BYBLOS MILANO FW 2015/16

di Federico Ledda
foto Alessandro Levati

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Esplosione di colori per l’inverno firmato Byblos che decide di dedicare il prossimo autunno inverno all’arte moderna prendendo spunto dalle influenze di due artisti agli antipodi tra di loro come il poliedrico Tobias Rehberger, e il rivoluzionario Shozo Shimamoto, per provare a proporre una visione classica, ma futuristica della femminilità.

Esplosioni acide di colori come metafora a una collezione che è un manifesto in cui il futuro si scrive in tonalità esasperate e quasi acide, mantenendo però un tocco classico con gli immancabili bianchi e neri.

Le pieghe dei capi di gonne e abiti sono il tocco classico di questa collezione sopra le righe.
Estrema attenzione anche ai dettagli con stampe geometriche fluo all over, e grazie ai ricami e agli scambi metrici con altri tessuti , mantenendo però, una bidimensionalità continua, e uno stile perfettamente sofisticato e in linea con la ”big bang colour couture” marchiata Byblos Milano.

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LUISA BECCARIA FW 2015/16

di Federico Ledda
foto di Marilù Venditti
Elegante, sognante e risoluta. È questa la ricerca di armonia compiuta da Luisa Beccaria per l’autunno inverno prossimo.
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Tessuti tipici maschili  come il pied de poule e la vigogna, caratterizzano la collezione insieme a morbide bluse dalla stampa grafica e ad abiti in organza fil coupé. Le linee si spezzano per dare spazio a geometrie di foglie che ricamano il velluto e si stagliano su morbide gonne dal taglio svasato.
Il grafismo si traduce in drappeggi dall’ispirazione quasi astratta che da ispirazione a tutta la collezione.
I colori percorrono palette cromatiche ispirate alla città e alla natura creando un mix cromatico tra diverse sfumature del blu con intervalli di verde e panna. La sera a fare da protagonista è invece il rosa cipria e l’oro per una donna sempre elegante.

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PHILIPP PLEIN FW 2015/16

di Federico Ledda
foto Alessandro Villa
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Si sa, ormai le sfilate di Philipp Plein sono fatte per stupire non solo con le collezioni sempre estreme e sopra la righe, non solo con le super special guest ricercatissime ma anche con enormi scenografie al di sopra dell’immaginario comune. Dopo un casinò, una base militare, l’interno di un acquario e il ring di un combattimento di MMA, signori e signore Philipp Plein ha creato le sue personali MONTAGNE RUSSE.
Immaginate una passerella gigantesca con nel mezzo delle originalissime montagne russe con tanto di led e logo “PP” sulle carrozze.
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La collezione cerca di seguire lo stesso filone di quella presentata a gennaio per la moda uomo, ovvero: #PLEINWARRIORS, cioè i guerrieri di Philipp Plein, dallo stile sfrontato, forte, sofisticato, ma soprattutto fuori dagli schemi.
Una fall winter strutturata da colori essenziali ed unici quali il bianco, il nero e un tocco di arancione.
Hanno sfilato solo scarpe basse che completavano i look dei vestiti con spacchi laterali vertiginosi, pellicce rivisitate come se fossero magliette da basket, e jogging pants in coccodrillo.
Curiose sono state le sneaker con la suola che si illuiminava stile anni 90.
Ospite d’eccezione Azealia Banks che ha intrattenuto gli invitati con il suo pezzo Heavy Metal And Reflective.
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GENNY FW 2015/16

di Federico Ledda
foto Marilù Venditti
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 Genny ha portato in passerella una sofisticata e seducente atmosfera ispirata all’antico Egitto.
La direzione artistica di Sara Cavazza presenta una collezione fatta di stampe che raffigurano gocce di olio, ricami e motivi jacquard disegnando elementi della natura come segno distintivo di un autunno inverno elegante e sofisticato.
Silhoutte fluide in velluto di seta, dove  abiti in velluto di seta, fanno da sfondo a una collezione ricca di capi spalla avvolgenti, di tailleur in jacquard e gonne in fil coupé bicolore.
Per Genny sarà sicuramente un inverno elegante e sensuale.
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WELCOME TO KATYLAND

di Federico Ledda
foto Alessandro Levati
KATY PERRY's PRISMATIC WORLD TOUR - Milan

Katy Perry
Potremmo tornare a rivivere ciò che è accaduto la scorsa notte? Sembra un sogno, eppure ieri sera a Milano c’è stata l’unica tappa italiana del PRISMATIC WORLD TOUR marchiato Katy Perry. Parole troppo lungimiranti? Lo credevo anch’io prima di aver visto il concerto dal vivo. Il live si presenta come un vero e proprio show studiato per appassionare, divertire e stupire il pubblico; a partire dall’opening act, che non poteva essere che il meglio del meglio, ovvero CHARLI XCX, pop star inglese che conosceremo meglio sul numero di marzo di The Eyes Fashion. Subito dopo l’inglese, la pedana della passerella del palco si è alzata, diventando una piramide di led, e tra urla, luci e fumi, è spuntata  una raggiante KATY PERRY che con la sua ROAR ha rapito un estasiato pubblico che comprendeva, tra gli altri, Jeremy Scott, Anna dello Russo e Fausto Puglisi.

Katy Perry

La prima parte dello show è andata via in un soffio, ma nonostante questo lo spettacolo è andato di bene in meglio proseguendo con la cantante americana, che, cavalcando un cavallo d’oro per la sua DARK HORSE, ha sfoggiato un un look completamente diverso da quello precedente.
Il concerto prosegue, e dopo almeno altri tre cambi termina.

Katy Perry

È stato un live epico sotto tanti aspetti, innanzitutto lo è stato per l’interazione dell’artista con il pubblico, ma anche grazie ai ballerini, ai musicisti, alla scaletta, ai costumi, alle luci, ai fans e soprattutto: al mastodontico palco a forma di piramide che coinvolgeva l’intero Mediolanum Forum.
Katy Perry si è dimostrata una vera e propria performer sapendo riuscire a divertire anche i più scettici. Il PRISMATIC WORLD TOUR è davvero per ogni età e per ogni genere di persona, mai scontato, sempre spumeggiante e sbalorditivo. Da vedere.

Katy Perry

Katy Perry

 

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LA MAGIA DI KIESZA

di Federico Ledda
foto Alessandro Levati

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Magazzini Generali trasformati in una dancehall: è questo il concerto di Kiesza. Dopo un opening act mozzafiato, e un’attesa quasi estenuante, tra luci, fumi e un acustica forse troppo obsoleta, eccola finalmente sul palco!

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Camicia vintage Versace legata in vita, boyfriend jeans e Reebok Pupmp ai piedi, Kiesza non si ferma un attimo sfoggiando oltre a delle rispettabilissime doti canore, anche delle grandiosi doti da ballerina (questo spiega la scelta di un paio di sneaker ai piedi).

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Concerto studiato nei minimi dettagli, senza nemmeno una pausa e una scaletta forse troppo sintetica, non sono però mancati i successi che hanno reso celebre la cantante canadese in tutto il mondo quali Hideaway e Giant In My Heart. Il concerto ha trovato spazio però anche per una parte acustica voce/tastiera con anche una cover di What Is Love suonata da lei stessa.

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Insomma, Kiesza è davvero un talento: sa cantare, sa ballare, e sa intrattenere. L’unico ripensamento, è forse quello di un repertorio con un beat troppo simile, e una voce troppo acuta anche quando non dovrebbe, ciò nonostante, non ci ha deluso. Voto: 8.

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CHI E’ MARIANNE MIRAGE?

di Federico Ledda
foto Alessandro Levati

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Penso che raramente mi sia capitato di essere così interessato all’opening act di un concerto.
E’ però quello che mi è successo ieri sera allo spettacolo di Kiesza. Prima che la cantante canadese salisse sul palco, a intrattenere i presenti ci ha pensato Marianne Mirage: nuovo criptico e talentuoso talento by Caterina Caselli e Sugar, sua casa discografica, che ha saputo piacevolmente sbalordire tutti quanti.
Timidissima sul palco, lascia i convenevoli da parte per far parlare solo la sua anima, attraverso una voce mozzafiato, una chitarra tra le mani, e i suoi sintetizzatori con la quale si diverte durante il live.
Mirage si presenta con un tocco di internazionalità sia per le sue sonorità estremamente aggiornate e al passo coi tempi, ma anche per un inglese, francese e italiano impeccabili che danno spessore ai suoi pezzi, rendendola così curiosa anche per un pubblico che ascolta dance-pop come quello di Kiesza.

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Siamo sinceri, per noi Marianne non è un volto nuovo, per vie traverse la conosciamo già da un mese, e il suo pezzo Come Quando Fuori Piove, risuona prima di ogni riunione della nostra redazione. Non l’avevamo però ancora sentita live, e credetemi, è sbalorditiva.

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Il disco è in lavorazione, non ci resta che aspettarlo, seguendola live, cercandola su YouTube e sui vari social dove è lanciatissima.

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THE OTHER WOMAN

A short story by Alessandro Villa.

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Shirt: MANGANO
Dress: MANGANO
Dress: MANGANO / Bracelets Too Late

 

Jacket: Kor@Kor / Dress Kor@Kor / Bag: Kor@Kor / Bracelets Too Late / Shoes Mangano
Jacket: Kor@Kor / Dress Kor@Kor / Bag: Kor@Kor / Bracelets Too Late / Shoes Mangano

Photographer ALESSANDRO VILLA

Photographer’s collaborator ALESSANDRO LEVATI

From an idea of ALESSANDRO VILLA

Hair and make up by EMANUELA CARICATO

Styled by FEDERICO LEDDA

Model REBECCA RACINA

BIANCO – NEVER LOOK DOWN

di Federico Ledda
foto Alessandro Levati
Special thanks to: Cantine Isola (via Paolo Sarpi 30)

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Bianco: un’artista che sicuramente non si vergogna della sua sensibilità, anzi, la mostra come il più prezioso dei suoi averi. E’ questo che mi ha colpito del cantautore Torinese che abbiamo incontrato in occasione dell’uscita del suo terzo disco Guardare Per Aria: disco particolarmente bello, di quelli che proprio non ti stufi mai di ascoltare talmente è scritto e prodotto bene. Insomma, album squisito che merita di essere ascoltato, compreso e cantato a squarciagola… specialmente Areoplano e Corri Corri! Oltre che cantante, Bianco vanta un posto nella squadra di Levante, dove è parte integrante delle produzioni.

Potevamo quindi perdere l’occasione di fare due chiacchiere con Bianco in carne ed ossa? Assolutamente no!

Un disco molto intimo, probabilmente il più intimo dei tre che hai pubblicato fino ad ora: come è stato scriverlo? Una liberazione?
E’ stata una liberazione, ma anche una prova con me stesso per vedere se veramente avevo capito le esperienze che ho avuto la fortuna di vivere negli ultimi anni. Diciamo che mi interessava ritornare dentro quelle storie e trasformarle in musica!

In che modo è avvenuta la scrittura del disco? Descrivici il processo
L’ho scritto tutto in una settimana e mezzo. Volevo farlo, avevo proprio l’esigenza e il desiderio di scrivere cose nuove, però avevo il blocco dello scrittore…Ho però poi traslocato in una piccola casa sperduta a Moncalieri, con un panorama davvero mozzafiato, e dopo aver montato la scrivania con il computer e il microfono, ho iniziato a scriverlo senza fermarmi!

Qual è stata la canzone più difficile da scrivere?
Non riuscivo a finire Corri Corri, motivo per cui ho chiesto a Claudia (Levante) di intervenire… Mi sono reso conto che serviva una visione femminile, stavo raccontando una dinamica di coppia, quindi mi interessava capire anche l’altra parte cosa poteva pensare, quindi ho poi chiesto a lei che parallelamente stava vivendo una situazione simile a quella del pezzo, e finalmente sono riuscito ad ultimarla!

Tu e Levante siete ormai inseparabili! Tra tournée e disco… come vi siete trovati?
Le piaceva il mio sound, e cercava qualcuno che le arrangiasse i pezzi. Dopo essere stati in studio, è partita la tournée che è durata un anno, sai, in furgone i rapporti si trasformano diventando molto più personali, tutte le inibizioni vanno a quel paese… Diventa la tua famiglia!

Ti ho chiesto prima quale canzone fosse stata la più difficile da scrivere… Quale è stata invece la più facile?
Dal punto di vista della scrittura è stata Filo d’Erba, che è venuta proprio in un secondo. E’ stata però anche la più difficile per l’arrangiamento perché avendola composta col connubio chitarra/voce, bisognava trovare una base per riempirla… Mi interessava che arrivasse a tantissima gente, e in Italia il fatto di mettere basso e batteria è davvero molto importante per raggiungere un pubblico più vasto.

Qual è invece il pezzo a cui tieni di più?
Le Stelle Di Giorno, perché è una sorta di ninna nanna, anche se c’è una parolaccia di mezzo! (Ride ndr) Durante la strofa cerco di descrivere una cosa che non è proprio mia, ed è la prima volta, mentre invece nel ritornello parlo di una cosa super personale, quindi ha delle metafore che fanno da contrasto. Tuttavia è una canzone semplice, anzi è proprio LA canzone! Ci tengo molto.

Da cantante, è stato difficile abbandonare il microfono, per iniziare a suonare per qualcun altro?
Ho iniziato suonando la chitarra in un altro gruppo, quindi tornare sul palco a suonare per altre persone mi è piaciuto tantissimo perché è stato un po’ un ritorno alle origini.

Sarà difficile adesso quindi fare un concerto dove a cantare sarai tu?
Sarà difficile in quanto è difficile fare un concerto in cui canti! Non di più, e non di meno…Spero che le esperienze di questi ultimi anni mi aiuteranno ad arrivare a un livello più alto!

 

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IL PAGANTE – YOU CAN’T SEAT WITH US

di Federico Ledda

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You can’t SEAT with Us. In molti ci hanno fatto notare il nostro ”erroraccio” nello scrivere SEAT anzi che SIT. Errore? Affatto! Il gioco di parole della nostra cover sta proprio qua: seat come insediarsi, cosa che IL PAGANTE è riuscito a fare come nessun altro prima d’ora: gruppo inizialmente nato per gioco, tra amici, è invece diventato uno dei gruppi più in voga del momento da vantare anche un contratto con Warner Music, e una fanbase in crescita esponenziale. Nonostante l’enorme successo che li ha coinvolti, questa è la prima volta che “Il Pagante” accetta di mettersi a nudo per una testata. Potevamo noi quindi farci scappare la possibilità di farli appendere le Air Max al chiodo per un paio di Cesare Paciotti? Noi ci abbiamo provato, ed ecco a voi il risultato, come direbbero loro: MINCHIA FRATE, CANNONATE!

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È tutto iniziato per gioco, vi aspettavate un successo così di massa e in continua crescita?
Inizialmente no! Il tutto è nato sì per gioco, ma la cosa ha funzionato da subito. Siamo felici e ansiosi di vedere che cosa il futuro ha in serbo per noi.

Quanto vi rappresenta quello che cantate?
Rappresenta più il nostro passato che il nostro presente, eravamo i personaggi che descriviamo fino a qualche anno fa, oggi puntiamo a far divertire chi ci segue e chi ci ascolta.

Avete firmato la colonna sonora di “Italiano Medio” di Maccio Capatonda con la vostra “Pettinero”. Che similitudini ci sono tra le vostre canzoni e l’Italiano medio?
Ci sono svariate similitudini, in primis la satira su personaggi “medi” italiani, ma anche uno slang molto particolare e originale utilizzato sia da noi che dai protagonisti del film.

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Fate musica irriverente e sopra le righe: come pensate di evolvere questa cosa nel corso del tempo?
Creando nuovi format, nuove idee da mettere in musica e tante altre cose che vedrete molto presto, stay tuned!

Quali sono i posti più belli dove avete avuto il privilegio di esibirvi?
Abbiamo avuto la fortuna di esibirci in location spettacolari e pluriblasonate, ad esempio l’Aqualandia di Jesolo, la Casa Della Musica di Napoli, Il Supersonic Music Arena di Treviso… Club rinomati come il Piper di Roma, lo Yab Di Firenze, il Made Club di Como, il Celebrità di Novara e molti altri, senza dimenticarci del suggestivo boat party in Croazia!

Siete in tournée: qual è l’esperienza che più ricordate con piacere?
Il ricordo più bello in tournée sono sicuramente le date estive, in giro tutti insieme con il nostro super furgone! I live all’aperto sono tutta un’altra cosa! Piscine, parchi acquatici, qualcosa di unico. L’esperienza più bella rimarrà sempre il primo sold out a Milano, l’affetto di casa ha sempre un qualcosa in più.

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Avete una fan base che sta crescendo sempre di più: qual è la cosa più strana che un fan ha fatto per voi?
La cosa più “strana” che al momento ci viene in mente è sicuramente aver visto alcuni fan piangere per noi. Abbiamo visto anche tatuaggi, video estremi di vario genere e cose che non si possono proprio raccontare! (Ridono ndr)

Chi è il vostro pubblico?
Il nostro pubblico si divide in 2 rami: c’è chi riconosce l’ “ironia” contenuta nel nostro messaggio e, pur sentendosi chiamato in causa si diverte lo stesso, e chi invece crede che siamo gli stessi dei video quindi si rivede in ciò che fa ogni sabato sera. A livello di target invece chiaramente la nostra orbita è molto giovane, dal liceale al neo-universitario, ma non escludiamo il fatto che ci sia anche qualche caso “fuori quota”.

Quale accessorio non deve mancare quando siete sul palco? Come definireste il vostro stile?
L’accessorio che non deve mai mancare sono sicuramente gli occhiali da sole! Per il resto Il Pagante segue sicuramente la moda, cercando magari l’outfit estremo per spiccare sugli altri paganti, ma non si parla mai di controtendenza.

Qual è secondo voi la chiave del successo?
La chiave del successo nessuno saprà mai qual è… Nel nostro caso penso abbia vinto la “spontaneità” della situazione, il fatto che non sia mai stato un progetto ideato “a tavolino” ma che sia sempre venuto tutto con naturalezza e facendo ciò che ci riesce meglio, divertirci.

Cosa dite a chi vi ama?
E’ grazie a  loro se siamo arrivati qua, non smetteremo mai di ringraziarli.

E a chi vi odia?
Grazie anche, anzi, soprattutto a chi ci odia! Quando vi accorgerete che senza di voi, noi non saremmo mai esistiti sarà troppo tardi.

Quali sono i vostri prossimi progetti?
E’ inutile nasconderlo ormai abbiamo in cantiere il progetto di realizzare un vero e proprio album, siamo al lavoro per far si che Il Pagante si espanda in tutte le città d’Italia cercando di interagire con più persone possibili per rendere ancora di più tutto un vero e proprio tormentone!

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Photographer ALESSANDRO LEVATI

Photographer’s collaborator ALESSANDRO VILLA

From an idea of FEDERICO LEDDA, ALESSANDRO LEVATI, JOHNNY DALLA LIBERA

Hair ADRIANO CATTIDE

Make up EMANUELA CARICATO

Styled by FEDERICO LEDDA

Fashion Collaborator GIULIA FALZONI

Production ALFREDO TOMASI, JOHNNY DALLA LIBERA

Graphic designer CRISTINA BIANCHI

Location IL GATTOPARDO (Via Piero della Francesca, 47 – Milano)

BEST AND WORST DRESSED FROM MILAN MEN’S FASHION WEEK FALL WINTER 2015/16

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Da Ice Fashion siamo diventati The Eyes Fashion: nuovo nome, nuovo sito, nuovo taglio e nuovi contenuti. Non potevamo però non rispettare una tradizione: i meglio e i peggio vestiti. Ce li avete chiesti in tanti ed eccovi accontentati: i meglio e i peggio vestiti (#BestAndWorstDressed) dalla recente settimana della moda maschile per l’Autunno-Inverno 2015.

From Ice Fashion we became The Eyes Fashion: new name, new website, new cut and new content. We must, however, follow a tradition: the best and worst dressed. Lot of people asked about them, so: the best #BestAndWorstDressed from the recent men’s fashion week for Autumn-Winter 2015.

BEST DRESSED

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Anna, sei sempre di grande ispirazione! – Anna, you’re always inspiring!
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Look perfetto. Di classe e trendy! – Perfect look. Trendy and classy.
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Perfetto abbinamento di colori! – Perfect match of colors!
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Ma che gentleman! – What a gentleman!
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Ma che gentleman contemporaneo! – What a contemporary gentleman!

WORST DRESSED

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MACCHECAZZO HAI ADDOSSSO!?! – WHADDAFUCK YOU HAVE ON!?!
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Una gonna? Una gonna in Tartan? Veramente? – A skirt? A Tartan Skirt? Really?
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Manos… Non sarà un po’ troppo? – Manos… It isn’t too much?
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I wanna scream & shout, and let it all out…
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Sandali in pelliccia? Prima di tutto, è gennaio, e secondo, ma che cazzo ti sei messo? – Fur Sandals? First of all, it’s January, and second what the fuck are you wearing?

 

MMFW: DIRK BIKKEMBERGS SPORT COUTURE

di Federico Ledda
foto di Alessandro Levati
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Fisicità, dinamismo ed energia. Questi sono i tre elementi fondamentali della collezione Autunno Inverno 2015/16 firmata DIRK BIKKEMERGS ispirata al free climbing. Bikkembergs in questo modo conferma ancora una volta la sua #SportyAddiction, dedicata a un uomo (e a una donna) determinati a conciliare lo sport con la moda per apparire sempre al meglio e in modo sofisticato.

La collezione si presenta con una grande attenzione ai dettagli e con un’insolita protagonista: l’imbracatura da arrampicata, che, reinterpretata in chiave glamour, diventa l’accessorio predominante del prossimo autunno inverno. I materiali come la pelle vengono mischiati a tessuti più tecnici per sottolineare l’ispirazione sportiva e dinamica dei capi che spaziano da tonalità come il verde al dark blu, dal mélange al bluette fino ad arrivare alle stampe rosa e azzurre di grande impatto.

Sporty chic è sicuramente il termine giusto per definire questa collezione che sa spiazzare da capi più tecnici a capi più fashion con il nero eletto come colore della sera: formale ed elegante.

L’uomo Bikkembergs è più determinato che mai a farsi strada tra lo sport e l’eleganza confermando ancora una volta di essere i pionieri dello Sport Couture.

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MMFW – Gli urban angel di CoSTUME NATIONAL

di Federico Ledda
foto Alessandro Levati

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Ennio Capasa fa sfilare gli angeli. È proprio questa la leggerezza che si respira alla sfilata Fall Winter 2015/16 firmata CoSTUME NATIONAL. Leggerezza sì, ma studiata nei dettagli.

Dancing With An Urban Angel“, questo il titolo della collezione che inaugura la ricerca del brand a un gusto maschile più ricercato e meno banale. Ricerca che inizia basandosi sui toni turchesi, grigi e cammello. Cambia la forma della giacca, i pantaloni diventano super skinny e le scarpe ankle boots per ricordare la contaminazione rock che caratterizza da sempre il brand.

Interessanti sono i cappotti over con le piume applicate che rimandano alle ali degli angeli. Per vivere un angelo non ha solo bisogno di volare ma anche di splendere, ecco quindi il ritorno del velluto su abiti e giacche.

La ricerca dell’uomo nuovo sta iniziando a portare i suoi primi frutti e ancora una volta Capasa non delude mantenendo la stessa freschezza sofisticata e, ovviamente rock.

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MMFW – Paris Hilton DJ set takes over Just Cavalli Club

di Federico Ledda
foto Alessandro Levati

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Folla inimmaginabile per Paris Hilton che per la prima volta in Italia sceglie la settimana della moda maschile e in particolare il club Just Cavalli per un suo dj set.

Dire che il locale era sold out servirebbe solo in parte a descrivere la quantità della gente che è accorsa all’evento: immaginatevi gente arrampicata ovunque e aggrappata a a qualsiasi cosa per catturare uno scatto della bella bionda alle prese con il mixer.

Posizione davvero insolita, quella da deejay per Paris Hilton che dopo aver provato quasi ogni carriera ha deciso di buttarsi nell’ambito dei deejay. La domanda è: ha iniziato per passione, per noia, o per cavalcare la cresta dell’onda? In ogni caso Paris in versione deejay piace alla gente, che balla no stop fino alle 5 del mattino a ritmo di pezzi commerciali mixati un po’ a caso, suscitando però sempre grande entusiasmo.

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AMANDA TOY: ALLA SCOPERTA DEL MONDO TATTOO

di Federico Ledda
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Argomento nuovo e insolito per THE EYES FASHION. Il mondo dei Tatuaggi. Ho sempre ammirato chi è tatuato, perché riesce a vedere il proprio corpo come una tela, e riesce ad usarla come tale senza vergogna, senza paura dei pregiudizi. Durante il celebration party dell’anniversario dei primi venti anni della Milano Tattoo Convention, mi sono imbattuto in una ragazza minuta, molto colorata, che non passa inosservata.

Il suo nome è Amanda Toy, ed è e una delle tatuatrici più famose e rinomate al mondo. Ha viaggiato e lavorato in posti come San Francisco, e Londra tatuando i più famosi rapper della scena ed è uno dei principali volti della prossima Milano Tattoo Convention che avrà luogo dal 6 all’8 febbraio presso il centro congressi Quark Hotel,
Non potevamo perderci un’intervista con lei: Amanda incarna perfettamente l’essenza di The Eyes Fashion, riuscendo a portare in un mondo ”scuro”, per via dell’inchiostro, originalità, armonia e tanto colore.

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Come nasce Amanda Toy?
Ho iniziato diciotto anni fa, a Genova, casa mia. Dopo mi sono trasferita a Trieste, dove per tredici anni insieme al mio ex fidanzato, ho avuto uno studio che era diventato un punto di riferimento non solo per il nord-est, non solo per l’Italia, ma per tutta l’Europa, in quanto molta gente ci raccontava di prendere l’aereo apposta per venire a farsi tatuare da noi, grazie anche allo stile che contraddistingue sia me che lui. Dopo appunto, esserci separati, mi sono trasferita a Milano, dove ho aperto il mio studio Toy Tattoo Parlour e dove proseguo nel raccontare attraverso i disegni quello che non dico attraverso altre forme d’arte. Diciamo che il Tatuaggio è per me una forma d’arte che mi permette di raccontare quello che non riesco attraverso le parole.

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Crescendo e acquisendo una certa maturità, è stato difficile mantenere il tuo stile?
E’ stato difficile perché devi sempre impegnarti al massimo perché la gente da te si aspetta il meglio, e non puoi deluderli. E’ stato anche difficile perché nel corso degli anni potevo rischiare di fossilizzarmi proprio sugli stessi disegni, mentre invece ho cercato di evolvermi mantenendo un filo conduttore nel mio lavoro, cercando però di cambiare soggetti . E’ stato complesso, ma spontaneo e rigenerante.

Hai iniziato negli anni in cui, almeno in Italia, il Tatuaggio era un po’ un Tabù
Ci sono state altre generazioni prima di me, che hanno vissuto questo in prima persona. Diciamo che io sono arrivata nel momento in cui era difficile procurarsi l’attrezzatura, in cui c’erano meno di dieci donne a fare questo mestiere, mentre adesso si parla di oltre un migliaio. Comunque, era un’altra epoca. Non era un Tabù, ma diciamo che se andavi in giro con le braccia tatuate, la gente si girava per osservarti, mentre adesso, non è normalità, ma è sicuramente più popolare.

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Cosa pensi di questa evoluzione popolare?
Come tutte le cose ha i suoi pro e i suoi contro. Sono una persona ottimista, ma viviamo in un’epoca difficile, trovo che si sia persa un po’ la magia. Viene tutto filtrato dai media come la televisione, che è un canale che sì, ti permette di entrare nelle case della gente, ma fa sì che tutto diventi più commerciale, dando quindi meno spazio all’arte e più al lato finanziario. Così come accade al tatuaggio, trovo si dia troppo spazio a fumentarlo come una moda e poco come forma d’arte. Ma come ti ho detto sono una persona ottimista, proseguo per la mia strada cercando di esprimermi al meglio cercando l’originalità in ogni pezzo.

Commercializzazione estrema quella del tatuaggio in questo momento: serie tv, film, davvero qualsiasi cosa. Avendo iniziato in un momento in cui avere un tatuaggio era quasi una vergogna, come vivi tutto questo?
Ho rifiutato di fare una serie Tv perché non volevo diventare troppo commerciale, e sono felice di averlo fatto. Il mio studio è abbastanza conosciuto, non vedevo motivo per farmi ulteriore pubblicità. Penso che questo mercato sia adesso molto saturo, anche se molti tatuatori della nuova generazione sono degni di nota. Credo però che il futuro sarà quello di tatuarsi dalle persone che brillano di luce propria avendo inventato un loro stile e non da persone che brillano di luce riflessa copiando la firma di altri.

Da dove trai ispirazione per i tuoi tatuaggi?
Trovo ispirazione da più fonti, può essere una canzone, un’immagine che vedo in un film, una stampa su una tshirt, che ovviamente non riproduco uguale, ma usando i colori che magari mi hanno colpito per un’altra creazione, può anche essere la frase di un libro. Può arrivare da milioni di cose.

 

AMANDA TOY – TATTOO PARLOUR
VIA RASORI 8 MILANO
https://www.facebook.com/pages/Amanda-Toy/152218094831595

Justine Mattera in A Day With Mia Wallace

di Federico Ledda

Camaleontica, sorprendente, iconica. Per il ruolo di Mia Wallace, non potevamo che scegliere Justine Mattera. Solo lei sarebbe stata capace di ricoprire un ruolo così complesso con tanta eleganza.

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Per quelli che non lo sapessero, Mia Wallace è la protagonista femminile incarnata da Uma Thurman in Pulp Fiction. Nel film, interpreta una tossicodipendente “moglie del capo”, ma che nonostante la sua vita poco raccomandabile, è un’immensa femme fatale capace di far innamorare qualsiasi uomo grazie alla sua classe ed eleganza. È proprio questo che ho notato in Justine quando ci siamo conosciuti: l’eleganza, e soprattutto il suo essere poliedrica. L’abbiamo vista in Televisione, l’abbiamo ascoltata in radio, l’abbiamo sfogliata nelle maggiori riviste nazionali e non, l’abbiamo vista al cinema e anche a teatro, dove, infatti tornerà dal 28 gennaio al 22 febbraio, con la commedia “Pene d’amor perdute” di William Shakespeare e diretto da Riccardo Giudici con i trench Burberry.

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A Justine piace mettersi in gioco, affrontare nuove sfide, per lei nulla è scontato: motivo per cui alla nostra richiesta, non ha esitato a dirci sì, interpretando al meglio un ruolo così complesso. Ladies and gentleman Mrs. Mia Wallace.

Per quale motivo hai scelto di accettare la nostra proposta, e di diventare la nostra covergirl di gennaio?
Dopo avervi conosciuto ed essere stata colpita dal vostro talento, ho deciso di seguire il mio istinto e di buttarmi in questo progetto. E’ giusto dare spazio ai giovani!

Nella tua carriera hai fatto, e stai facendo davvero tanto. E’ stato difficile interpretare un personaggio così distante da te?
Non lo è stato! Pulp Fiction è un film che ho adorato e che conosco molto bene. Chi poi non vorrebbe essere Uma Thurman? Non che io lo sia, eh! Ma quando ho messo la parrucca mi sono immedesimata in lei, mi sono fatta trascinare dal momento, dalla situazione, dai vestiti ed ecco fatto.

Come sarebbe secondo te la giornata tipo di Mia Wallace?
Mia me la immagino come una classica ricca, snob, ma più che altro annoiata, abituata a ottenere ciò che vuole, e a cui piace divertirsi… Anche grazie all’abuso di sostanze illegali.

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Invece com’è la giornata tipo di Justine Mattera?
Forse la mia è più noiosa della sua! (ride ndr).
Ho due bambini, non ho mai molto tempo per me stessa. A volte capita che dopo averli accompagnati a scuola, vada in qualche showroom a scegliere alcuni abiti, o faccia delle interviste in televisione, o che magari se è sera, vada a fare da vocalist in qualche locale. Adesso invece sto facendo le prove per ”Pen D’Amor Perdute” di Shakespare, che debutta tra poche settimane al teatro Caboto di Milano, quindi, anche le prove dello spettacolo fanno parte della mia giornata.

A proposito di teatro, adesso ti appresti a tornarci con ”Pene D’Amor Perdute” di William Shakespeare…
Sì, è un progetto sperimentale che mi ha colpito sin da subito. Diciamoci la verità, Shakespare a teatro non vende, a meno che non ci sia Al Pacino ad interpretare Riccardo III, o un personaggio simile. Però ho pensato che quando mai mi sarebbe ricapitato di prendere parte in Italia ad un’opera di William Shakespeare? Penso mai nella vita, quindi ho accettato. Negli Stati Uniti ho avuto occasione di recitare in lingua originale in opere come Macbeth e La Tempesta, mentre invece questo è lavoro meno conosciuto… Una sorta di commedia light, rivisitata in chiave ironica, fashion, ma di spessore. Io interpreto la Principessa di Francia, che ha studiato negli Stati Uniti… proprio come me! (ride ndr)

Sei anche impeccabile in fatto di moda, infatti hai messo una grande impronta nel nostro shooting. Quanto la moda influisce nella tua vita?
La moda mi diverte, mi da modo di esprimermi quotidianamente. La prima impressione, alla fine, è basata su quello che indossi, quindi è importante essere impeccabili, ma rimanendo sé stessi. Mi piace definirmi una ”freak” perché mi piace divertirmi indossando cose che la gente non si aspetterebbe. Non mi piace essere prevedibile.

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Negli scatti ti vediamo sempre con un bracciale nero, cos’è di preciso?
E’ il mio Beurer Activity Tracer, un sensore di attività a bracciale che registra ininterrottamente l’attività fisica e monitora la qualità del sonno che posso poi controllare con un app direttamente sul mio Smartphone!

Così distanti ma così unite, con la parrucca addosso ho difficoltà a ricordarmi che in realtà sei Justine e non Mia Wallace. Qual è un aggettivo che ti unisce a lei, e uno che ti differenzia?
In comune abbiamo la consapevolezza di chi siamo… l’essere sexy. Mi differenzia il fatto che io non mi drogo, non mi sono mai drogata, e a differenza sua, non sono sposata con un Gangster!

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Quentin Tarantino è un regista che presta molta cura alla parte sonora del film… Alle colonne sonore. Quale secondo te, dovrebbe essere quella giusta per il nostro servizio?
Noi abbiamo usato quella originale del film, che secondo me è stata una parte fondamentale per ricreare il mood originale che si respirava sul set. Se ne dovessi scegliere una, Girl You’ll Be A Woman Soon degli Urge Overkill.

 

Photographer ALESSANDRO LEVATI

From an idea of ALESSANDRO LEVATI, JOHNNY DALLA LIBERA, FEDERICO LEDDA

Make up YLENIA MOLINARI

Styled by FEDERICO LEDDA, JUSTINE MATTERA

Production JOHNNY DALLA LIBERA, VANINA VIVIANI, ALESSANDRO VILLA

Backstage video ALESSANDRO VILLA

Graphic designer FILIPPO MANELLI

Location DRIVER INDOOR PARK (Via Pasquale Paoli 114, – Como)

Thegiornalisti live in Milan

di Federico Ledda
ph Alessandro Levati
 
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Ci sono riuscito. Ho sentito dal vivo i Thegiornalisti.
Partendo dal presupposto che il loro nuovo disco, Fuoricampo, è davvero una droga, ci tengo a precisare che questa recensione non potrà mai essere completamente obiettiva, anche se ci proverò.
Il concerto inizia con la prima traccia dell’ultimo disco ”Per Lei”, e come vengono intonate le prime parole, parte un boato da parte del pubblico, che se pur essendo in un posto piccolo, fa sentire il suo calore come se il concerto fosse dentro una grandissima arena. Piacevolmente sorpreso il gruppo Romano ci dona, a mio parere, un grandissimo concerto. Ricco di emozioni uniche, canzoni suonate alla perfezione, e con una fanbase particolarmente coinvolta, i Thegiornalisti a stento riescono a scendere dal palco, e quando lo fanno, lo fanno per cantare insieme ai propri fan, lasciandogli addirittura il microfono. Il live prende una piega divertente e dolce, confermando un legame che unisce il gruppo al proprio pubblico da ormai anni.
Il disco vale la pena di essere ascoltato, così come un loro concerto. Dal vivo si presentano freschi e compatti oltre ad avere un’armoniosa musicalità che li rende molto affiatati.
Il gruppo sarà in Tournèe fino alla fine di febbraio, per maggiorni info: www.thegiornalisti.it
 
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A NIGHT WITH LADY STARLIGHT

 

di Federico Ledda

Ph: Alessandro Levati

special thanks to: Just Cavalli Club – Milano

 

Fede Starlight Intervista

Icona di stile e di musica: è così che appare ai miei occhi Lady Starlight. Personaggio forte e affascinante in continua evoluzione. Ecco descritta in poche parole una deejay e producer di Brooklyn (New York), che sta iniziando a far parlare di sé nella scena Techno mondiale. Artista dotata di una conoscenza musicale disarmante, Starlight inizia ad esibirsi come deejay rock nel 2007, per abbracciare solo in storia recente la musica Techno. Colleen Martin, questo il suo vero nome, è on the road con il cast dell’artRAVE Ball, tour mondiale di Lady Gaga, sua migliore amica con la quale ha da sempre condiviso sogni e passioni e che l’ha portata a calcare i palchi più prestigiosi del mondo come sua ”opening act” ufficiale.

Il Team di THE EYES FASHION, ha incontrato Lady Starlight durante l’after Party dello Show tenutosi al Just Cavalli, il club più cool di Milano, dove prima del suo deejay set, abbiamo avuto l’onore di parlare della sua crescita musicale, della sua migliore amica, e ovviamente di musica a 360°.

Hai sempre suonato in piccoli club introno a Brooklyn, mentre adesso stai suonando nelle arene più grandi del mondo. Quali sono le differenze?

Beh, la differenza più grande è sicuramente la capienza. E’ molto più difficile suonare in un piccolo club che in una grande arena. Per il semplice fatto che in un grande palazzetto essendo sopra un palco, e avendo le luci puntate addosso, non riesci a vedere niente quindi è un po’ come suonare da solo in camera tua. Mentre invece in un posto più piccolo, hai tutta la gente intorno… ti senti molto più osservato e sotto pressione.-

Com’è cambiata la tua vita da quando GAGA è diventata una superstar?

Niente è cambiato! Gaga ha sempre cercato di circondarsi di suoi amici… sia io che Breedlove (un altro amico storico di Lady Gaga, anche lui cantante e opening act durante l’artRAVE ndr.) siamo in questo tour, quindi abbiamo possibilità di passare molto tempo tutti insieme. La differenza è che prima eravamo a New York, mentre adesso siamo quasi ogni giorno in una città diversa!

Sei sempre stata una deejay Rock, mentre adesso ti vediamo suonare Techno. Com’è avvenuto questo cambiamento?

E’ semplicemente una trasformazione naturale. Ho sempre cercato di evolvermi in base a ciò che mi rende felice. E’ una cosa che cerco di ricordare sempre anche ai miei fan: ”Reagite in base alla vostra felicità, fate qualcosa solo se siete contenti di farla…seguite l’istinto”. Ho sempre detto che la mia carriera è caratterizzata da pessime decisioni una dietro l’altra (ride ndr.) per il semplice motivo che sono tutti ossessionati dal successo commerciale, mentre io cerco solamente di fare quello che mi piace, e penso che questo sia il miglior modo di rendere altre persone felici.

Un tuo amico ti regala un iPod con una memoria limitata… puoi metterci solamente tre canzoni. Quali sono?

Mmm…metterei:

-A Plague Of Lighthouse Keepers dei Van Der Graaf Generator

-La Real di Surgeon

-Transylvenia degli Iron Maiden

Ho barato, perché la prima canzone dura 23 minuti! (ride ndr). Fai parte dell’artRAVE Ball Tour di Lady Gaga.

Da quando è iniziato il tour, qual è stata la cosa più divertente accaduta on the road?

Quando durante l’after party a Tokyo, mentre stavo suonando, Gaga mi ha versato in testa un intero bicchiere di champagne… c’era alcol ovunque! Ci siamo divertiti un sacco quella sera..

Lady Starlight

Come hai iniziato a fare la Deejay?

Tutto è iniziato perché andavo a ballare sperando sempre di sentire glam-rock anni 70, ma nessuno mai lo suonava. Così ho deciso di arrangiarmi e di iniziare a fare festa con la musica che volevo io.

Com’è cambiata la tua attrezzatura da quando suonavi Rock, ad oggi?

E’ molto più difficile da usare! Adesso la mia priorità è però quella di produrre… ovviamente essere anche Deejay, ma mi importa moltissimo il processo… la produzione di un brano prima ancora di suonarlo.

Come reagisce un pubblico pop come può essere quello di Lady Gaga alla musica Techno?

(ride ndr) Beh… (ride ndr) Dipende… dipende dai posti! A Milano la gente ha capito, come a Londra, ma in generale in tutta Europa la risposta del pubblico è di gran lunga superiore a quella che ho ricevuto in America, dove è stato davvero difficile… purtroppo là questo genere non è così popolare come lo è qua in Europa… la gente non è abituata a questi suoni, quindi avrei potuto suonare qualsiasi cosa, che purtroppo il pubblico, non avrebbe cambiato espressione… è stato davvero estenuante!

In quali città in Europa hai ricevuto la miglior risposta dal pubblico?

Sicuramente a Milano, e anche in altre parti dell’Italia dove ho avuto modo di suonare… ma anche Spagna e in Portogallo. Sono sempre accolta con grande euforia qui (in Europa). Sai, vedo sempre folle entusiaste ma che non reagiscono nemmeno se gli piace quello che stanno ascoltando, quindi, da performer, avere un pubblico che ti da energia come succede qui, è davvero ispirante.

Quando verrai in Italia con un tuo dj set da solista?

Molto presto, non vedo l’ora!

 

Music and style icon: that’s how Lady Starlight appears to my eyes. She’s a strong and charming character who always renovates herself!

But that’s just a few-word-description for such a huge deejay and producer of Brooklyn (New York), who is rising in the techno music global scene.

She has a stunning knowledge of music that’s why she started to perform as a rock deejay in 2007 and she recently joined the Techno music industry.

Colleen Martin, that’s her real name, is on the road with the cast of the artRAVE Ball Tour with her best friend Lady Gaga and they have always shared dreams and passions that brought Lady Starlight to join Gaga and to be her official “Opening Act” in the majority of the most prestigious stages in the world.

The Eyes Fashion team met Lady Starlight at the Just Cavalli Club, the coolest Club in Milan, during the after party for the show at the MediolanumForum and we had the pleasure of a little chat before her DJ set and we had the chance to talk about her projects, her best friend Gaga and a 360 degree speech about music.

You have always played in small clubs around Brooklyn and now you are playing in the biggest arenas in the world. What is the difference?

Well, actually the biggest difference is the amount of people. It is way harder to play in front of a small audience because in a big arena you have the lights pointing on you and you can’t see the crowd, it is as if I were playing in my room all alone. Contrariwise the smaller the place is the more pressure I feel!

What changed in your life since Gaga became a superstar?

Actually nothing! Gaga is always surrounded by her best friends… Both Breedlove (old time Gaga’s friend Ed.) and I joined the artRAVE tour so we have the chance to spend a lot of time all together. The only difference is that we used to be in New York and now we move everyday from a city to another one!

You have always been a rock deejay while today you play techno music; how did you shift to this genre?

It’s been a natural shift, I’m in constant evolution and I’m proud of it. I also suggest my fans to act like me: “Act according to your feelings, do what makes you feel happy”. I think that in my career I made a lot of bad decisions (She laughs Ed.) due to my intention to avoid being mainstream or too commercial I feel proud and this is the best way to pursue happiness.

A friend of your gives you an iPod with a limited storage of just 3 songs. Which songs would you upload on it?

Mumble, mumble… I’d say:

1- A Plague Of Lighthouse Keepers by Van Der Graaf Generator

2- La Real by Surgeon

3- Transylvenia by The Iron Maiden

Well, I admit I cheated because the first song is 23 minutes long. (She laughs ed.)

You are part of Lady Gaga’s artRave Ball Tour. Since the beginning of the Tour what is the funniest thing that has happened?

During the after-party in Tokyo, as I was playing, Gaga spilled a glass of Champagne all over my hair! We had lot of fun that night.

How did you started your career as a DJ?

Actually I used to go clubbing and I was expecting to dance to ’70 glam-rock music, but I never had the chance to find a DJ playing it. So I decided to make all by myself.

Is there something different in your music equipment since you play Techno Music?

It is way harder now, because I am not just a DJ, I became a music producer. I’m still a DJ but now I handle music production!

How does Gaga’s audience react to your Techno music?

(She laughs Ed.) Well… (She keeps laughing Ed.) It depends… It depends on the city/place. In Milan, as in London and all over Europe, the crowd got into the feeling of my music and they reacted way better then the audience in America where it has been very tough. American people hasn’t got accustomed to those new sounds yet… I could have played anything that they wouldn’t have gotten into my mood. It has been very stressful!

In which city of Europe you received the best feedback?

I can say in Milan and generally in Italy I had a positive reaction… Also Spain and Portugal have been good to me. I’ve always received a huge welcome all over Europe. I’ve seen also some enthusiast audiences that never reacted even if they were enjoying what they were listening to and as a performer I must admit it is important to receive energy from the crowd as it has happened to me here! It motivates me.

When would you perform in Italy as solo artist?

Very soon! I can’t wait for it!