HANS ZIMMER LIVE IN MILANO

by Federico Ledda
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Epicità incontrastata per il concerto del premio Oscar Hans Zimmer.

In un Mediolanum Forum infuocato, il compositore tedesco ha ridato vita con un coro e un’orchestra di oltre trenta elementi, alle colonne sonore più celebri del mondo, che l’hanno reso con tutta franchezza, il compositore di colonne sonore più richiesto dalle produzioni americane e non.

Dal Re Leone a Batman passando da Pirati dei Caraibi e Momenti di Gloria, l’artista ha saputo incantare i presenti  con uno show da fare invidia a qualsiasi pop star.

Avvolti da musiche avvincenti ed emozionanti accompagnate da pirotecnici giochi di luce e visual accattivanti, il pubblico presente è stato rapito dal compositore, che attraverso musiche e divertenti aneddoti tra un pezzo e l’altro, ha saputo incantare i presenti, regalando una serata che nessuno dimenticherà facilmente.

Durante il live non sono mancati nemmeno i momenti per riflettere e commuoversi, come quando Zimmer ha reso omaggio all’attore scomparso Heath Ledger, che conobbe durante la lavorazione delle pellicole su Batman e alla quale si legò molto.

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GUSTAVO FRING È A MILANO!

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Dopo Austin, Texas durante il SXSW, Los Pollos Hermanos ha aperto un “ristorante” anche a Milano e Roma. Un nuovo franchising? No, il Fast Food di Breaking Bad, teatro di molte iconiche scene di una delle serie più amate degli ultimi anni, ha aperto i battenti per due giorni nelle città italiane.

Il locale, che nella serie era gestito da Guatavo Fring – personaggio interpretato da Giancarlo Esposito – a Milano si trova in Piazza 24 Maggio e fino a sabato 13/5 servirà veri Burritos, pollo fritto e specialità messicane. Così per dieci minuti sarà come essere ad Albuquerque insieme a Walter White (protagonista della serie, ndr.).

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L’esperimento geniale è stato ideato da Netflix che per promuovere l’ingresso del personaggio di Esposito nella terza stagione di Better Call Saul spin off di Breaking Bad, sta seminando in giro per il mondo temporanee copie esatte del fast food diventato celebre grazie alla serie.

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A Milano la fila è cresciuta sopra ogni aspettativa, confermando così il mito che ha creato Breaking Bad.

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Hello Sem&Stènn!

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Eleganza, fashion e buona musica. E’ questo il mix perfetto creato dal duo che sta facendo impazzire e ballare tutta la nightlife milanese e non solo. Con la loro musica Sem&Stènn stanno riuscendo a trasmettere un nuovo messaggio di unità e di parità farcito con musica prodotta in modo impeccabile. Gli abbiamo conosciuti fuori dal concerto di Dua Lipa e ci hanno catturato con la loro musica!

Come nascono Sem&Stènn?
Nasciamo nel lontano 2006, conoscendoci in un blog di musica, quando praticamente uscivamo dalla scuola materna. Nel 2011 ci incontriamo (finalmente) fisicamente a Milano, dove sboccia l’amore e ci trasferiamo per studiare e lavorare. Da li a poco è emersa timidamente la voglia di fare musica insieme. Ci iscriviamo al corso di Electronic Music Production, in NABA. In occasione di una festa dell’Accademia ci troviamo per la prima volta una console davanti per fare un djset di fronte a un centinaio di persone. Non avevamo mai pensato all’idea di fare i dj, eravamo li per imparare a produrre. Pur non conoscendo il 90% dei tasti di quella macchina è andata discretamente bene e ci siamo divertiti molto. Pensavamo che, finché non avessimo pronte delle nostre produzioni, potesse essere un modo carino per condividere la nostra musica. Da li si sono presentate diverse occasioni. Poco meno di due anni fa abbiamo preso in mano la nostra tastiera midi e avevamo capito che era il momento giusto di fare la nostra musica.

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Quanto la cultura pop influenza la vostra musica?

Siamo noi stessi fatti di sostanza pop. Essere pop spesso è una pessima nomea, come se si fosse cheap, banali, o meno “arte” . Molti artisti si distaccano da questo attributo, quasi inorriditi. A noi non dà fastidio, anzi. In realtà essere pop, e farlo bene, è difficile, richiede capacità di rinnovarsi, di trovare ispirazioni nuove ogni volta, di soddisfare un pubblico molto più ampio. Il pop non è tutto per noi, c’è anche dell’altro, in realtà c’è un po’ di tutto. Nel momento di produzione ci si muove d’istinto e il risultato finale non sai bene da dove venga…ma sai che l’hai fatto tu.

Il vostro duo nasce a Milano. Altre città che vi ispirano?
Abbiamo avuto la possibilità di viaggiare poco, a dire il vero. Ma sicuramente, ragionando per immaginari, direi New York – se ci fosse una macchina del tempo che ci riportasse a fine degli anni ’70, con il boom della DiscoMusic, la nascita del Vogueing e della Black Music, ancora meglio – e Parigi, per lo scenario di musica elettronica contemporaneo che ammiriamo molto.

9p6a6179Che musica influenza maggiormente il vostro sound?
Il nostro album celebra la nostra identità e come tale ha qualche rimando agli anni ’80, ma anche alla scena dance dei primi anni ’90 e a quella elettronica del nuovo millennio. E’ di grande ispirazione il Synth pop degli anni ’80, la musica elettronica francese e quella nord-europea di artisti come i Pet Shop Boys, Depeche Mode, Basement Jaxx, Robyn, Sebastian, MGMT, Years & Years, Daft punk e molti altri.

Partirà un tour del vostro progetto?
Siamo in fase di programmazione. Molto presto annunceremo le prime date. Nel frattempo, usciranno i remix di Baby Run e Jewels&Socks. E’ stato bello collaborare con altri produttori e sentire i nostri brani mescolarsi con nuovi sound.

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Photographer: Jusher Avain

Styling & Make Up: Pablo Garcia, Ignacio Muñoz

 

IL PAGANTE DEBUT ALBUM

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Dopo anni di singoli posizionati ai vertici delle classifiche e dopo una fan base cresciuta a dismisura è finalmente uscito ”Entro In Pass” il disco di debutto del trio ”Il Pagante”!

Con l’ironia sopra le righe che li contraddistingue, Il Pagante è uno dei gruppi più in voga in Italia capace di dettare le tendenze musicali delle notti dei giovanissimi. Con video da oltre 20milioni di visualizzazioni  e più di 100 live all’attivo sono stati capaci di sviluppare una vera e propria categoria sociale che, come un virus, ha influenzato con il classico gergo milanese da ”pagante” tutta Italia facendo diventare termini tipo ”sbatti” e ”minchia frate” veri e propri must.

Entro In Pass racchiude tutta l’essenza della loro filosofia intraprendendo un viaggio che comprende inediti come Fuori Corso e Ultimo e anche le loro maggiori hit come Pettinero e Vamonos.

Li abbiamo seguiti durante il loro primo instore milanese dove ad attenderli in Piazza Duomo c’erano dozzine di paganti pronti a farsi firmare il disco. Per vedere il video clicca qui.

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ANTI WORLD TOUR LIVE IN MILAN

di Federico Ledda

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Dopo mesi di attesa Rihanna ha finalmente conquistato S.Siro… O almeno ci ha provato.
Tanti i pareri discordanti riguardo il concerto di ieri sera a Milano che nonostante l’attesa, a pareri di tanti ha deluso.

Il blasonato produttore Dj Mustard e il rapper Big Sean sono stati abili a scaldare l’atmosfera come opening act nonostante però il pubblico fosse occupato a difendersi dal diluvio universale. Problema che ha infatti posticipato l’entrata sul palco della pop star alle 22:25.

Lo show, presentato nella versione ridotta, con tanti medley e con restrizioni sulla scaletta (decurtate FourFiveSeconds e Kiss It Better) ha visto sul palco una Rihanna più ballerina che cantante che per un’ora precisa ha dato il meglio e il peggio di sé alternando grandi capacità canore su pezzi come Diamonds a vere e proprie performance in playback.

Nel bene o nel male Rihanna ha fatto tremare lo stadio e i 75mila accorsi al concerto ne sono però rimasti estasiati e sperano nell’aggiunta di altre date nel bel paese: ”Non sarà perfetta, ma ci piace così!”.

Il prossimo turno è quello di Beyoncé che lunedì 18/7 porterà il suo FORMATION WORLD TOUR allo stadio Meazza. Saprà far di meglio?

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Q&A: JD.COM

di Federico Ledda

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JD.COM, la più grande piattaforma di retail in Cina (e la prima che si batte contro la contraffazione), ha lanciato durante lo scorso salone del mobile di Milano, la prima piattaforma dedicata su JD Mall attraverso la quale i marchi internazionali di arredamento, potranno arrivare a vendere a milioni di consumatori cinesi i loro prodotti. Abbiamo incontrato il presidente di JD.com a Milano, durante l’evento di lancio della piattaforma: per l’occasione, 10 designer italiani e cinesi, hanno realizzato 10 uniche stanze dedicate a progetti collaborativi per promuovere il meglio del design italiano in Cina. Il colosso dell’e-commerce vuole dare una forte spinta al design italiano per un mercato potenziale di oltre 155 milioni di suoi clienti.

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In che modo JD.com è riuscito a diventare così importante?
La vendita al dettaglio è sempre stata molto debole in Cina, quindi, la creazione di JD.com è stata una necessità. Sin dall’inizio ci siamo battuti per mantenere l’autenticità e la qualità dei nostri prodotti, entrando in una fetta di mercato diversa rispetto a quella solita cinese, diventando così sinonimo di lealtà per i nostri clienti, che sono cresciuti a vista d’occhio.

In che modo è nata la ‘’Home Furnishing Platform’’?
La ‘’Home decorazioni’’ e l’arredamento più in generale, sono due tra le categorie che si stanno sviluppando più velocemente nel nostro sito, grazie anche ai brand internazionali che si stanno appoggiando a noi per la vendita dei loro prodotti. Accontentare il consumatore medio cinese, non è per niente facile, in quanto è abituato a degli standard alti e di qualità. Ma ce la stiamo mettendo tutta. Nella piattaforma sono già presenti oltre 15,000 brand inclusi Harbor House, Ashley, Kuhn Rikon e Fissare, Zojrushi.

In che modo avete scelto i brand per questo progetto?
Scegliamo i brand o i designers che sappiano incorporare la creatività alla praticità.

Cosa pensi dei designer italiani?
I designer italiani sono conosciuti a livello globale per la loro vena artistica. Il progetto è stato una grande opportunità per mettere insieme gli artisti più talentuosi, a quelli che invece riflettono la cultura cinese. E’ stata un’opportunità unica, che speriamo tutti ricapiti!

 Cosa c’è nel futuro di JD.com?
In questo momento abbiamo 155milioni di clienti attivi, e ci auguriamo che diventino sempre di più! Il nostro impegno a proporre solo prodotti di alta qualità, fanno di noi dei perfetti partner per le compagnie italiane che guardano al territorio asiatico.

MODERAT’S EXPLOSION

di Federico Ledda

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Ieri sera all’Alcatraz di Milano, abbiamo assistito a una vera e propria celebrazione: quella dei Moderat.
Il gruppo tedesco si è esibito a Milano in occasione dell’uscita del loro nuovo disco III. Dal suono crudo e ipnotico, il live della band si è presentato come un perfetto connubio tra passato e presente amalgamato perfettamente in una setlist da urlo.
Da urlo era anche il parterre dell’Alcatraz, per l’occasione COMPLETAMENTE sold out.
I Moderat dal vivo meritano, così come merita anche il loro tecnico luci e il visual designer che insieme alla band è riuscita a regalare uno spettacolo capace di coinvolgere tutti i sensi.

WELCOME TO THE FERRARI FASHION SCHOOL

di Federico Ledda
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Ispirante. E’ semplicemente questo che viene in mente scambiando due parole con Silvia Ferrari, la fondatrice della Ferrari Fashion School, accademia che da 15 anni tenta di fare la differenza dando ai suoi alunni solide basi garantendoli un futuro in uno degli ambienti più chiusi di tutti: quello della moda.

Aperta a ottobre una sede nella capitale della moda, la nuova residenza meneghina della scuola si posiziona nel Savona Fashion District, il quartiere dove design e fashion si incontrano. Questo fa sì che gli studenti siano sin da subito coinvolti in un ambiente reale e inebriante che gli permetterà di crescere professionalmente preparandosi ai bisogni del commercio in questo momento.

“La Moda Italiana è famosa in tutto il mondo. Noi esportiamo stile, creatività, abilità e qualità – ci racconta Silvia Ferrari, Fondatrice e Direttrice dell’istituto, durante la presentazione delle attività della scuola – Questo patrimonio, che tutto il mondo ci invidia e riconosce, deve essere trasmesso alle nuove generazioni attraverso una formazione specialistica in grado di trasferire agli allievi il Sapere e il Saper fare”.

L’offerta formativa di Ferrari Fashion School si sviluppa in Corsi Professionali la cui durata può variare da 1 a 3 anni e Master di Specializzazione Post Diploma, finalizzati a formare figure altamente specializzate che operino nel settore della Moda e del Lusso.

Per saperne di più visita il sito ufficiale.

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I fondatori della Ferrari Fashion School

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Federico Ledda

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Vittoria Hyde, Federico Ledda

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EVERYBODY WANTS LEVANTE

di Federico Leddalevante-2-1024x682

E’ iniziato il 2016, e per The Eyes Fashion è incominciata una nuova sfida. L’anno appena concluso è stato per noi un periodo di traguardi e di successi che ci ha portato grandi soddisfazioni.

La decisione di improntare la quattordicesima coverstory su un’artista musicale è stata estremamente spontanea, e di cuore. Da sempre grande ammiratore di Levante, alla mia proposta di dedicarle la prima cover del nuovo anno, ho solamente trovato enormi consensi.

Ma andiamo più nel dettaglio, chi è Levante? Nata in Sicilia, ma ormai Torinese dentro, Claudia Lagona (questo il suo vero nome), irrompe sulle scene musicali con la sua hit – manifesto generazionale ”Alfonso”, che le apre una finestra di rilevanza nazionale, permettendole di fare sentire la sua voce con ”Manuale Distruzione” suo primo disco che la porta in tour in tutta Italia e anche in supporto di iconici artisti quali Negramaro e Paolo Nutini. Dopo un piccolo periodo di pausa dalle scene, nel 2015 esce ”Abbi Cura Di Te”, album della sua consacrazione, che viene preceduto dal singolo ”Ciao Per Sempre”.

Lo strillo di copertina ”Everybody Wants Levante”, rappresenta a pieno il momento che sta vivendo Claudia, che si prepara a concludere il tour di ”Abbi Cura Di Te” con tre importanti live il 14 marzo all’Alcatraz di Milano, concludendo poi con una doppietta al CAP 10100 di Torino il 31 marzo, e 1 aprile. Milano e Torino: due città che hanno fortemente caratterizzato la vita e la carriera di un’artista che mi piace paragonare a un uragano. Levante è un uragano. Non si ferma mai, se ti travolge però, non ti distrugge, ma ti migliora. Alla fine questo è il potere della musica. Ma per davvero, eh.

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Ho avuto l’occasione di conoscerti poco prima dell’uscita del tuo primo disco, mentre adesso stai finalmente cogliendo i frutti di ”Abbi Cura Di Te”, tuo secondo lavoro. Era il 2013 e adesso è il 2016. Che cosa è cambiato nella tua vita, e nel modo di scrivere i tuoi pezzi?
Nello scrivere non è cambiato in realtà granché… Ho molte sfacettature, che mi piace mostrare in base a quello che voglio raccontare… Con ”Manuale Distruzione” ho sfogato tutta la mia rabbia adolescenziale, mentre invece questo album è una presa di coscienza dell’amore verso sé stessi, che mi permette di raccontare attraverso 12 tracce il desiderio e la voglia di essere felici.

Qual è la traccia del tuo ultimo disco alla quale sei più legata?
Non ho mai una traccia preferita, è sempre difficile, e sbagliato sceglierne una. Diciamo che ”Abbi Cura Di Te”, è sicuramente importante perché è quella che poi ha ispirato il disco, anche se alcune canzoni sono nate prima, come a esempio ”Finché Morte Non Ci Separi” che ho scritto insieme a ”Sbadiglio”, ma che era rimasta nascosta fino alla lavorazione del secondo album.

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A proposito di ”Finché morte non ci separi”, nel video c’è tua mamma!
Sì, in realtà non solo nel video, ma anche nella canzone. Come ti ho detto prima, era una canzone che ho scritto qualche tempo prima, ma che, parlando di mia madre, ero più restia a pubblicare. Poi però ci ho pensato e mi son detta: ”Sai che c’è? Perché non farla addirittura cantare? Alla fine parla di lei”. Avevo paura di come sarebbe andata, alla fine per lei era la prima volta in uno studio, infatti prima di registrare ho avuto un sacco di ripensamenti. Però alla fine è andata davvero bene e sono contenta di avere avuto questa idea. Questo brano è motivo di orgoglio per me. Cantare con il proprio genitore, a livello emotivo, è davvero una cosa forte.

Raccontami il tuo processo di scrittura. In che modo definisci le tracce che andranno a completare un disco? Nell’introduzione ti ho definita un uragano e per me sei così: non smetti mai di creare… Infatti, stai di sicuro scrivendo già il terzo disco…
Sì, lo sto già scrivendo! Non so quando uscirà, perché secondo me ”Abbi Cura Di Te”, merita di essere capito, e consumato. In questo momento, però sto scrivendo davvero tantissimo. E’ l’unica cosa che alla fine so fare veramente… Non so se la faccio bene, però è l’unica cosa che non ho mai smesso di fare… Dovrà pur significare qualcosa, no?

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Parlami di uno dei ultimi singoli ”Le Lacrime Non Macchiano”. Le cose che racconti nella canzone e più in generale nei tuoi testi, sono tutte cose che hai vissuto, oppure ti piace raccontare di altri?
Sono assolutamente tutte emozioni e fatti vissuti da me in prima persona. Ad esempio in ”Le Lacrime Non Macchiano”, racconto della storia che ho avuto con il mio ex fidanzato. Ricordo di aver lasciato casa sua, letteralmente con dei sacchi neri dell’immondizia con dentro tutte le mie cose, per andare incontro a un’altra persona che è poi quella che ho sposato.

Quindi ti sei sposata? Quando?
Sì! Mi sono sposata lo scorso settembre! Sono una persona però che è sempre stata molto riservata, quindi ho preferito non dichiararlo pubblicamente, anche perché è una cosa mia, e in ballo, ovviamente, c’è anche un’altra persona che è giusto proteggere.

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Com’è essere sposati?
E’ bello! Dipende dalla persona, ma credo che ti condizioni molto, soprattutto psicologicamente. Nel senso che ti viene da pensare: ”Oddio, e adesso? E’ per sempre?”. Ma alla fine se stai con la persona che ami per davvero, sei contento che esista il per sempre.

Concluderai il tour di questo disco con due esibizioni da urlo. La prima il 13 marzo all’Alcatraz di Milano, e poi il 31 al CAP 10100 di Torino! Come ti senti?
Sono molto emozionata. Sono due club veramente importanti. L’Alcatraz ha un palco veramente importante, e Torino è ormai la mia città. Sarà una festa, e saranno due show completamente diversi e unici tra di loro. Chi verrà vedrà!

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Photographer ALESSANDRO LEVATI
Photographer’s Assistant ALESSANDRO VILLA
Graphic designer CRISTINA BIANCHI
From an idea of MARTINA MAI, FEDERICO LEDDA
Hair FILIPPO DEL BOCA
Make Up EMANUELA CARICATO
Styled by FEDERICO LEDDA, MARTINA MAI
Fashion collaborator LEVANTE
Production MARTINA MAI, FEDERICO LEDDA, ALESSANDRO LEVATI, STEFANIA GIUFFRE’
Location The Light Place (thelightplace.it <http://thelightplace.it> )
Special Thanks To Stefania Giuffrè, Nicola CaniLaura Magni @ annaBi & Laura Magni

THE EYES FASHION 90’S PARTY – THE GALLERY

Here’s the coolest pictures of our 90’s party in Milan. Find more on our Facebook page. 

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Guest
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Vittoria Hyde
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Tommaso Paradiso (Thegiornalisti)
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(right) Federico Ledda djing with (left) model Alessandro Polastri
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Vittoria Hyde and friend
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Vittoria Hyde
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Dj Eros
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Photographer Giulio Cavicchini
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Vittoria Hyde
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(from left to right) Tommaso Paradiso (Thegiornalisti), Nicola Cani (Foolica Music), Martina Mai (The Eyes Fashion’s crew), Federico Ledda (The Eyes Fashion)

#ALBUMREVIEW – INTO THE DEEPEST SOUL OF ENYA

di Federico Ledda

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Enya è tornata, ed è più forte che mai. A sette anni di distanza dal suo ultimo lavoro (And winter came, 2008), Enya ritorna, e lo fa in grande stile, presentando al pubblico “Dark Sky Island“, un intimo e profondo racconto diviso tra stelle, pianeti e oceano, che la riconfermano come una delle massime esponenti della musica new age.
Il nuovo disco, che era in lavorazione da ormai il lontano 2012, tira in causa diversi temi trattati dall’artista nelle sue vecchie produzioni, percorrendo in 11 tracce altrettante fermate di un ideale traversata oceanica e spaziale che Enya ci racconta con quel tipo di magia che solo le sue tracce sanno creare. Dark sky Island prende spunto da Sark, isola del Canale rinominata proprio così  nel 2011, dopo essere stata eletta riserva naturale, e l’unica dove è possibile vedere il firmamento a occhio nudo.
DA ASCOLTARE: The Humming ; Echoes In Rain; Astra et Luna
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WUNDER MRKT: THE NEW VERSION OF WONDERLAND

di Federico Ledda
foto di Alessandro Levati
With a special thanks to Paola Riviera, Costanza Prozzo, Donato Ambrogi

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Immaginate se ”Alice nel Paese delle Meraviglie”, fosse stato scritto adesso e che il paese delle meraviglie, anzi Wonderland (suona meglio), si trovasse a Milano? Più precisamente, in via Valtellina e fosse la struttura del Club Haus e de Le Cannibale e persino il loro cortile interno addobbati a festa?

wundermarket-6No, non sto degenerando, è accaduto veramente. Ieri. Grazie alla geniale idea di alcuni frequentatori della night life meneghina (tra cui la nostra amica Paola Riviera di New Girls) che hanno deciso di fondere il meglio che Milano ha da offrire in una cosa sola.

Il Wunder Mrkt non è un mercatino vintage, ne un negozio di dischi, e tanto meno un posto dove fare ape (come direbbe il classico milanesotto con le Clarks e il risvolto con le caviglie scoperte a novembre) E’ TUTTO QUESTO! 

Immaginate un posto con esposti i vestiti e gli oggetti più cool che mai potranno entrare a casa vostra e/o nel vostro armadio, con i ragazzi di Rainbowhair Milano pronti a occuparsi dei vostri capelli e con dei dj set dal vivo. Il tutto bagnato da dell’ottimo vino.

Tranquilli. Non è un sogno. Tornerà reale. Il posto è lo stesso, ma la data è quella del 20 dicembre.

SEE YOU THERE. 

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THE AMAZING JESS GLYNNE

di Federico Ledda
foto di Marilù Venditti during Jess Glynne signing session in Milan

_MG_7875Dopo vari featuring, è finalmente venuto al mondo l’album di debutto della rossa inglese Jess Glynne.

Disco che si presenta come un forte incoraggiamento ai più deboli grazie a dei veri e propri inni (se fossero film sarebbero sicuramente dei blockbuster) da cantare a squarciagola come ”Don’t Be So Hard On Yourself’‘, o la versione acustica del brano dance ”My Love”.

Dopo svariate collaborazioni con altri artisti del calibro di Tinie Tempah e Clean Bandit (tutte presenti nell’album) la prima fatica firmata Glynne è sicuramente un lavoro interessante, che ti fa affezionare ascolto dopo ascolto alla voce calda e confortante della red-head londinese.

Ecco quindi una nuova certezza nel mondo della musica pop: Jess Glynne!

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CI PENSA MAINARDI

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foto di Alessandro Levati @ Just Cavalli Milano

Chi ha detto che le rockstar devono per forza riempire uno stadio e non un ristorante? E’ proprio questo che sta capitando grazie alla tonnellata di programmi televisivi riguardanti la cucina a tutto tondo.
Uno dei maggiori esponenti di questo fenomeno e quindi una delle più famose rockstar (da sold out a Wembley, per intenderci) è sicuramente Andrea Mainardi, che in televisione ha su Fox Life un suo show chiamato #CiPensaMainardi, ed è ospite fisso a La Prova Del Cuoco con Antonella Clerici. Non solo televisione per Mainardi che nel frattempo ha inaugurato un esclusivo ristorante a Brescia disponibile solo per un paio di persone alla volta, un ristorante a Boston, e uno anche a Bucharest.
L’abbiamo incontrato tra un piatto di riso e un bicchiere di rosso al Just Cavalli, dove aveva appena tenuto un divertente e istruttivo workshop.

Che cosa significa la cucina per te?
Indipendentemente da tutto dobbiamo mangiare. Sta a noi poi scegliere se mangiare bene, o arrangiarci a mangiare quello che capita. Per me la cucina è uno stile di vita, è il mio modo di comunicare…Di conoscere meglio le persone, e di farmi conoscere meglio.TAL_6871

Quali sono stati i tuoi inizi?
Quando avevo 8 anni, ho trovato una rivista del settore dove in copertina c’era lo chef Gualtiero Marchesi. Sfogliandola, ho poi deciso che avrei fatto lo chef, o che comunque avrei lavorato nel settore. Da allora ho messo tutto il cuore e anche l’anima in questo, e piano piano sono arrivati i primi risultati, prima il programma con la Clerici, poi il ristorante di Brescia e successivamente il programma su Sky, che per adesso è il più grande traguardo della mia vita.

Qual è l’ingrediente che nei tuoi piatti non può mancare?
L’acidità…Diciamo che nei miei piatti è quasi essenziale. Molte volte si pensa che sia un ingrediente a rendere un piatto speciale, ma in realtà più che un ingrediente è il mix di tutti gli ingredienti a rendere il gusto completo e quindi, un piatto ben riuscito.

E invece l’ingrediente della quale fai volentieri a meno?
Diciamo che per gusto personale non amo particolarmente le frattaglie. Sono proprio un mio limite che purtroppo non riesco a superare!

Qual è la cucina che preferisci?
Quella della mamma. Ha una storia, non è fatta a scopo di lucro, ma con amore e passione.

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MMFW: JOHN RICHMOND SS 2016

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Sfilata estremamente iconica per John Richmond che sceglie di guardare al futuro ricordando il passato, grazie ai pezzi classici che da sempre caratterizzano la maison, rivisitati però con dettagli sovversivi che mescolano eleganza sartoriale e casual chic a praticità sportiva.

Bianco e nero, blu directoire, mimosa, rosso agrodolce e arancione cheddar. Questi i colori principali della spring summer 2016, che grazie anche a stampe optical e a tessuti quali seta/cashmere, cotone jacquard, lana super leggera e pelle lavorata con trasparenze, donano ai look un effetto rock-sofisticato.

Ancora una volta, la musica ricopre un ruolo fondamentale nella sfilata e nella creazione degli abiti. In questo caso, a fare da colonna sonora ci hanno pensato i Chemical Brothers con Hey Boy Hey Girl: un beat dance che aumentando cattura i look cut-up e angolari della primavera estate 2016.

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THE WOMBATS – THE INTERVIEW

di Federico Ledda

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Devo essere sincero: io gli Wombats non li conoscevo, non prima di ricevere un’email da Elena di Warner Music che mi proponeva un’intervista, e non prima di confrontarmi con la redazione di The Eyes Fashion, più nel dettaglio con Johnny, fan della band sin dagli esordi.
La prima cosa che ho fatto è stata quella di cercare Let’s Dance To Joy Divison tra la musica di Spotify su consiglio di Johnny che mi ha praticamente imposto di ascoltare il loro più grande successo.
Adesso posso ufficialmente dire di essere drogato di Wombats, e di avere scoperto un mondo! La band inglese, formata da tre amici conosciutisi alla Liverpool Institute of Performing Arts, vanta una fanbase di livello mondiale ed è già al terzo disco intitolato Glitterbug uscito da pochissime settimane. Il tutto a mia insaputa.

Dopo essermi quindi tramutato completamente in un mega fan, non potevo di certo farmi scappare l’occasione di incontrare Dan (batterista) e Tord (bassista) nel backstage del loro concerto SOLD OUT al Fabrique di Milano! Qual è stata quindi la risposta alla mail di Elena? Assolutamente sì, io e Johnny ci siamo!

Non pubblicavate un album dal 2011. Quanto è cambiato il vostro sound da allora?
T:
Glitterbug è sicuramente l’estensione di quello che abbiamo iniziato a fare con il nostro lavoro precedente This Modern Glitch. All’epoca però ci piaceva fare esperimenti per cercare di trovare un sound che ci appartenesse. Adesso che l’abbiamo trovato, ci siamo dedicati più ai dettagli e al perfezionamento.

Cosa avete fatto in questi anni di assenza?
D: Prima di iniziare al lavorare al nuovo disco siamo stati in tour per molto tempo. L’ultimo lo abbiamo fatto l’anno scorso in America ed è durato ben sei mesi, perché là la promozione di un disco funziona in modo diverso. Mentre in Europa se un singolo va bene, le stazioni radio lo suonano 5/6 settimane, in America lo puoi sentire anche per 9 mesi! Quindi rimani in tour molto più tempo.

Come definireste questo nuovo disco in tre parole?
T: Allegro, attraente e…
D: Sto fissando da un’ora la doccia che c’è qui in camerino, quindi direi doccia.
Allegro, attraente e doccia. (ride ndr)

State facendo un’importante tour europeo in questo momento. Com’è notare che il vostro pubblico è cresciuto così a vista d’occhio?
D: E’ una cosa che ancora ci rende increduli. Sono tre anni che mancavamo dall’Europa, eppure l’accoglienza è stata anche più generosa.
T: La cosa che più ci fa piacere è vedere le persone che cantano canzoni che magari non sono ancora uscite. Questo ti fa capire quindi che si informano, che fanno ricerca, che non sono là per caso insomma.

Il video di ”Give Me A Try” è sicuramente la dimostrazione di come i Social Media influiscono nella nostra vita. Com’è il vostro rapporto?
T: Hanno sicuramente un ruolo fondamentale per noi come band, perché tengono aggiornate le persone che ci seguono e che sono interessate a noi. Come persona invece cerco di starci lontano. Tempo fa eravamo in una stanza con una decina di persone che erano costantemente in silenzio incollate al telefono. E’ stato davvero strano e imbarazzante.

Cosa fate i minuti che precedono uno show?
T: Ci alleniamo! Sembra una battuta, ma specialmente chi suona ha bisogno di riscaldare i muscoli e le mani prima di uno show, in modo che non succedano incidenti. Poi stiamo un po’ per conto nostro e ci rilassiamo… Cerchiamo di entrare nella mentalità di un live!

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CARLO PIGNATELLI HAUTE COUTURE 2016

di Federico Ledda
foto di Alessandro Levati

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Sconfinata eleganza con richiami vittoriani e barocchi: a Milano sfila l’haute couture firmata Carlo Pignatelli.

Uomini dall’innata attitudine verso la ricercatezza e l’esclusività, caratteristiche peculiari nell’eleganza del dandy moderno, ma con il fascino retrò di chi sa stupire con un’innata classe. La redingote e il frac, rivisitati con i dettagli delle uniformi, saranno i must della prossima stagione secondo lo stilista torinese che presenta un ricco excursus tra giacche da ”borghese a gentiluomo”. A caratterizzare ogni look, è però il gilet che grazie a pregiate lavorazioni sui tessuti, lo rendono sofisticato e unico, come si addice a un vero eccentrico.

Le degne muse dei dandy sono affascinanti dame dalle silhouette leggere, vestite da tessuti e ricami non convenzionali. Giochi di luce e di ombre pannellano materiali che si intersecano e si sovrappongono creando effetti di trasparenze strategiche per un’eleganza soffice, quasi sussurrata, creata da tutte le declinazioni del bianco e dell’avorio fondendosi nel rosa antico arrivando fino allo zaffiro. Donne romantiche, e pacate, che non rinunciano però alla loro femminilità, sfoggiandola in modo distinto.

Le donne e gli uomini di Carlo Pignatelli in tre parole? Grazia, distinzione, finezza

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M COLLECTIVE STORE – MUCH, MORE, OR MINUS?

di Federico Ledda
foto Alessandro Levati

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Ha aperto in Viale Regina Giovanna (Porta Venezia) a Milano, la prima interactive experience del mondo, si chiama M COLLECTIVE STORE.

Situato nel cuore di Milano, L’M Collective, non è un semplice negozio, ma un collettivo di designers, artisti e stylist, che divisi in tre categorie, hanno dato vita a una vera e propria esperienza sensoriale che da totalmente un nuovo significato alla parola shopping. Non solo vestiti, ma un camaleontico bazar fashion che diviso in MINUS, MUCH e MORE, ti permette di fare shopping in base alle tue emozioni.
Radical, essenziale, pulita è la parte più sobria dello store, denominata MINUS. MUCH, è un’esatta via di mezzo: sofisticata, basic chic, charmant. Esagerata, pazza e swag è invece MUCH, la parte più inaspettata del collettivo, capace di fare stupire e divertire chiunque.

Totalmente multimediale e interattivo, L’M COLLECTIVE, dispone di diversi schermi touch ad alta tecnologia che permettono, avvicinando il cartellino del prodotto al monitor touch, di comunicare ed interagire con il Collettivo.
Lo schermo, infatti, restituisce una descrizione del brand, le taglie e i colori disponibili in store e il suggerimento
di abbinamenti da parte di fashion stylist e blogger che compongono lo staff.

MINUS. MUCH. MORE. Voi in quale vi identificate? Scopritelo facendo un salto da M COLLECTIVE!

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