a fondere la religione cattolica, taoista, buddista e induista in un unico credo.
Nella zona di Can Tho, è possibile noleggiare una barca e navigare su uno degli affluenti del Mekong. Il tour vi porterà a visitare le tipiche case a palafitta, per poi addentrarsi nella foresta tropicale in cui si possono vedere numerosi produttori di cocco, mattoni e altri prodotti.
Uno dei luoghi più tipici della zona di Can Tho è il mercato galleggiante di Cai Rang, destinato a scomparire a causa della modernizzazione e lo sviluppo industriale a cui il Vietnam di sta avviando. Qui è possibile trovare differenti tipi di barche, su cui i contadini appendono una canna da pesca a cui viene agganciato il prodotto in vendita in modo da essere subito visibile. I clienti spostandosi con le proprie barche a remi, salgono sulla prima barca, per poi saltare di barca in barca, per raggiungere i prodotti di cui si necessita.
Proseguendo verso sud, si possono visitare diversi templi, tra cui la pagoda di Xa Lon, costituita da due padiglioni, quello centrale dedicato alla preghiera ed un altro adibito alla vita dei monaci. La pagoda, oltre ad essere un luogo sacro, è molto famosa per i pipistrelli giganti che vivono in questo luogo e che al tramonto si spostano tutti insieme creando uno spettacolo molto suggestivo.
Nella città di Bac Lieu si possono ammirare numerose case in stile coloniale francese di cui certamente la più impressionate rimante casa Bac Lieu. Costruita nel 1919, attualmente proprietà del governo, è costruita in stile francese con mobili di importazione dei primi ‘900. Viene data molta importanza ai dettagli dell’arredamento, dove il gusto tipicamente orientale si mischia a quello francese dell’art nouveau.
Da Ca Mau, una delle città principali dell’estremo sud, nonché luogo di nascita dell’attuale primo ministro, ci si può recare nel punto più meridionale del Vietnam, raggiungibile tramite barca. Questo luogo è caratterizzato da una fitta foresta di mangrovie e prende il nome di foresta di U Minh. Le foreste di mangrovie sono considerate molto importanti perché separano le acque dolci dagli oceani ed in secondo luogo sono luoghi abitati da molte specie animali.
Se state per cui cercando una vacanza a stretto contatto con una cultura ancora autentica e se avete voglia di sperimentare cosa significa vivere in modo diverso, scoprire tradizioni, religioni nonché concezioni totalmente differenti, allora questa è un avventura che fa per voi.
Photographer MARILU’ VENDITTI
From an idea of MARILU’ VENDITTI
Hair and Make Up EMANUELA CARICATO Styled by ALESSANDRA ERRICO, NINA JIANIC, AKANE SHIBA Model AKANE SHIBA Graphic designer CRISTINA BIANCHI
di Federico Ledda
foto di Alessandro Levati @ Showbit
Che Dolce e Gabbana avessero un debole per il loro paese, ormai si sapeva già. La cosa che però stupisce sempre, è come i due riescano a rinnovare in modo curioso e divertente questo tema, creando come in questo caso, una collezione fresca, rigenerante e attuale, reinterpretando nel loro stile anche la moda del momento: i selfie.
Ebbene sì, tra un outfit e l’altro le modelle erano libere di scattarsi dei veri e propri autoscatti, proiettati all’istante su degli schermi sopra di loro.
Il fatto che Stefano e Domenico provino un amore incondizionato per il loro paese, ha così permesso alla moda italiana, e al made in Italy, di mantenersi grande nel mondo.
di Federico Ledda
foto di Alessandro Levati @ Showbit
Anche il quarto giorno di #MFW è finito, e con sé ha portato al mondo grandiose collezioni spring summer 2016, come, ad esempio, quella di debutto (per la prima volta in passerella) ella coloratissima, interessante e divertente Daizy Shely, e del glamour iconico creato dalla leggendaria Elisabetta Franchi.
Ladies and gentleman, ecco il meglio del quarto giorno di questa spumeggiante settimana della moda made in Italy.
di Federico Ledda
foto di Alessandro Levati @ Showbit, Irene Guastella (Aigner Only)
E’ giunta al termine anche la terza giornata di Milano Fashion Week (per tutti gli appassionati, l’hashtag ufficiale è #MFW), e ha presentato collezioni strepitose, a regnare però sono sicuramente stati: Versace, Emporio Armani, Giamba e Aigner!
Tra eleganza disarmante come quella di Emporio Armani e Aigner, passando per l’ironia classy di Giamba, arrivando fino al glamour iconico di casa Versace, ecco il meglio del terzio giorno di #MFW!
Il secondo giorno di #MilanoFashionWeek è finito a suon di eleganza in tonalità rock n roll. Lo sanno bene Max Mara e CoSTUME NATIONAL, che durante la settimana della moda meneghina, hanno entrambi presentato una donna glamour, spavalda e rock.
E’ chiaro quindi, da questi due giorni di fashion week a Milano, che il carattere che contraddistinguerà la donna della primavera/estate prossima, sarà sicuramente uno: essere fuori dagli schemi.
di Federico Ledda
foto di Alessandro Levati @ Showbit
Siamo giunti alla settimana della moda di Milano, quella di casa, quella che ogni stagione cerchiamo di raccontarvi attraverso i nostri occhi, sperando, magari, di dare una visuale differente e innovativa rispetto agli altri reportage che sicuramente avrete visto prima di questo.
Il primo giorno della settimana della moda Meneghina, ha portato novità interessanti sulla scena della primavera estate 2016. Tre su tutti Simonetta Ravizza, Fausto Puglisi e Philipp Plein, che in particolare, con uno show futuristico e divertente, con tanto di robot vestiaristi, ha perfettamente interpretato una nuova versione (estiva) della sua anima rock #pleinpunk!
Fausto Puglisi ha invece regnato per il suo stile che tanto omaggia il buon Gianni Versace dei migliori anni 90, portando in passerella la sua visione dell’estate in California, più precisamente a Santa Barbara (come ripeteva la canzone degli U2). Viva il colore!
Simonetta Ravizza, regina di eleganza, ha invece presentato una donna posata e di classe, che anche con la bella stagione non rinuncia alle maniche lunghe, né alle pellicce (se pur rivisitate), perché si sa: l’eleganza non ha stagione.
di Federico Ledda
foto di Alessandro Levati @Showbit
E’ ufficialmente partito il ”fashion month”, il mese più intenso e importante di tutto l’anno per l’ambiente della moda. Durante settembre infatti si concentrano tutte le settimane della moda del mondo dando l’opportunità alle case di moda di presentare le loro nuove collezioni per la stampa e i propri buyer (compratori in grande scala).
La prima fashion week, è stata quella di New York, che con i suoi stilisti, ha presentato le sue scelte per la primavera estate del prossimo anno. Potevamo farcela scappare? Assolutamente no.
Eccomi quindi, a mostrarvi le scelte secondo noi più interessanti, e glamour di tutta la NYFW giunta al termine solo pochi giorni fa.
Avete deciso: Amsterdam sarà la vostra meta invernale.
Siete carichi, sorridenti e le valigie sono già pronte davanti alla porta, ma digitando LE 10 COSE DA FARE AD AMSTERDAM siete rimasti delusi come davanti ad un biscotto all’uvetta?
Oppure, avete già visitato il Van Gogh Museum e la Casa di Anna Frank, ma non sapete cosa fare nei restanti 4 giorni a disposizione?
Complimenti, siete sulla pagina Giusta.
Qui troverete alcuni spunti e idee da mettere in pratica durante il vostro soggiorno, let’s have fun!
1. Amsterdam sotto Natale è sempre una gran goduria, e le piste di pattinaggio delle piazze principali non fanno che accrescere questo fattore.
Verrete presi di forza, imbavagliati e truccati da sorridenti olandesine ed, assieme agli altri bimbi, potrete anche imparare a pattinare grazie a tattiche sedie per appoggiarvi. Il tutto sotto le note di canzoni festive, ovviamente Dutch Version, e con un’atmosfera alla George Michael anni ’90. Attività perditempo, adattissima dopo la proposta numero 3)
2. Non sono mai stata un’amante del Natale, ma fin dalla tenera età, ho apprezzato il Trash; ed è per questo che vi propongo i Famosi negozietti natalizi di Amsterdam. Si tratta di negozi che aprono solo per un mese all’anno, e che vendono ESCLUSIVAMENTE oggetti natalizi DI TUTTI I TIPI: si passa dalle classiche palle natalizie a forma di sexy-tritoni, alle statuine-souvenir di superdotati Babbi Natale. Ovviamente le crocchette per il gatto versione Calendario dell’Avvento rimangono un must.I vostri amici vi ringrazieranno, quasi sicuramente.
3. Da Bulldog si esce sempre soddisfatti.
Io ci sono riuscita solo dopo 20 minuti; mi ero persa ( ma comunque molto soddisfatta ) .
4. Durante il mio secondo viaggio ad Amsterdam mi sono imbattuta in diversi, per non dire moltissimi, adorabili negozietti vintage, dai più expensive ai più economici. Passerete dalle due alle quattro ore cambiando vari look; da Cindy Lauper a Madonna, da George Michael a Maria Teresa di Calcutta e magari, alla fine, troverete quel famoso poncho peruviano che vi è sempre piaciuto. Consiglio vivamente Rumors Vintage e Zipper, dove ho acquistato alcune delle mie felpe Willie-il-Principe-di-Bel-Air preferite. Minima spesa, massima resa; straconsigliato.
5. Nelle piazze principali, soprattutto sotto il periodo natalizio, noterete dei camioncini che vendono dolci extracalorici e colorati, serviti da sorridenti ragazze bionde, sempre magre. Un cibo di cui non ho potuto fare a meno è stato l’Oliebollen, e vi assicuro che se durante la vostra permanenza non ne mangerete nemmeno uno, farete un grave torto a voi stessi. Gli Oilbollen si presentano abbastanza male rispetto ad altre prelibatezze olandesi, ma queste piccole palline fritte e zuccherate vi faranno perdere la testa, trust me.
Come prima: minima spesa, massima resa.
6. La Red Light District non è solo il famoso quartiere a luci rosse dai maestosi (ed enormi) cigni, ma anche la patria di loschi ristorantini asiatici e dei più particolari Sexy Shop, nonché del famoso Museo della Canapa ( Hash, Marihuana & Hemp Museum ). Alla fine di quest’ultimo potrete, per completare il tour, scegliere di scattarvi una foto-ricordo con una cornice a tema #raccoglitricidicanapa . Vi consiglio, dunque, queste tre mete; in ordine Risorante, Museo e Sexy Shop ( per concludere in bellezza ). Non vi immaginerete mai cosa si possa produrre con la canapa, e soprattutto, quanti tipi ( e forme ) di vibratori vengano prodotti.
E’ divertente.
7. Creato per divertire, ma anche per dare un’infarinatura culturale, è il trashissimo Amsterdam Dungeon.
Qui, un gruppo di attori vi spiegherà le varie tecniche di tortura nelle diverse epoche, cercando anche di coinvolgervi con sketch e battute. Per far ciò cercheranno i soggetti meno attenti e più tonti, e ovviamente, il 22 dicembre 2014 durante spettacolo delle 14.30, scelsero me ( come fare brutte figfure anche all’estero, parte V). Il tour si concluderà con una mini montagna russa horror style, davvero deliziosa.
Danari bene spesi.
8. Infine, propongo il Katten Kabinet, un vero e proprio museo dedicato ESCLUSIVAMENTE ai gatti, con dei deliziosi micini in carne ed ossa che girovagano assieme ai visitatori.Non vi è da aggiungere nulla, chi non ama i Gattini? Consigliata a tutti.
Tonificare e “mettere su massa”.
Letto così si può pensare che si tratti di due argomenti totalmente diverse e invece no; stiamo parlando della stessa identica cosa, poiché i due termini sono sinonimi di ipertrofia.
In palestra i due termini vengono usati, il primo per le donne, mentre il secondo per gli uomini.
La certezza sull’argomento è che l’allenamento per ottenere determinati risultati è lo stesso.
Mi concentrerò molto di più sul punto di vista femminile perché questo è un argomento che appena trattato mette spesso e volentieri in crisi le aspiranti frequentatrici della palestra, in quanto si teme di diventare esageratamente “grosse” ed andare fuori dagli standard dei propri obiettivi.
per fare chiarezza:
La prima immagine è l’esempio di una ragazza tonica, mentre la seconda fotografia ritrae una ragazza in fase successiva all’uso di anabolizzanti.
Questo è ciò che fa la differenza, poiché quello che nell’uomo è l’ormone principale, ossia il testosterone, per le donne viene secreto in piccole quantità, tali da non presentare l’opportunità di un tale sviluppo muscolare.
Detto ciò e sperando di aver calmato gli animi di queste appassionate lettrici, passiamo a definire le basi di tale allenamento.
Riproponendo ciò che è stato citato prima, donne e uomini, a tal fine, si dovrebbero allenare nello stesso modo e adesso andremo ad analizzarlo;
Bisogna innanzitutto mettersi in testa l’idea di dover “spingere forte”, perché per avere un netto aumento della massa muscolare bisogna far uso, attraverso l’allenamento muscolare, di sovraccarichi “alti”. ATTENZIONE! quando parliamo di sovraccarichi alti, si parla sempre in modo relativo al soggetto, un uomo allenato avrà quasi sicuramente bisogno dell’aiuto di un peso maggiore per arrivare all’obiettivo, come una donna alle prime armi, potrà raggiungere le stesse intensità con un allenamento funzionale (senza l’utilizzo di pesi). Una persona anziana che si avvicina alla palestra per giovare alla sua salute potrebbeottenere gli stessi risultati (sempre parlando d’intensità) alzandosi e sedendosi da una sedia.
Anche dal punto di vista dei risultati è tutto soggettivo, un allenamento che per una persona offre grossi risultati, potrebbe darne molto meno ad un’altra.
C’è anche da dire che un lavoro di ipertrofia è il modo migliore che si possa avere per dimagrire, poichè si andrà a costruire un muscolo che necessita di più nutrienti e così facendo ci permetterà di bruciare più grassi.
Per concludere: se da domani decidete di andare in palestra per tonificare o “mettere su massa” sappiate che il lavoro ad alta intensità è il percorso giusto!
“Ci sono così tante cose favolose che stanno accadendo a Milano che per me è stato un vero piacere raccoglierle per la Camera Nazionale della Moda, in uno stile semplice, divertente e piacevole, nel puro spirito LaDoubleJ.” Questo è il commento della giornalista di moda e design J.J. Martin, che collabora con testate quali Wallpaper* e Wall Street Journal Magazine e che a Milano ha fondato il magazine online LaDoubleJ.com.
LaDoubleJ.com ha ideato, progettato e creato tutti i contenuti della Milan Fashion Week Survival Guide. “Tutti quelli che partecipano alla settimana della moda conoscono Prada e Gucci e hanno mangiato sia da Bice che Da Giacomo almeno 65 volte. L’idea che sta alla base della Milan Fashion Week Survival Guide è quella di offrire una nuova fonte di informazioni, che sia davvero utile ai giornalisti, blogger, fotografi e buyers che si trovano in città. Perciò, oltre a ricordare tutti i piccoli brand nati e cresciuti qui (e le boutique dove comprarli), abbiamo cercato di svelare i ristoranti che nessuno conosce, mettere in risalto i nuovi negozi e luoghi culturali apparsi negli ultimi sei mesi.
Sapranno anche dove andare se gli si rompe un’unghia, se hanno bisogno di un istruttore di yoga, di un nuovo asciugacapelli o di un parrucchiere a disposizione. Insomma, lo stretto indispensabile per sopravvivere alla settimana della moda a Milano.
Nel frattempo, se qualcun’altro mi dice ancora una volta che Milano è noiosa mi strappo i capelli. Credetemi: Milano è viva! Quando leggerete la guida, credo che sarete d’accordo con me.”
Disclaimer: nessuno mi ha pagato per scrivere questo, né per citare l’agenzia, né per l’offerta che ho trovato io, né niente di niente (magari lo fosse). È semplicemente un racconto della mia esperienza e come mi sono trovata, non state ad impazzire thankyouuuuu.
Iniziamo dal principio. Io e il mio da poco ragazzo fuori di testa all’alba del 20 giugno 2015 decidiamo di andare in vacanza insieme, complice il mio imminente trasferimento a Londra e il più che imminente suo trasferimento in Svezia (bel casino, i know, ma questa cari miei è un’altra storia).
Destinazione: Messico
Bene, ovviamente nessuno si è mai fidato della sottoscritta manco per ordinare la cena al cinese sotto casa, FIGURIAMOCI prenotare una vacanza intera dall’altra parte del mondo; Ha fatto tutto lui, infatti.
Alcune info di base per i milioni di italiani che mi stanno leggendo:
Agenzia: Franco Rosso Italia, gruppo Alpitour
Pacchetto: 2500€ a testa comprensivo di volo A/R + soggiorno in un resort all inclusive 4 stelle + visto turistico. Non male direte voi, e avete ragione.
Durata: 2 settimane, 14 notti
Destinazione: Messico, Riviera maya, Playa del Carmen
*TIPS aggiuntive: MAI MAI MAI fare un volo cosi lungo stando svegli tutta la notte e ubracandovi la sera prima il tutto per evitare il jet-leg. (indovinate chi ha pensato questa genialata? Esatto, io).
Presi armi e bagagli, partiamo alla volta del nuovo continente. Il paese offre veramente tantissime opportunità: arte, cultura, archeologia, relax, panorami mozzafiato, spiagge paradisiache, escursioni, movida c’è tutto quello che potete desiderare ed è proprio per questo che l’abbiamo scelta come meta per le nostre vacanze.
Essendo un paese che affaccia sul mar dei Caraibi, potete immaginare che tipo di paesaggi vi troverete davanti: spiagge con distese di sabbia bianchissima (non vi scotterete mai i piedi: 100 punti bonus), acqua cristallina, palme ovunque, colori pazzeschi; Se siete dei social-addicted come la sottoscritta manco ve lo sto a dire come vengono le foto…perché LO SO che è questo che volevate sapere.
Le spiagge in assoluto più belle che vi lasceranno a bocca aperta sono sicuramente Playa Delfines a Cancún e Playa Paraiso (un nome una garanzia) a Tulum.
A proposito di Tulum da vedere sono sicuramente le rovine Maya che si affacciano sul mare e il sito archeologico di Cobá che, con la sua piramide alta 42 metri, offre una vista mozzafiato sulla foresta pluviale.
NOTA BENE: se soffrite di vertigini, non è decisamente il posto per voi, si sale a piedi attraverso la scalinata maya originale quindi sgarrupata ma soprattutto ripida. Rischio infarto molto alto.
Il più famoso sito archeologico è però quello di Chichén Itzá. Dichiarato patrimonio dell’umanitàUNESCO, racchiude le rovine di un’intera città maya. L’attrazione principale è sicuramente la piramide alta 55 metri ai piedi della quale, battendo le mani, si può sentire un suono simile al canto di un quetzal, uccello sacro ai Maya. (Loro sì che ne sapevano veramente un sacco).
Ma andiamo avanti. Per la rubrica “che fantastica avventura”ci sono un sacco di attività da fare tipo snorkeling e immersioni nella barriera corallina (se siete degli appassionati è il paese dei balocchi), nuotare con animali vari (tartarughe, delfini, squali) , portare il vostro partner a schiantarsi guidare il quad, che così la buona azione l’avete fatta ,e via dicendo.
Una cosa DA FARE è il bagno nei Cenotes, “piscine” naturali formate dallo sprofondamento del suolo calcareo. Dall’esterno sembrano delle semplici aperture nel terreno colme d’acqua ma sul fondo si trova un vero e proprio mondo subacqueo fatto di gallerie che si estendono per chilometri nel sottosuolo.
È uno spettacolo veramente suggestivo se non fosse per l’acqua ovviamente fredda, il buio, simpatici pipistrelli che fanno gare di formula 1 sopra la vostra testa e l’attacco di panico dietro l’angolo (ah la claustrofobia, che cosa magica)
Per finire, nightlife. Playa del Carmen è come essere sul molo di Jersey shore. La strana principale, l’ avenida 5, è piena zeppa di locali, ristoranti, bar, discoteche tutti accomunati da un senso dell’estetica chiaramente discutibile: luci al neon ovunque e su qualunque cosa, arredamenti che vanno oltre il kitsch, buttadentro pescivendoli ecc…però hanno molta moltissima tequila, per cui non si può rifiutare il loro gentile invito, pare brutto insomma.
Se vuoi farti una fantastica vacanza in Messico il mio consiglio spassionato è quello di andare tramite agenzia e prenotando in un resort possibilmente, perché non è che sia il paese più sicuro al mondo da quello che ho potuto vedere e sentire. Ad esempio : se voi prendete un taxi dal vostro resort al povero cristo del tassista chiederanno nome (Pablo o Pedro il 99% delle volte), cognome, indirizzo, n. di scarpa, mq della sua casa, come si chiama suo cugino di 2 grado e probabilmente anche cosa ha mangiato a pranzo. Da notare, inoltre, le simpaticissime guardie armate fino ai denti che ad ogni posto di blocco vi faranno , senza costi aggiuntivi, una radiografia a 360°.
Come se non bastasse in molti ci ha detto che più ti addentri nel cuore del paese (zone meno turistiche) più le cose si fanno pericolose tanto che i turisti vanno in giro con la scorta. LA S-C-O-R-T-A.
Quindi direi che vagare all’avventura non è proprio una grandissima idea ma se sai dove andare non c è pericolo, i messicani sono molto amichevoli e disponibili, sono sempre a mangiare e a far caciara, un po’ come i terroni italiani (e ai miei parenti, un saluto ai mitici). Tipo che in spiaggia si piazzano in prima fila, 4 ombrelloni, 18 sedie, svariati tavolini e cibo da sfamare un esercito, Mi casa es tu casa insomma.
Oggi vi parliamo di una cosa accaduta nei giorni scorsi, che sicuramente avrete letto sui principali siti di notizie, e della quale ci sembrava d’obbligo dire anche la nostra. La modella svedese Agnes Hedengård, ha deciso di denunciare con un video l’industria della moda, che dopo cinque anni di carriera, ha iniziato a definirla ”troppo grassa per i clienti, e le agenzie”.
Oltre ad essere completamente ammaliati dalla bellezza disarmante di Agnes, sembra che rispetto a qualche anno fa, nella moda, non sia cambiato proprio niente. Anzi, sembra proprio che i canoni di bellezza che vengono ricercati, siano sempre gli stessi per cui 450.000 ragazze (solo in Italia) si ammalano di anoressia.
Modelle troppo magre e vestiti troppo stretti, sembrano lontani gli anni delle vere top model, che venivano riconosciute non per le loro scapole, ma per le curve mozzafiato che disegnavano il loro corpo.
Il messaggio che cerca di diffondere Agnes è più che importante, e dovrebbe essere ripetuto almeno una volta al giorno: ama il tuo corpo. Poche semplici parole, ma di una grande verità.
Sperando di vederla presto di nuovo sulle passerelle, supportiamo la battaglia di Agnes Hedengård.
7 palchi, attrazioni e una line up del calibro di: Franz Ferdinand & Sparks, Interpol, Paul Kalbrenner, Simple Plan, Jack Savoretti, Vittoria And The Hyde Park etc. Sembra un qualsiasi festival europeo, invece, è l’HOME Festival di Treviso, Italia.
Ormai uno dei festival più importanti d’Europa, e il primo in Italia, l’HOME, è giunto alla sesta edizione, nonché la più grande mai stata fatta.
Non solo grandi artisti, ma anche grande organizzazione, che con lunghi mesi di pianificazione, è riuscita a dare all’Italia, un festival che nulla ha da inviare a Bonaroo, Coachella, o a qualsiasi altro grosso festival. Basti pensare al prezzo: 15 euro.
Ecco qualche momento rubato dalla lente di Alessandro per The Eyes Fashion.