ROSE VILLAIN IN ITALIAN PSYCHO

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Di chi è la voce ammaliante che canta insieme a Salmo nel suo ultimo singolo Don Medellín? Chi sentendo la canzone, o magari, vedendo il video non si è posto questa domanda almeno una volta? Il video, che su YouTube ha raggiunto oltre tre milioni di visualizzazioni in sole due settimane,  vanta la collaborazione di un volto fresco, nuovo. Il suo nome è Rose Villain, è del 1989, di Milano e vive a New York. Abile nello scrivere si sta facendo conoscere per l’originalità dei suoi testi che insieme a degli arrangiamenti cosmici la rendono di rilevanza internazionale.  Per adesso ha rilasciato due canzoni sul suo canale VEVO: ”Get The Fuck Out Of My Pool” e ”Gheisha”. The Eyes Fashion l’ha incontrata per capire meglio chi è e qual è il suo background. Per farlo però le abbiamo fatto interpretare una nuova versione di Patrick Bateman, protagonista di American Psycho, suo film preferito.

1Si sa ancora poco su chi è Rose Villain. Racconta chi sei, Rose Villain è il tuo vero nome?
Il mio vero nome è Rosa ma fin da piccola mi chiamano tutti Rose, colpa di Titanic. Villain invece viene dal nome di una cover band punk che avevo a Los Angeles, The Villains e, alla Ramones, avevo assegnato a tutti il cognome.

Sei di Milano ma vivi a New York, come ci sei arrivata?
Appena dopo il liceo mi sono iscritta al conservatorio di musica di LA. Poi, dopo qualche anno, ho fatto studi di teatro e musical a Broadway e mi sono innamorata di NY, dove vivo da sette anni.

2Quali sono le differenze più grandi tra l’Italia e l’America? So che è sbagliato chiedertelo, ma dove ti senti a casa?
Mi sento a casa a NYC. Sono cresciuta a Milano ma le vere esperienze le ho fatte lì: casa da sola, lavoro, musica, amore… l’italia è un gioiellino tra cibo, natura e città, davvero unica. New York, che è molto diversa dal resto dell’America, è un centro pulsante di ambizione, energia e passione. In Italia manca un po’ la morsa ma in America manca un po’ la cultura.

Come è iniziata la tua carriera? Che tipo di collaborazione c’è con Machete?
Sono un paio d’anni che scrivo pezzi con producer americani ma, finché non ho incontrato a Manhattan l’italianissimo Sixpm, il mio producer, non ho trovato il mio suono. Lui ha veramente capito chi sono, cosa voglio trasmettere e ha trasformato le mie idee in musica. Infatti mi ci sono fidanzata. Tramite lui ho iniziato a registrare alcuni pezzi negli studi Machete ed è nata una bella sinergia: in Italia mi rappresentano loro.

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Ti sei fatta conoscere dal mondo rilasciando “Get the fuck out of my pool”, “Geisha”, e ora la collaborazione “Don Medellín” con Salmo. Qual è il processo di nascita di una tua canzone?
Inizio sempre da un concept, un titolo che spesso è suscitato da sogni, immaginari, film e libri. Mi piacciono il pulp e l’horror, il kitsch e l’eleganza, e ogni pezzo deve essere bilanciato alla perfezione come una ricetta.

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Qual è la risposta che sta dando il pubblico alla tua musica? Da dove arriva il maggiore supporto?
Beh, devo dire che ho l’approvazione di molti. Sono molto felice che si sia capito che voglio fare qualcosa di grande ed eventualmente portare in italia una ventata di internazionalità. Su Spotify i maggiori ascolti arrivano dagli USA, da Hong Kong e dal Brasile.

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Hai di recente dichiarato di avere firmato un contratto con Universal Europa, what’s next?
Eh, adesso inizio a farmela sotto. Lavoreremo un paio di singoli, probabilmente GTFOOMP per primo e verrà spinto in tutta Europa. Germania, Francia, UK si alleano per la terza guerra “musicale”.

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Cosa significa per te essere la covergirl del mese di dicembre di The Eyes Fashion?
È la mia prima copertina, quindi The Eyes Fashion rimarrà nel mio cuore e se faccio il botto vero rimarrà nella storia!

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WITHOUT PLACEBO I’M NOTHING

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Ieri sera a Milano si è svolto uno dei concerti più attesi di tutta la stagione: quello dei vent’anni di carriera dei Placebo.
Live celebrativo per festeggiare ”il loro compleanno” come Brian Molko e soci hanno definito più volte durante la serata, è stato uno show con la quale il titolo del loro ultimo disco, un best of, si sposa benissimo: ”A Place For Us To Dream”, e così è stato.
Lo show è durato oltre due ore, e la scaletta è stata un viaggio che ha fatto sognare i numerosi fan. La setlist, iniziata con ”Pure Morning” e finita con la cover di Kate Bush ”Running Up That Hill”, ha anche saputo sorprendere con canzoni come ”Space Monkey” e ”Without You I’m Nothing” che la band non eseguiva dal vivo da tempo, ma c’è stato tempo anche per le loro hit più famose come ”Special K” e ”Bitter End”.
Il concerto è stato uno show fatto bene, quasi impeccabile, come non se ne vedevano da tempo. Si vede che la band non ha perso la passione, così come non la hanno persa i fan che hanno cantato dalla prima all’ultima parola.
La promessa di Molko è stata quella di tornare con il prossimo tour, noi ci speriamo.

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THE BEATMAKERS – MERK & KREMONT

di Federico Ledda

merk-kremont-4Avete presente quando sentite quella canzone che non conoscete ma con il beat che vi fa impazzire? Magari alla radio, o in televisione. La sentite una, due, tre volte e allora sfiniti aprite Shazam dal vostro telefono e cercate il titolo perché voi dovete DISPERATAMENTE sapere di chi è e come si intitola? Ecco. Probabilmente non lo sapete, ma magari dietro a quel beat che vi piace tanto ci sono loro: Merk & Kremont.
E’ loro il merito del successo estivo ”Andiamo a Comandare” che grazie a quel beat dal suono crudo ha reso Fabio Rovazzi il Re dell’estate. E’ anche merito loro se all’olimpo della night life Italiana regna indiscusso Il Pagante.
I ragazzi, non sono però solo produttori ma anche un duo di affermati deejay che per i fan della musica EDM (Electronic Dance Music) sono dei veri e propri idoli, degni di riempire qualsiasi dancfloor si trovino davanti. Riusciranno a riempire anche quello dei Magazzini Generali il 4 novembre per il party di Beck’s?

Come ci si sente a essere i beatmaker più richiesti d’Italia? 
Ci si sente contenti! Sembra scontato ma essere richiesti per quello che ami fare è sicuramente una cosa che ti rende felice ma non è poi così automatica. Ci piace ed è una soddisfazione anche se noi siamo consapevoli che la nostra priorità è essere Merk & Kremont, nel senso produrre per noi stessi e per il nostro progetto, ma comunque in questo momento vogliamo provare-continuare a produrre anche per altri soprattutto perché ambiamo a qualche artista internazionale.

Siete stati tutta l’estate sulla cresta dell’onda per la produzione di “Andiamo a Comandare“. Come è nato il progetto?
Il progetto “Andiamo a Comandare” è nato abbastanza per scherzo anche se è sempre stato curato nei minimi dettagli, nel senso che anche quando ci mettiamo per gioco buttare giù delle basi totalmente fuori dal nostro mondo, applichiamo comunque lo stesso metodo ed impegno impiegato per cose più “serie”. Comunque Fabio all’inizio ci ha fatto il video di “Get Get Down”, video che è poi andato benissimo ed ha raggiunto più di 13/14 milioni di visualizzazioni così noi in cambio gli abbiamo fatto la base che poi è diventata la hit che tutti conoscete, ma in sostanza è stato tutto uno scambio di favori in virtù dell’amicizia che c’è tra di noi.

Vi abbiamo visto mesi fa sul palco di Beck’s per un set gratuito a Milano. Che cosa vi unisce al marchio? 
Quella sera è nata una festa tra amici, come se andare a vedere un dj-set insieme o andare a bere una Beck’s al bar con gli amici avesse lo stesso sapore, che poi è quello che dovrebbe essere, ovvero unire delle persone che vanno a divertirsi una sera insieme.

Com’è nata la collaborazione per “Give Me Some” insieme a Fedde Le Grand? 
La collaborazione con Fedde Le Grand è nata in realtà all’inizio della nostra carriera nel senso che sin da subito c’è stato un grande feeling e approvazione da parte di Fedde nei nostri confronti, forse perché gli piaceva la nostra selezione musicale, il modo di produrre e la costruzione dei set durante gli show, infatti è stato uno dei primi a supportare e suonare una delle nostre prime canzoni, “Tundra”, all’Ultra di Miami. Qualche anno dopo ci siamo detti “perché non inviargli un idea e chiedergli di terminarla insieme?” ci abbiamo provato e alla fine è andata bene.

Un aggettivo in comune che avete con Beck’s? 
Abbiamo iniziato quest’avventura con Beck’s quando lo slogan era “Cheers to Indipendence” e quindi forse è l’essere “indipendenti”, che in un mondo sempre più globale e standardizzato non è facile. Bisogna essere presenti e attivi globalmente ma restando comunque “indipendenti”, e questo è quello che cerchiamo di fare anche con la nostra musica.

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ARTIST TO KNOW: YOMBE

di Federico Ledda

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Dal sound accattivante, energico e internazionale, è facile innamorarsi del degli YOMBE. E’ anche facile capire perché Beck’s li ha voluti insieme ai Merk & Kremont come headliner della prima tappa del Beck’s on tour che sarà il 4 novembre ai Magazzini Generali di Milano.
Il duo, che si è formato nel 2015, grazie al loro EP di lancio può già vantare un iconico sound che li contraddistingue da molti, forse da tutti. Non c’è da stupirsi infatti che Carosello Records li abbia subito firmati come loro artisti. Il talento è dalla loro parte, ma vedendo il video del loro primo singolo SDIMS, lo è anche lo stile. Connubio perfetto per essere intervistati da The Eyes Fashion!

Chi sono gli Yombe? Come si formano? 
Cyen ed Alfredo si sono incontrati nei Fitness Forever, la band con cui hanno iniziato a collaborare musicalmente nel 2013. Dopo un anno di tour e collaborazioni con Erlend Oye (Kings Of Convenience) si trasferiscono a Milano dove vivono per un anno e danno luce a Yombe. Proprio a Milano una mostra sull’arte africana ci ha suggerito il nome. Una statua d’ebano, raffigurazione della maternità nell’iconografia religiosa, reca la didascalia “Yombe figure”. L’esotismo non è solo un richiamo estetico alla cultura africana ma è il leitmotiv dell’intero progetto.

Come descrivereste il vostro sound?
Una giraffa con le Nike.

Avete pubblicato un EP…What’s next? 
Scriviamo tanto materiale nuovo e contestualmente ne cestiniamo l’80%. Con molte probabilità del restante 20% faremo un altro EP.
Ci piace procedere a piccoli passi e al momento l’“extended play” è un formato più congeniale al nostro essere sintetici. Poi stiamo girando tanto. Finora abbiamo fatto circa 40 concerti in tutta la penisola e stiamo pianificando mini-tour all’estero.

Come siete entrati in contatto con Beck’s? 
E’ successo grazie a Carosello Records, la nostra etichetta. Hanno sottoposto a Beck’s il nostro progetto musicale ed è stato accolto con grande entusiasmo. Siamo felici di aver preso parte a questa serie di eventi che mettono in connessione musicisti, fotografi e videomakers creando sinergia.

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THEGIORNALISTI – FUGA ALL’ALCATRAZ

di Giorgio Zampollo (from YMW.com)

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Malpensa Terminal 2, sto andando a Londra e il mio aereo è in ritardo, per fortuna ho il mio portatile a portata di mano e posso ripensare e riascoltare quello che ci siamo detti io e Tommaso  dei Thegiornalisti qualche giorno fa. Il gruppo mi piace molto e il nuovo album “Completamente Sold Out” è un disco prodotto con metodo e che non ha una canzone fuori posto. Ogni canzone è al centro del progetto, c’è un’unità compositiva e di concetto che lo rendono veramente credibile.

Sapete cosa funziona dei Thegiornalisti? La capacità di superare gli stereotipi, la totale accettazione della parola “Pop” e la semplicità con cui rendono fruibili le loro canzoni.

L’album è un concentrato di idee, espresse volutamente nel modo più diretto e semplice possibile, Tommaso in questo album si spoglia di tutte le metafore, non usa inutili parole che aiutino ad esprimere un concetto; usa solo le più dirette, quelle strettamente necessarie. Il disco sarà seguito da un Tour che toccherà le principali città italiane: il 17 Novembre Milano all’Alcatraz, data che si preannuncia piena di emozioni dato l’amore che i milanesi mostrano verso il gruppo romano, e continuerà a Torino, Bologna, Firenze, Pozzuoli e Roma.

La mia introduzione è un’apertura per avvicinarmi al format di The Eyes Fashion, in questo caso sono ospite e cerco di trasportare e rendere accessibile la passione che mettiamo su YMW in ogni intervista.

Le collaborazioni Young Music Writers e The Eyes Fashion non iniziano in questa sede e non finiranno qui, per cui, senza perderci in troppi proclami auto celebrativi incominciamo con le domande e con le risposte

 

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Il disco è bello, è centrato ed ha una sua forma sia estetica che contenutistica che reputo forte
Grazie, partiamo bene, mi fa veramente piacere.

Vorrei parlare dei momenti che hanno caratterizzato il disco, delle sensazioni che ti hanno accompagnato durante la creazione di questi brani: La prima caratteristica che mi viene in mente è che il disco è notturno, solare nei contenuti ma notturno nella stesura, arrivi a casa e cosa racconti?
Il disco è molto notturno hai ragione, ci sono momenti in cui mi emoziono molto, sono un sentimentale, mi capita di piangere anche al cinema per una commedia, ho la lacrima facile. Avendo la valvola un po’ spanata delle sensazioni spesso godo molto da un lato ma dall’altro soffro, soffro fisicamente molto. Questa cosa cerco di tradurla in canzoni, ma parte tutto da una gioia incontrollata.

Ti parte dalla pancia? 
In realtà è un brivido di tutto il corpo, dalle gambe alla pancia. Sono sensazioni naturali che vengono scritte.

 

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È possibile che questo essere così spontanei nelle canzoni intercetti delle persone che si rivedono molto in quello che fai, dall’andare in giro di notte al vedere il mondo in un’altra prospettiva. La notte, scusami l’ossimoro, ti illumina le risposte?
Certo, è così in più il discorso è legato alle persone: ci sono delle persone che hanno un potere su di me incredibile, passo dallo stare male a non avere nessun problema, mi passa tutto, tutto. Nessuna ansia, nessun mal di testa, mi viene voglia di uscire e di andare a scoprire qualcosa.

Vasco (Rossi) lo sento tanto nel disco, mi sbaglio? Correggimi se sbaglio, la batteria di “Guarda dove vai” in Disperato, c’è altro? 
Questo ti dico la verità non lo so, però Vasco c’è senza dubbio, abbiamo messo la tromba di Giocala, la citazione è completa, è letterale proprio.

 

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Il rapporto con ragazzi di altre regioni e dagli stili di vita differenti ti aiuta? Ti “vedo” molto romano come appartenenza artistica. Ti senti parte di un gruppo di artisti provenienti dalla tua città?
Non lo so, la magia si crea quando incontro persone che hanno abitudini diverse dalla mia. Con le persone romane ho meno possibilità di creare qualcosa di magico attraverso dei dialoghi, siamo molto “settati”; invece quando sono a Milano loro sono attratti da me e dal mio accento, e io lo stesso, si crea un vortice di energia. È un momento veramente bello.

La scrittura ti aiuta a mettere giù queste sensazioni?
La scrittura è l’unica cosa che conta in questo senso.

 

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Con Matteo (“C-loop Cantaluppi” ndr.) che rapporto avete? È un rapporto artista produttore o c’è qualcosa di più?
Con Matteo abbiamo un rapporto che purtroppo sta andando oltre l’artistico, e questo non è sempre un bene, ci siamo trovati talmente bene e ci emozioniamo troppo insieme, non lo vedo come una figura distaccata. Abbiamo una stima reciproca ed un feeling incredibile.

Dal punto di vista artistico avete delegato molto a lui?
Abbiamo lavorato di squadra, lui io e Marco il chitarrista, abbiamo lavorato molto.

La sintesi è forse uno dei punti cardini di tutto quello che hai scritto in ”Completamente Sold Out”. Non è così?
È così, una delle mie canzoni preferite proprio a livello di testi è “Fatto di Te” perché è proprio questo. “Sto bene solo quando faccio sport, sto bene solo quando è sabato, sto bene solo quando arrivi tu, sto male solo quando te ne vai tu“, è Prima Elementare ma è giornalismo puro. La prosa più diretta, nessuna secondaria. Magari non potrò fare tutti i dischi così anche perché davvero rischi di distruggerti, ma per scrivere questo disco ho cercato di spingermi oltre anche con le sensazioni. ”Fuoricampo” (il disco precedente ndr.) era più armonioso, meno dionisiaco. Se fuoricampo è apollineo, il nuovo è dionisiaco.

Grazie Tommaso.
Grazie a te. Grazie di non avermi chiesto di spiegarti le canzoni, se te le spiego poi la gente non ci può più volare.

 

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DUA LIPA IS HOTTER THAN HELL

di Federico Ledda

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Si è concluso ieri sera il tour Europeo dell’inglese DUA LIPA.
Si è concluso a Milano al Tunnel, registrando il 9 sold out di 12 show.
L’HOTTER THAN HELL TOUR è proprio come si preannuncia: hot.
La cantante, seppur non con un vasto repertorio ha saputo appassionare e ammaliare il suo pubblico, accorso numeroso. Aiutata dal pre rec (cori della sua voce pre registrati) Dua ha comunque regalato una performance tecnicamente impeccabile.
La scaletta ha ripercorso tutto il suo primo anno di successi, da Be The One all’ultima Blow Your Mind (Mwuah).
Visto tanto trasporto dai fan, Dua ha fatto la promessa di tornare presto in Italia. Magari in una venue più capiente?

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DJ LOLLINO ALL OVER THE TOP!

di Federico Ledda

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Conoscere Lollino e non essere trasportati dalla sua gioia e dal suo entusiasmo è veramente impossibile. Si presenta così il deejay italiano vincitore della BURN Residency. La competizione, giunta al sesto anno, si occupa di trovare deejay talentuosi e di puntare tutto sul loro futuro. Lo fanno però in grande stile, mettendo i 26 prescelti (uno per paese) in una villa mozzafiato a Ibiza attorniati da vere e proprie leggende del calibro di Carl Cox e Dubfire. Da 26 talenti, a vincere il premio di 100mila euro da investire sulla sua carriera è stato il torinese Lollino, che fino all’ultimo se l’è sudata…

Come ci si sente a essere il vincitore della BURN Residency?

Sono felicissimo, è un emozione indescrivibile! Non mi sembra ancora vero, si sono avverati tutti i miei sogni in una sola estate, quelli su cui lavoravo da tantissimi anni. Dopo quasi quattro mesi qui ad Ibiza, sono venuto a conoscenza della vittoria tramite un cartellone gigante con la mia faccia nel centro dell’isola, uno di quelli che ho sempre desiderato fin da piccolo, da quando vedevo quelli di Carl Cox, Sven Vath o Villalobos… Mi piacerebbe poterlo portare a casa ma e’ troppo grande!

Puoi spiegarci di preciso in che cosa consiste il contest?
È stata un’esperienza pazzesca e lo è tutt’ora. Per i primi mesi è stato un po’ come tornare a scuola ma in una villa a Ibiza… di quelle che non si possono neanche immaginare, con maestri come Carl Cox, Philipp Straub, Dubfire, Uner, John Digweed, Luciano, Miguel Campbell e tanti altri. Con gli altri 26 DJ è nato subito un rapporto stupendo dove, pur essendo in competizione, l’invidia o la paura non hanno mai preso il sopravvento, si è collaborato e fatto squadra fin dall’inizio e questo ha permesso a tutti di poter dare il meglio. Ogni giorno avevamo lezioni interessanti da parte dei più grandi DJ, produttori e maggiori esponenti del mondo musicale e dal mattino alla sera non smettevamo di imparare, di suonare e di produrre. Il posto perfetto, un’esperienza unica e indimenticabile! Dopo aver vinto insieme ad altri due dj questa prima fase nel Burn Boot Camp, è iniziata la seconda parte dove ho suonato tutte le settimane tra Sankeys, Privilege, Ushahia, Mambo, Bora Bora ma anche in tante feste private in villa, in barca e persino in un bagno con il gran finale all’Amnesia, nella terrazza per la serata Hyte!

Cosa succederà quindi nei prossimi mesi?
Nei prossimi mesi ci saranno un bel po’ di date in giro, a partire dall’Ade di Amsterdam con la crew di Hyte, poi Londra, Lituania e Torino, la mia città! Mi piace sempre mettere musica almeno una volta al mese a casa mia! Tra una data e l’altra cercherò di passare piu’ tempo possibile in studio! Ci saranno anche un po’ di eventi Burn a cui saro’ presente…quindi beh, per fortuna si prospetta una stagione bella movimentata in attesa della prossima Ibiza!

Come descriveresti la tua musica?
Non penso di saper descrivere la mia musica con un solo genere o una parola. E’ molto influenzata dal mio stato d’animo  del momento e dal luogo in cui mi trovo a suonarla! Prediligo comunque un suono allegro che trasmetta vibrazioni positive ma sono sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo! Nei mie set mi piace molto spaziare dalla house alla techno cercando sempre di suonare qualche disco nuovo, qualcuno più ricercato e mischiarli a pezzi storici e immortali !

Come ci si sente ad essere arrivati fino alla patria della musica dance come deejay?
Da quando ho iniziato ad appassionarmi alla musica elettronica non c’è stata estate in cui non sono passato almeno due giorni da quest’isola per poter ballare e ascoltare i miei dj preferiti… Potere adesso condividere insieme a quelli che erano i miei idoli queste prestigiose consolle in locali storici come l’ Amnesia è qualcosa di indescrivibile. Mi sento un po’ come un calciatore che dopo anni di allenamenti e partite ha finalmente avuto l’occasione di scendere in campo con la nazionale. Ora spero di poter “giocare” il piu’ possibile!

I tuoi prossimi progetti?
Cercare di produrre più musica possibile e provare ad imparare sempre qualcosa di nuovo, continuando a studiare e lavorare in studio! E ovviamente suonare il più’ possibile, sia in Italia che in giro per il mondo. Non mi stancherei mai di mettere i dischi, per me è sempre la parte più bella e gratificante di questo lavoro! Altri progetti a cui tengo molto, su cui sto lavorando da un paio di anni, sono quelli con il mio socio/amico Stefano Genta. Il lancio della nostra etichetta Morning Glory e il progetto live Soundside.

LOLLAPALOOZA – THE VIBE

Here’s what happened onstage and backstage during Chicago’s Lollapalooza 25th anniversary few months ago.

 

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Block Party
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Die Antwoord
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Disclosure
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Dua Lipa
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Ellie Goulding
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Flosstradamus
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Flume
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Grimes
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HAIM
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Halsey
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J Cole
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Jane’s Addiction
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Lana Del Rey
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Diplo
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Major Lazer, MØ
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Martin Garrix
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Radiohead
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Red Hot Chili Peppers
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Saint Motel
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Vic Mensa

IL PAGANTE DEBUT ALBUM

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Dopo anni di singoli posizionati ai vertici delle classifiche e dopo una fan base cresciuta a dismisura è finalmente uscito ”Entro In Pass” il disco di debutto del trio ”Il Pagante”!

Con l’ironia sopra le righe che li contraddistingue, Il Pagante è uno dei gruppi più in voga in Italia capace di dettare le tendenze musicali delle notti dei giovanissimi. Con video da oltre 20milioni di visualizzazioni  e più di 100 live all’attivo sono stati capaci di sviluppare una vera e propria categoria sociale che, come un virus, ha influenzato con il classico gergo milanese da ”pagante” tutta Italia facendo diventare termini tipo ”sbatti” e ”minchia frate” veri e propri must.

Entro In Pass racchiude tutta l’essenza della loro filosofia intraprendendo un viaggio che comprende inediti come Fuori Corso e Ultimo e anche le loro maggiori hit come Pettinero e Vamonos.

Li abbiamo seguiti durante il loro primo instore milanese dove ad attenderli in Piazza Duomo c’erano dozzine di paganti pronti a farsi firmare il disco. Per vedere il video clicca qui.

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#MYFIRSTLOLLA

di Federico Ledda

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E’ accaduto davvero e ancora non ci credo.
Mentre scrivo queste parole sono sull’aereo che mi porta da Chicago a New York. Sì, proprio così a Chicago, Illinois dove ho partecipato, in rappresentanza di #theeyesfashion al 25esimo anniversario del leggendario festival LOLLAPALOOZA. Per completare in follia la situazione, siamo stati invitati con un pass ”artisti”, ovvero il pass dei performer, l’unico che ti dava accesso a ogni aerea della manifestazione!

Ne sono successe di tutti i colori e in questo articolo – diario di bordo – cercherò di raccontarvi, anche grazie a delle foto scattate dal mio fedele compagno iPhone quello che si può raccontare.

Per celebrare il 25esimo anniversario del festival, il fondatore Perry Farrell (cantante dei Jane’s Addiction) e i suoi soci, hanno deciso di ampliare la line up regalando alla città di Chicago un giorno in più di festival… Non si è quindi cominciato di venerdì come al solito, ma per la prima volta di giovedì! Puntuale come un orologio svizzero, mi faccio trovare all’ingresso artisti per le 13 di giovedì dove faticano a trovare il mio pass ” ecco – penso – era tutto una cavolata” ma non mi perdo d’animo. Dopo un’oretta d’attesa si palesa l’assistente di Perry che si scusa per il disagio: effettivamente il pass c’era, ma la barriera della lingua ha fatto sì che fosse messo sotto il nome di ”Federico Ledades” al posto di ”Federico Ledda”. L’assistente (che si muove solo ed esclusivamente con il golf cart più glamour che esista) mi fa fare un breve tour dell’immenso Grant Park, location storica del festival, per poi mollarmi in quello che per quattro giorni sarà per me il paese dei balocchi: la ARTIST LOUNGE!

Mi spiego meglio: la Artist Lounge nasce dietro il palco principale, il Samsung Stage ed è come se fosse un villaggio dove gli artisti si divertono e si rilassano prima e dopo i live. Oltre a esserci i camerini, nella lounge sono presenti: il barbiere, l’estetista, la massaggiatrice, svariati band di moda e tredici miliardi di quantità diverse di cibo per un catering da fare invidia anche ai matrimoni dei mafiosi. Questo ben di Dio ovviamente è tutto gratis perché se sei lì sei un’artista…Ovvio, io ero l’eccezione che confermava la regola.

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Uno degli stand dei brand nella lounge. Mitchell & Ness è il produttore delle più iconici jersey di Basket come quelle dei Chicago Bulls.
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Io che mi riposo e i camerini degli artisti nella Artist Lounge

Il primo giorno si consuma velocemente tra i concerti di Lana Del Rey, J Cole, The 1975, G-Eazy e una nuova scoperta: Kehlani, rapper statunitense che sono sicuro farà presto far parlare di sé anche in Europa.

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Il palco di Lana Del Rey durante il suo show

Il day two si apre con un fantastico live dei nostri amici e supporter Saint Motel che nonostante l’ora (erano le 14, e i cancelli erano aperti da un’ora) riescono a regalare un vero e proprio show mozzafiato. Contenti e soddisfatti dopo il live siamo andati insieme a mangiarci un Hot Dog nel ”Chicago Style” che, si dice, sia l’Hot Dog migliore d’America.

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I Saint Motel sul palco.

Mangiato l’Hot Dog e uno strano cono fatto con dei Pop Corn caramellati e ghiacciati, lascio Aj e gli altri dei Saint Motel e proseguo per la mia strada dove mi imbatto in una divertentissima (e alticcia) MØ, (la cantante danese autrice di Lean On insieme ai Major Lazer) che dopo un sorso di vodka è corsa a esibirsi sul palco per un vero e proprio live con i fiocchi. Datemi ascolto e andate a sentirla se mai ne avrete occasione. Merita. Tanto.

Io e MØ!
Io e MØ!
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MØ e la sua band che combattono contro la pioggia sulle note di ”Walk This Way”

La giornata è anata avanti e finalmente dopo anni di attesa sono riuscito a sentire dal vivo gli M83 che mi hanno sorpreso con una performance sbalorditiva da dieci e lode della loro Midnight City” che dal vivo è veramente figa ed è stata apprezzata anche da MØ, Zoe Kravitz e Saint Motel, tutti presenti al live.

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Foto fatta a tradimento (anche se non si direbbe) durante il live degli M83

Dopo lo show sono tornato nella lounge per rilassarmi e onestamente, per andare in bagno, dove ho incontrato GRIMES che faceva la fila dietro di me. La situazione era talmente folle che quando il bagno si è liberato non me ne sono nemmeno accorto e ho continuato a fissarla e lei, ovviamente, ha capito e si è messa a ridere. Cazzo. Dieci minuti dopo era sul palco a fare una delle esibizioni, a mio parere, più energiche, rivoluzionarie e interessanti di tutta la manifestazione.

La giornata è andata avanti e si è conclusa con due ore di show dei Radiohead che a mio dispiacere non hanno suonato ”Creep”.

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Radiohead live al Samsung Stage

Il sabato si è aperto con il live della emergente Dua Lipa che ho poi incontrato nell’area stampa mentre facevo un’intervista (in uscita a breve). Ci ho chiacchierato un po’, abbiamo la stessa età ed ero curioso di come una mia coetanea stesse passo dopo passo conquistando il mondo… Da lì a una settimana è stata ospite di Jimmy Fallon nel suo show, il più seguito di tutti gli Stati Uniti.

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Dua Lipa viene fotografata da Rolling Stone Magazine dopo il suo live

Ritorno nel backstage dove incontro Yolandi e Ninja dei Die Antwoord che nonostante suonino solo il giorno dopo sono venuti a godersi un po’ di tempo al festival insieme alle loro figlie che sembrano le bambine di Shining versione moderna. Un’amica che è con me prova a scambiare due chiacchiere con Yolandi che le risponde in modo più che maleducato manco fosse la regina di sto ca… Grazie a Dio nel frattempo io incontro Halsey ed è amore a prima vista. lolla 12

La giornata va avanti scandita con i live dei Block Party, Jane’s Adiction e Red Hot Chili Peppers che chiudono la serata. Poi tutti alla Lincoln Hall per l’after Party dei Saint Motel!

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Il panorama durante il finale del live dei Block Party e l’inizio dei Red Hot Chili Peppers quasi in contemporanea
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Facce da After Party: post show Saint Motel con il mio amico AJ e la dolcissima Tiffany Borland

Il quarto giorno è stato il più intenso di tutti anche grazie alle conoscenze fatte durante la giornata, che è iniziata con il live degli Years & Years. Tutto è proseguito ”normalmente” tra incontri furtivi nel backstage e drink a base di vodka. La vera figata però è avvenuta dopo il live di Flume. Nel backstage ho chiacchierato insieme a Vic Mensa che mi ha confessato che non è mai venuto in Italia perché la gente la sua musica la scarica e non la compra, il che ci sta, mi dice, perché la musica la scarica illegalmente pure lui.

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FLUME live
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Con Vic Mensa

Il festival finisce ma io e la mia amica facciamo in tempo a stringere amicizia con Flume che ci invita all’after party delle Haim. Ci diamo appuntamento sotto il suo hotel e decidiamo di andare insieme alla festa. Durante il tragitto ho l’occasione di fargli qualche domanda sui suoi colleghi. Tutto okay, fino a quando non inizia a sparare merda su una nota cantante americana con la quale, si diceva, abbia avuto un flirt… Che tra l’altro lui mi conferma.
Arriviamo al party che è un po’ noioso, allora tempo dieci minuti, carichiamo in macchina le Haim, Vic Mensa e altri loro amici e ci spostiamo tutti in un locale, dove Flume prende il Privè e sedici mila bottiglie di Belvedere. Come potete immaginare ho ricordi sconnessi del finale della serata, ma ho trovato un paio di foto…

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Flume
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Con una delle Haim che cantiamo Pray To God, loro collaborazione con Calvin Harris che il dj ha deciso di mettere nel momento più adatto.

E’ stata una delle esperienze più belle e uniche della mia vita, ho conosciuto gente squisita e tutti (Die Antwoord a parte) sono stati carini, cordiali e interessanti. Spero che in base ai miei racconti vi siate sentiti coinvolti almeno un po’ in questo viaggio che a modo suo la vita me l’ha cambiata.

BEYONCE’ SLAYED IN MILANO – THE FORMATION WORLD TOUR

di Federico Ledda Beyonce-san-siro-1-1024x683

Sarà difficile vedere un concerto di un altro artista senza metterlo a paragone con quello che io e altre 60mila persone abbiamo vissuto ieri sera a S.Siro.
Erano mesi che i fan l’aspettavano in trepidante attesa e finalmente sulle note di ”Formation”, come una vera regina, tra luci, fumo e urla assordanti è spuntata da sotto il palco lei: BEYONCE’.

La cantante Texana non ha lasciato spazio per la noia grazie a uno show sbalorditivo che ha infiammato Milano e tutto il pubblico accorso molto più numeroso rispetto a quello di settimana scorsa per la sua ”rivale” Rihanna.

Il match Rihanna – Beyoncé lo vince infatti quest’ultima che ha saputo sbalordire anche i più scettici mettendo in piedi una performance spumeggiante e impeccabile, degno di una vera professionista.

Trentuno i pezzi in scaletta divisi in atti grazie a dei fashion-video presi dal suo ultimo visual album ”Lemonade”. Non solo canzoni d’amore pop, ma veri e propri inni a combattere per il proprio io e per gli ideali comuni.

Lo show di ieri è stata la conferma che Beyoncé è un passo avanti a tutti ed è qui per restare. Come canta lei stessa: ”I Slay”.

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ANTI WORLD TOUR LIVE IN MILAN

di Federico Ledda

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Dopo mesi di attesa Rihanna ha finalmente conquistato S.Siro… O almeno ci ha provato.
Tanti i pareri discordanti riguardo il concerto di ieri sera a Milano che nonostante l’attesa, a pareri di tanti ha deluso.

Il blasonato produttore Dj Mustard e il rapper Big Sean sono stati abili a scaldare l’atmosfera come opening act nonostante però il pubblico fosse occupato a difendersi dal diluvio universale. Problema che ha infatti posticipato l’entrata sul palco della pop star alle 22:25.

Lo show, presentato nella versione ridotta, con tanti medley e con restrizioni sulla scaletta (decurtate FourFiveSeconds e Kiss It Better) ha visto sul palco una Rihanna più ballerina che cantante che per un’ora precisa ha dato il meglio e il peggio di sé alternando grandi capacità canore su pezzi come Diamonds a vere e proprie performance in playback.

Nel bene o nel male Rihanna ha fatto tremare lo stadio e i 75mila accorsi al concerto ne sono però rimasti estasiati e sperano nell’aggiunta di altre date nel bel paese: ”Non sarà perfetta, ma ci piace così!”.

Il prossimo turno è quello di Beyoncé che lunedì 18/7 porterà il suo FORMATION WORLD TOUR allo stadio Meazza. Saprà far di meglio?

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PHARRELL WILLIAMS TAKING OVER MILAN

di Federico Leddapharrellwilliams

Concerto fuori dall’ordinario quello di ieri sera per Pharrell Williams che ha infuocato la summer arena del Mediolanum Forum di Milano. Non si fa per dire, l’artista americano, ufficialmente per la seconda volta live nella capitale della moda ha dato tutto il meglio di sé… e anche Milano non si è limitata.

Il concerto è iniziato con ”Lose Yourself To Dance” magica ballata frutto della collaborazione Williams – Daft Punk. La scaletta è poi andata avanti creando uno show unico riproponendo pezzi che hanno segnato la storia dell’artista e dell’R&B come ”Drop It Like It’s Hot”, o ”Beautiful”.

La risposta del pubblico è stata talmente calorosa da spingere Pharrell a eseguire la sua ”Freedom” non una, non due, ma ben tre volte di fila regalando così un’emozione unica al cantante-produttore che come lui stesso ha detto: ”non me lo dimenticherò mai”.

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Esclusive: Poté personal summer playlist

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Abbiamo passato un’ora con Poté, deejay che sta spopolando tra i club con la sua hit Katz, numero uno nella classifica dance BBC R1.
In esclusiva per #theeyesfashion, ha deciso di creare la playlist delle cinque tracce che gli ricordano l’estate. Ecco quindi la selezione dell’Inglese Poté, ready to dance?

Snoop Dogg – Beautiful ft. Pharrell Williams

– E’ praticamente impossibile secondo me trovare un produttore migliore nei primi 2000. Beautiful è l’esatta prova del grande lavoro che ha fatto Pharrell durante quegli anni, creando un vero e proprio inno estivo tuttora in voga. Non nego che sono spesso spinto a includere il brano come finale dei miei dj set… Arriverà quel momento prima o poi!

Thundercat – Them Changes

– Mi ricordo di aver ascoltato esibirsi live Thundercat tre o quattro anni fa alla Boiler Room di Londra. E’ stato un invito dell’ultimo minuto, ma sono andato ed è stato indescrivibile. Them Changes è un gran disco che mi farà sempre venire il buonumore! 

Majid Jordan – Forever

– Se l’amore avesse un suono, secondo me sarebbe proprio questo. C’è qualcosa di magico in questo brano, che riesce sempre a farmi divertire. Posso benissimo immedesimarmi in uno di quei ragazzi ripresi nel video mentre ballano in metropolitana come se non ci fosse un domani.

Beres Hammond – I Feel Good

– Devo incolpare mio padre per avermi ”tormentato” con Beres Hammond e specialmente con questa traccia sin da quando sono nato. Era impossibile entrare in casa mia senza sentirla. Ascoltandola posso benissimo immaginarmi di nuovo a Santa Lucia sorseggiando una birra insieme alla mia famiglia.

Saint Tropez – Hold On To Love

– Se mi ricordo bene, mi sono imbattuto in questa canzone involontariamente mentre facevo un giro su YouTube…E’ questa la magia di Internet!

 

EXCLUSIVE – INTRODUCING ZUNO

di Federico Ledda

Oggi #THEEYESFASHION vi presenta ZUNO, camaleontico rapper italiano che a breve farà tanto parlare di sé. Classe 1998, all’anagrafe Mattia Zuno, inizia a sputare le prime rime quando è ancora in fasce, portando la sua musica e i suoi testi a una maturità disarmante nonostante la sua tenera età – ”Devo fare diciotto anni a settembre” – ci racconta. Con il supporto di Machete Crew, etichetta che ha lanciato artisti come Salmo e Nitro e con quello di Roccia Music di Marracash, ZUNO, ha già lanciato tre singoli e uno street album in free download. L’abbiamo incontrato in occasione del nuovo pezzo ”Odiare Di Nuovo”, in uscita oggi!

In che modo l’hip hop ha caratterizzato la tua infanzia?
Ho iniziato ad avvicinarmi alla musica verso i 14 anni, in prima superiore. Da quel momento in poi la mia vita è stata man mano inglobata completamente dalla musica… anno dopo anno, fino ad arrivare a oggi che è il principale pensiero e impegno di ogni giornata.

E’ difficile essere presi sul serio, musicalmente parlando, alla tua età?
Agli inizi non tutti hanno capito quello che stavo facendo, mi vedevano un po’ come l’ennesimo che iniziava a fare rap. Quindi sì, è stato difficile ma dopo pochi mesi, con l’uscita del primo video, questa atmosfera è cambiata rapidamente trasformandosi in rispetto. Ora questo problema non esiste più, prendono tutti con molta serietà quello che faccio.Di cosa parli nei tuoi testi?
Non mi prefisso mai un argomento da seguire. Parlo sempre di come mi sento in un determinato periodo cercando di non romanzare mai troppo i fatti seguendo come realmente sono andate le cose anche se dovesse poi risultare scomodo. Per altri o per me. Credo che si tratti prima di scrittura e poi di musica quindi non potrebbe essere che così.

Parlami del nuovo pezzo in uscita con il video
La realizzazione, sia del video che del brano, è stata lunghissima. Solitamente andavo in studio e dopo due ore uscivo con il master da pubblicare, + qualche altra ora successiva per pensare alla realizzazione del video. In questo caso, che le cose si sono fatte finalmente un po’ più serie, è stato diverso. Io e Chris Nolan ci siamo ritrovati in studio 3 diverse giornate per cercare la perfezione in quello che stavamo facendo, più un altro paio di giorni all’interno dei Machete Studios con Low Kidd e DJ Slait, che ringrazio per il supporto. L’organizzazione del video è stata altrettanto lunga, l’organizzazione ha richiesto quasi un mese… Infatti nelle riprese è tutto curato al minimo dettaglio, anche i miei look e quelli degli attori. Facendo tutto da soli non è stato facile ma ci siamo riusciti senza problemi. Non penso di aver già visto un video simile in giro.

A chi ti ispiri?
Vengo ovviamente condizionato ogni giorno da mille sonorità, generi ed artisti diversi perchè è normale che sia così. Credo che sia anche perché a 17 anni si è facilmente influenzabili. Il mio obbiettivo è però avere un mio stile. Farsi riconoscere è fondamentale, non diventerai mai nessuno se quello che fai è già stato fatto.

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HELLO TO LAUREN LANE

di Federico Ledda
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Lauren Lane vive a Los Angeles e fa la deejay. Nel corso degli ultimi anni ha fatto tanto parlare di sé grazie al sound iconico che l’ha resa nota prima nella scena di New York e dopo breve a livello mondiale. Lauren può vantare partecipazioni a festival di rilevanza mondiale quali Coachella, DC – 10 e Warung. Ha rilasciato il suo primo EP ”Cool Kids” per la casa discografica Saved Records di Nic Fanciulli, diventando l’EP più venduto dell’etichetta per tutta la durata del 2014 ed è in uscita con ”Diary Of A Madwoman”, il suo nuovo EP. Abbiamo incontrato la bella Lauren mentre andava a Ibiza per uno dei suoi set…
Stai diventando sempre più grande! Come ci si sente ad essere una deejay di fama mondiale?

Non mi sento di esserlo. Il mio obbiettivo è quello di rendere la gente felice facendo quello che mi riesce meglio. Mi sento davvero grata di poter fare di lavoro quello che è iniziata come una passione, e sono contenta che a sempre più persone piaccia!
Come descriveresti la tua musica?
Il mio sound è un misto di tutta la musica che mi piace. In molti dei miei set si può notare una combinazione di house, tech-house, deep house e techno. Quando invece produco, mi piace creare un beat ”duro”, che viene poi addolcito da melodie e samples.
Molta gente è ancora alla scoperta della musica dance/techno e ha idee sbagliate a riguardo…
Molti sono convinti che la musica EDM, descriva qualsiasi tipo di deejay e di produzione elettronica. La verità è che ogni genere e ogni deejay è unico nel suo stile, ed è superfluo categorizzare tutto per forza.
Com’è stato suonare in un festival importante come il Coachella?
Ho suonato due volte al festival e ogni volta diventa meglio! E’ bello vedere come anche negli Stati Uniti stia crescendo l’interesse a questo genere di musica e quanto l’organizzazione del Coachella si sia impegnata portando un nuovo palco interamente house/techno (Yuma Tent) nel festival!
Che tipo di musica ti ispira?
Sono cresciuta ascoltando la musica rock, ma anche quella degli anni 80, e il funky della Motown. Questo ha sicuramente influito sulla mia formazione. Ha influito anche la classic house che ha avuto per me una parte fondamentale all’inizio della mia carriera.
Chi sono i tre dj che più ti piacciono?
Ho davvero troppi dj che mi piace ascoltare ed è impossibile sceglierne solo tre! Il mio preferito in assoluto è di sicuro però Danny Tenaglia perché mi ha influenzato moltissimo agli inizi della mia carriera. Credo che con i suoi set sia l’unico che riesca a farti fare un viaggio coinvolgendo diversi generi musicali.
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IL CUORE DI ANNALISA

di Federico Leddaannalisa-sanremo-2016-foto-ufficiale
 Si presenta come una ventata d'aria fresca ''Se Avessi Un Cuore'', il nuovo lavoro completamente electro pop della cantautrice Annalisa in uscita il 20 maggio.
 Realizzare cinque album in sei anni è un rischio che non tutti si possono permettere. Si è invece spinta a tanto Annalisa, riuscendo a realizzare il suo disco più completo, il SUO progetto, dove ha curato ogni singolo dettaglio. Dal design dell'artwork realizzato insieme a Laura Battista, ai testi del disco, tutti completamente scritti da lei a parte ''Potrei Abituarmi'' o ''Used To You'' scritta dalla camaleontica Dua Lipa (famosa in tutto il mondo per il successo ''Be The One'') e arrangiata in italiano da Annalisa insieme all'artista britannica.
 ''Se Avessi Un Cuore'' è un disco leggero, dai ritmi incalzanti e inusuali per l'artista di Savona che siamo sicuri, le farà fare una svolta alla sua carriera. L'abbiamo incontrata pochi giorni fa a Milano eccitata dall'uscita del suo nuovo album, ecco cosa ci ha raccontato...

Cinque album in sei anni, in che modo questo è diverso dagli altri?
Ogni album mi ha permesso di crescere e di fare un percorso graduale portandomi a un sound più elettronico e conforme ai suoni della scena pop americana.

Nell’album c’è anche ”Il Diluvio Universale”, brano che hai portato quest’anno a Sanremo…
”Il Dilvuio Universale” io lo vedo come un’opera unica, che per ragioni di logica è stata inserita nel disco. E’ un po’ il perno che unisce quello che è stato a quello che è ”Se Avessi Un Cuore”.

In che modo credi che la leggerezza traspaia dal disco?
Penso che esca soprattutto in un brano che si chiama ”leggerissima”, dove in sostanza cerco di dare valore alla leggerezza in quanto capacità di lasciarsi alle spalle qualcosa… Di mollare la presa, che non significa perdere, ma arrendersi in modo sereno.

Nel brano ”Potrei Abituarmi” c’è una collaborazione con Dua Lipa, in che modo l’hai conosciuta?
Mi è stata presentata nei corridoi di Warner, l’etichetta discografica di entrambe. Capita spesso di conoscere gli altri artisti che passano di lì, ma con lei è subito scattata una scintilla particolare, ci siamo trovate.
Insieme al suo gruppo di scrittura, con la quale scrive i suoi brani hanno scritto questa canzone ”Used To You”, che Dua mi ha poi proposto. Ci abbiamo lavorato su per renderla più mia, e così è diventata ”Potrei Abituarmi”.

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6 MUSIC FESTIVALS MUST SEE DURING SUMMER

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L’estate è alle porte, e con sé lo è anche la stagione dei festival.

Ecco i 6 festival con le line up più interessanti del mondo, fasce prezzo e città coinvolte. Signore e signori, per voi la guida di #TheEyesFashion ai festival da non perdere per nessuna ragione.

  1. CHICAGO, USA.
    LOLLAPALOOZA
    (28/07 – 31/07)
    $ 120 – $ 4,200Insieme al californiano Coachella, si presenta come uno dei due festival più grandi e importanti di tutti gli Stati Uniti. Affollato da centinaia di migliaia di persone, quest’anno il Lollapalooza, celebra il suo 25esimo anno, regalando così un giorno in più di musica riuscendo a realizzare una delle line up più forti degli ultimi anni.LINE UP: Radiohead, Red Hot Chili Peppers, Lana Del Rey, J Cole, Major Lazer, Disclosure, Flume, Grimes, The 1975, Die Antwoord, Vince Staples, Bloc Party, The Last Shadow Puppets etc…palooooo
  2. THE GARDEN TISNO, Croatia
    SuncéBeat7
    (20/7 – 27/7)
    £ 15 – £ 150Se si parla di House, Techno, Deep Soul House e Soul, non si può non citare il SuncéBeat Festival, che giunto ormai alla sua settima edizione, si conferma come una certezza per gli amanti del genere. Dalle location stupefacenti, il festival itinerante, che comprende appuntamenti sulla terra ferma, così come in barca, presenta quest’anno una line up dai nomi storici, pronti a soddisfare anche i più esigenti.LINE UP: Dj Jazzy Jeff, Black Coffee, Louie Vega, Derrick Carter, Detroit Swindle, Henrik Schwarz, Joey Negro, Prosumer, Terry Hunter, Mike Dunn, etc…unspecified
  3. TREVISO, Italia
    HOME FESTIVAL
    (1/09 – 4/09)
    € 18 – € 60Nato sulla falsa riga dei festival americani, l’Home Festival cresce a dismisura di anno in anno. Così come aumenta lo spessore degli artisti che calcano il palco della rassegna. L’Home, non è solo un festival, ma è una vera e propria esperienza, che ti lascia la voglia di ritornarci l’anno seguente.LINE UP: Prodigy, Editors, Vinicio Capossela, Eagles Of Death Metal, Fabri Fibra, Salmo, Pendulum, Alborosie, etc…home
  4. LONDRA, UK
    WIRELESS FESTIVAL
    (8/7 – 10/7)
    € 76 – € 280
    Evento leggendario, meta di tutti i fanatici di festival che ogni anno migrano da tutta Europa e non, è un vero e proprio happening alla quale è vietato mancare.LINE UP: Calvin Harris, Miguel, J Cole, Kygo, Big Sean, Jess Glynne, Fergie, Chase & Status, Future, Craig David, The 1975, Kwabs, Dua Lipa, etc…wireless-festival-finsbury-park
  5. BUDAPEST, Ungheria
    SZIGET FESTIVAL
    (10/8 – 17/8)
    € 59 – € 269
    E’ il festival che più è cresciuto a livello europeo negli ultimi anni. Famoso per la totale risposta del pubblico, lo Sziget prende forma in una delle città più belle del mondo: Budapest, regalando ai presenti (artisti e pubblico) un clima che nulla ha da invidiare a festival come il californiano Coachella.LINE UP: Sia, Rihanna, David Guetta, Muse, Bastille, Die Antwoord, Parov Stelar, Jess Glynne, Skunk Annie, etc…Sziget-Festival
  6. MILANO, Italia
    MI AMI 2016
    (27/05 – 28/05)
    €21 – € 32
    Una vera e propria certezza per ogni amante della musica indie italiana residente a Milano è senz’altro il MI AMI, che giunto alla sua 12esima edizione stupisce con due giorni da urlo.LINE UP: Crookers, SBCR, I Cani, Calcutta, Tommaso Paradiso – Thegiornalisti, i Ministri, Boyz Narcos, Cosmo, etc…SONY DSC

OSLO – A SPEAKER FROM THE FUTURE

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Non solamente uno speaker ma un vero e proprio stile di vita.

E’ così che si presenta la novità della casa danese Vifa. Il nuovo arrivato nella linea Nordic si chiama OSLO, speaker portatile bluetooth dal design minimale e dalle linee pulite, che non rinuncia però a un suono ottimale, per un ascolto pari a un’esperienza che lascia il segno.

Oslo unisce la qualità allo stile, grazie alla scocca di tessuto prodotta da Kvadrat, leader manifatturiero e tessile europeo.

Il podrotto è disponibile in giallo, blu oceano, ice blue, grigio scuro, e grigio chiaro. Voi come lo scegliete?

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MODERAT’S EXPLOSION

di Federico Ledda

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Ieri sera all’Alcatraz di Milano, abbiamo assistito a una vera e propria celebrazione: quella dei Moderat.
Il gruppo tedesco si è esibito a Milano in occasione dell’uscita del loro nuovo disco III. Dal suono crudo e ipnotico, il live della band si è presentato come un perfetto connubio tra passato e presente amalgamato perfettamente in una setlist da urlo.
Da urlo era anche il parterre dell’Alcatraz, per l’occasione COMPLETAMENTE sold out.
I Moderat dal vivo meritano, così come merita anche il loro tecnico luci e il visual designer che insieme alla band è riuscita a regalare uno spettacolo capace di coinvolgere tutti i sensi.