THE ART OF SEX

di Valentina M.

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Se vi sono due cose che apprezziamo e seguiamo, queste sono l’arte e la pornografia; più nel dettaglio, l’arte contemporanea ormai non segue più nessuna regola o tabù legittimando, invece, la libertà sessuale.

Attraverso la pornografia e il porno il nostro corpo perde la sua identità e diventa neutro, in questo modo è libero di provare piacere dando libero sfogo ai suoi istinti.

E’ il trionfo di un corpo pieno di desideri che non è più lo specchio di una identità e di un volto che è pubblico; è quindi una sorta di maschera che noi possiamo portare quando vogliamo.

Il sesso è, altre sì, uno tra i più grandi business del mondo. Anche se dall’inizio della vita, l’attività sessuale fa parte del nostro ciclo vitale e routine, l’uomo non si stancherà mai di esserne affascinato, alla ricerca giorno dopo giorno, di un qualcosa, di un particolare o di un attimo che lo faccia incuriosire e quindi eccitare.

Jeff Koons nel 1990 decide di farsi immortalare durante un rapporto sessuale con la pornostar e futura moglie Llona Staller, in arte Cicciolina; gli scatti vennero poi esposti durante la Biennale di Venezia dando vita per la prima volta, ad un’opera d’arte che prevede l’uso della pornografia.

Con Made in Heaven, diversamente dall’arte conosciuta fino ad ora, l’atto sessuale viene mostrato nella sua forma più cruda, senza l’uso di veli e senza significati intrinsechi, il sesso viene così elevato e nobilitato, mentre il corpo che l’artista mette a disposizione diventa un vero e proprio oggetto di arte, se non l’opera stessa.

Grazie a questa installazione Koons è diventato uno tra gli artisti più influenti e innovativi del mondo, dando un punto di partenza per altre opere d’arte a sfondo pornografico.

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Andrea Serrano, artista americano famoso per gli scatti d’impatto, pubblica History of Sex e Interpretazione dei Sogni dove tratta dello stretto legame tra sesso, sogni e teorie Freudiane.

Infatti nel sogno non sono presenti Tabù, non vi è un giusto e un sbagliato ne una logica; sogniamo prettamente ciò che nel profondo desideriamo e solo durante il sonno riusciamo a dare sfogo alle nostre fantasie più intime.

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Andrea Fraser decide invece di trasformare il proprio corpo in opera d’arte attraverso un rapporto sessuale con chi di arte se ne intende: il collezionista. L’atto avvenne in una camera d’albergo del Royalton Hotel di New York, dove, in un angolo, fu posta una videocamera che per 60 minuti riprese tutto.

Con questa performance del 2003, l’artista voleva sottolineare il potere indiscusso dell’uomo visto come sesso forte, e lo stretto legame tra prostituzione e marketing.

Furono realizzati 5 copie del video, 3 delle quali andarono a privatisti, ed una al collezionista del video, che partecipò

non per sesso, ma per un esperimento artistico

In Official Welcome (2001) la Fraser si propone ancora come oggetto artistico, ma questa volta decide di esporsi durante una cerimonia artistica in una gallerie, nella quale si spoglia per rimanere coperta solo da un piccolo perizoma e da un paio di scarpe Gucci.

L’artista si decanta non più un essere vivente ma bensì un oggetto artistico e chiede di essere collezionata.

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In Nudes di Thomas Ruff, l’artista si appropria delle immagini pornografiche e le trasforma in oggetti artistici.

Preleva alcune immagini da film porno amatoriali,la trasforma, le sfuma e le rende più confuse, per prendersi gioco della nostra fantasia e della nostra vista.

Per quanto noi cerchiamo di captare il particolare e la definizione, perché è questo che ci eccita, non la troveremo mai. Il lavoro di Ruff, è infatti una riflessione sui nostri sensi, sull’impossibilità di veder tutto e mostrare tutto, anche se vorremmo farlo.

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