ARISA THE DREAMER

di Federico Leddaarisa-guardando-il-cielo-sanremo-2016

Reduce dall’ultimo festival di Sanremo concluso solo pochi giorni fa, Arisa si prepara a partire con il suo nuovo viaggio musicale, che la consacra come vera e propria sognatrice.
Dopo la prima partecipazione al festival, che l’ha vista trionfare tra le nuove proposte nel 2009 con ”Sincerità”, arrivare seconda con ”La Notte” nel 2012, trionfare nuovamente nel 2014 con ”Controvento” e dopo l’anno scorso al fianco di Carlo Conti, Emma Marrone, e Rocio Mugnoz come co-conduttrice, quest’anno Arisa ha deciso di ritornare sul palco dell’Ariston, presentando ”Guardando Il Cielo” brano scritto tempo fa e che per l’artista è una vera e propria preghiera che l’ha aiutata nei momenti bui.

Il brano dà nome anche al nuovo album della cantautrice lucana che lei stessa definisce ”un disco basato sulla fiducia” e che effettivamente si presenta come il più maturo della sua carriera, riuscendo a parlare di temi che spaziano dall’amore al dolore; dalla passione alla speranza e l’universo.

Varie sono le tracce interessanti del disco, a partire da ”Voce”, il brano d’apertura dell’album, che per Arisa rappresenta una richiesta d’aiuto dopo una perdita importante. Il brano più forte è però ”L’amore Della Mia Vita”. Eterea e sentita ballata riguardo gli amori che non muoiono, ma che ti segnano anche quando sono finiti. Curiosa è anche ”Una Notte Ancora”, il primo brano dance della cantante, prodotto da Don Joe dei Club Dogo e Andres Diamond.

Il disco è disponibile in tutti i digital store ed è provato al 100% dal team di The Eyes Fashion!

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THE GREAT COMEBACK OF DELUXE

di Federico Ledda

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Nati nel 2007, i Deluxe sono un collettivo francese inizialmente composto da cinque amici provenienti dalle strade di Aix-En-Provence, dove si divertivano ad esibirsi in lunghe improvvisazioni da strada. E’ proprio grazie a questa esperienza che la band ha acquisito la spontaneità e l’entusiasmo che esprime sul palco durante le esibizioni. Liberamente ispirati ai grandi maestri dello swing, dell’hip hop, del jazz e del funk, i Deluxe creano una ricetta musicale unica nel suo genere, un groove che li ha portati in pochissimo tempo all’apice del successo in Francia, dove sono delle vere e proprie star, grazie anche ai numerosi concerti alle spalle e alle numerose collaborazioni. Scoperti dalla rinomata label Man Records, dopo il successo del disco di debutto nel 2013, ”The Deluxe Family Show”, i Deluxe sono pronti a tornare con ”Stachelight’‘, il nuovo album uscito il 22 gennaio 2016. Per la band è un periodo davvero frenetico, ma siamo comunque riusciti a strappargli due parole riguardo la loro storia e il nuovo album. Ecco cosa ci hanno raccontato!

Come ci si sente a tornare sulle scene?
Ci si sente bene! Siamo ansiosi di iniziare la promozione del nostro nuovo album, e ancora di più di andare in tour!

Quali sono le maggiori differenze tra questo nuovo disco e il precedente?
La più grande differenza è che durante la lavorazione di questo nuovo lavoro, è stato tutto molto più organizzato, e siamo stati più abili a prendere le decisioni che potessero formare un buon disco: continuavamo a ripeterci che dovevamo tenerlo semplice e sofisticato. Abbiamo buttato giù ogni beat e idea che avevamo in testa, arrivando a creare 50 potenziali tracce. Dopo mesi di lavorazione, siamo arrivati a sceglierne 25 e poi siamo arrivati alle 15 tracce decisive. Ovviamente, l’aiuto dei featuring è stato essenziale per dare più magia dove necessario.


Qual è la traccia alla quale siete più affezionati?
Credo sia ”A l’heure oû” che per noi è un vero e proprio sogno impossibile diventato realtà!Realizzare questa traccia ci ha fatti rendere conto che credere a pieno nei tuoi sogni, può far realizzare qualsiasi cosa! Come in un film Disney!

Com’è stato lavorare con un’artista del calibro di NNEKA?
E’ stato un vero e proprio onore! Siamo da sempre suoi grandi ammiratori, e abbiamo avuto l’onore di conoscerla al Printemps de Bourges lo scorso anno. La cosa veramente pazzesca, è stata entrare nel nostro camerino e trovare un foglio scritto da lei, con tutti i suoi contatti per organizzare una possibile collaborazione! Da pazzi!

Quando tornerete in tour?
Inizieremo a marzo! Ci stiamo preparando ad un intenso anno di musica e viaggi!

#STAYLILLY IN LONDON – Torna a casa Lessy, (o Lilly, fate un po’ come volete)

di Liliana Riva 
foto di: Liliana's own iPhone

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Dopo 3 mesi di vita full immersion in quel di Londra, con un’alternanza di momenti di assoluta nullafacenza a suon di party e paillettes e di altri di pieno bunker da studio in cui non si distingue più il giorno dalla notte, la sottoscritta è tornata momentaneamente in Italia per le feste.

Ahhh che bello tornare a casa…la famiglia, gli amici, il gatto… Mangiare TUTTO quello che non hai mangiato in questi mesi contando anche quello che non mangerai fino al tuo prossimo ritorno… Insomma le basi della felicità.

Perché alla fine quando sei via da casa e ci ritorni, vivi una vera e propria epifania, capisci quali sono le cose importanti della vita, le cose che hai sempre dato per scontate ma che a un tratto diventano il centro di tutto e i momenti che nella loro semplicità riescono veramente a cambiarti la giornata, ovviamente in meglio.

Quando sono tornata a casa, mi sono precipitata nella sua stanza, ho aperto la porta piano con l’entusiasmo e la sorpresa di una bambina, ho sperato fino all’ultimo che fosse ancora lì, ed era lì ad aspettarmi, esattamente come l’avevo lasciato. LUI, IL BIDET.

Non ne sono sicura, ma penso di averlo abbracciato, ho scritto subito alla mia migliore amica per condividere la mia immensa gioia, mentre i cori angelici risuonavano nel mio bagno.

Altro che ”God Save the Queen”, God Save THE BIDET.

(non c è bisogno che vi stia a spiegare il perché e il per come, cerchiamo di mantenere un profilo rispettabile qua , se no vi andate a leggere il forum di Temptation Island chiaro?)

In seconda posizione troviamo lui, il solo ed unico canale 31 del televisore: Real Time.

Io vò dico, senza il sano palinsesto di Real Time conduco una vita sregolata, non so più distinguere il bene dal male, arrivo quasi a pensare che la O Bag di pelo sia alta moda. (Vi è venuta la pelle d’oca eh? Lo so, lo so).

Appuntamento immancabile è ovviamente il mio programma prefe della vita per tutti i secoli dei secoli amen: ALTA INFEDELTÀ.

Per chi non lo sapesse (e se non lo sapete correte a farvi una cultura e a imparare la vita vera svergognati!) è un programma che racconta storie di tradimenti, adulteri e triangoli amorosi attraverso tre punti di vista: quello dell’amante, quello del tradito, quello del traditore. UNA BOMBA QUINDI.

Lo si guarda per lo stesso motivo per cui si guarda una soap; immedesimarsi nei personaggi, sentirsi migliori di loro e fare quello che ci riesce meglio nella vita: criticare e giudicare. Ti dà quel senso di onnipotenza che manco forum ai tempi d’oro ti sapeva regalare.

PERO’, ”Altà Infedeltà” non è solo ”la trashata della pausa pranzo” ma rappresenta anche una grande scuola di vita quando si tratta di vendette: la moglie tradita che manda a casa in busta anonima un video simil-terroristico di esecuzione dei soldatini del marito… Oppure, un grande classico che non passa mai di moda: lei che gli ruba le carte di credito e spende i milioni in borse e scarpe… (alzi la mano chi non l’ha mai fatto almeno una volta nella vita -Un caro saluto al mio fidanzato bellissimo fantastico che mi segue da casa!)

Oltre ad Alta Infedeltà poi ci sono i vari programmi sui matrimoni delle cesse americane che scelgono abiti da sposa. Passerei le ore a guardarle mentre si strizzano in abiti da sposa 10 taglie più piccole e che candidamente, con un atteggiamento coolspotter alla Anna dello Russo, spendono 20,000$ per un abito stile Cristina Aguilera in Burlesque.

Posso sentire fino a qua l’odore di quel tessuto lucidino misto plastica cheap che fa sembrare CHIUNQUE un rotolo di Domopak.

Infine non potevo non riservare il terzo posto ad uno dei miei guilty pleasure preferiti: il caffè del bar.

Quando mi sono trasferita a Londra a settembre, ho dovuto rinunciare ad un paio di scarpe per fare spazio alla Moka in valigia, perché (cito me stessa) “Lo sciacquo dei piatti che qua spacciano per caffè, ve lo bevete voi!”

Nonostante ciò io non mi sono mai arresa, sono sempre alla ricerca dell’espresso decente perché non so se sono pronta a rinunciare allo state of mind del caffè del bar (status attuale: bene ma non benissimo).

Roba che qua quando ordini un espresso e la gentile ragazza al bancone ti risponde “2,50 pound please” io urlo al GOMBLOTTO MA ANCHE ALL’ AVADA KEDAVRA.

Potete capire quindi la mia immensa gioia e commozione quando, appena messo piede in Italia ho ordinato un espresso: era buono e l’ho pagato 1€. Grazie dei dell’Olimpo, grazie Enzo Miccio, grazie Regina George.

 

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BIG IN 2016: KLUNE

di Federico Ledda
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(from left) GIULIO: Coat Alessandro dell’Acqua; Tee Giulia Roman; Trousers Department 5; Shoes Blundstone. GIOVANNI: Shirt 1 Genito; Coat Diesel Black Gold; Jeans Levi’s. ALBERTO: Coat Alessandro dell’Acqua; Shirt Department 5; Jeans H&M; Shoes Clark’s.

The Eyes Fashion decide di iniziare il 2016 con una scommessa, e punta tutto su un nuovo gruppo che sicuramente interesserà il mercato internazionale: i KLUNE. Suono innovativo, mixato con i giusti sintetizzatori, una voce profonda e dei testi sensibili. E’ questo il cocktail che descrive al meglio i tre ragazzi di Padova, che hanno di recente pubblicato il loro primo EP disponibile nei digital stores. La canzone che ci ha fatto innamorare di loro è stata ”Hope”, che mi piace descrivere come la freschezza musicale che da tempo mancava sulle scene. Ascoltare per credere.

Da cosa deriva il nome ”KLUNE”?
Klune è una combinazione di vari nomi con i quali ognuno di noi avrebbe voluto chiamare il progetto, ma c’era sempre qualcosa che non ci convinceva reciprocamente. Un bel giorno, facendo un taglia e cuci delle varie parole, è emerso questo nome e ci piaceva molto sia da scrivere che da pronunciare.

Ascoltando il vostro EP di lancio, si nota una maturità a livello di sound difficile per degli emergenti, come la definireste?
Credo che alla base del nostro sound ci siano semplicemente tanti ascolti diversi e tre percorsi musicali completamente differenti, ma non inconciliabili. Ascoltare tanta musica diversa si ripercuote inevitabilmente nel nostro modo di lavorare e comporre. Chiaro che poi non vogliamo creare una cozzaglia di suoni e generi diversi, ma facciamo passare attraverso un nostro filtro quelle che sono le diverse influenze.

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(from left) GIULIO: Sweatshirt: Le Coq Sportif; Jeans Department 5; Coat Alessandro dell’Acqua; Pullover Timberland; Polo Sergio Tacchini. ALBERTO: Shirt: Alberto’s personal shirt; Jeans H&M; Leather jacket Timberland; SHOES Vans GIOVANNI: Shirt Le Coq Sportif; Jacket Timberland ; Jeans Levi’s

Analizzando brani come ”Hope”, è palese la contaminazione di Chet Faker, sia a livello vocale che di sound. Cosa ne pensate? Vi dà fastidio come paragone?
Chet Faker è sicuramente un artista che ci ha “contaminati”, tuttavia direi che è stato una contaminazione indiretta o per così dire inconscia dato che tutti e tre abbiamo ascoltato Chet.
Tuttavia mentre stavamo lavorando al brano, lo abbiamo fatto con un nostro gusto senza guardare troppo a cosa potesse assomigliare o a chi potesse essere rimandato, poi quando qualcuno ci dice che si sente una sua influenza ci fa solo che piacere essendo un artista che stimiamo molto.

Suono elegante e sofisticato. Quali sono le vostre maggiori fonti di ispirazione?
La maggior parte degli artisti che ci ispirano sono sicuramente legati alla musica elettronica o producers. I primi che mi vengono in mente sono Bonobo, James Blake, Mount Kimbie, Lapalux o Nosaj Thing tanto per dirne alcuni. Poi ce ne sono anche del mondo hip hop come D’Angelo, Taylor McFerrin, Drake, etc…

Qual è la traccia del vostro EP che più vi rappresenta?
Credo che sia proprio Hope, sia perché è quella che ha dato vita al progetto, sia perché sono contenuti all’interno tutti i “marchi di fabbrica” del gruppo, dai suoni, gli effetti, le linee di chitarra e di piano fino alla nostra idea di struttura del brano.

I vostri progetti per il 2016?
Vogliamo sicuramente concludere un album dato che siamo già all’opera con alcuni brani e poi, dopo una bella stagione di concerti che si è conclusa a Novembre con Populous, vediamo cosa succederà per l’anno appena iniziato.

ASCOLTA ADESSO IL MIXTAPE ESCLUSIVO DEI KLUNE PER #THEEYESFASHION

(from left) GIULIO: Coat Alessandro dell’Acqua; Tee Giulia Roman; Trousers Department 5; Shoes Blundstone. GIOVANNI: Shirt 1 Genito; Coat Diesel Black Gold; Jeans Levi’s. ALBERTO: Coat Alessandro dell’Acqua; Shirt Department 5; Jeans H&M.

Photographer ALESSANDRO LEVATI
From an idea of MARTINA MAI, FEDERICO LEDDA
Hair GIOIA GREGUOLO
Make Up ELISA VOGESI
Make up artist’s assistant DAFNE FUNECK
Styled by MARTINA MAI, FEDERICO LEDDA

Special thanks to FOOLICA

EXCLUSIVE: THE DEREK ZOOLANDER’S BOOK

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Signore e signori, è con grande piacere e soddisfazione, che #THEEYESFASHION, pubblica in esclusiva gli inediti book super figosi dei modelli più belli belli belli belli in modo assurdo del pianeta: Derek Zoolander e Hansel.
Quindi, in attesa di febbraio e dell’uscita di Zoolander 2 nelle sale, gustatevi queste chicche.

Ah, e mi raccomando, se vi interessano per qualche sfilata, non esitate a contattare la loro booker!

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A CHAT WITH SIMPLE PLAN

di Federico Ledda
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È una delle band più influenti di tutto il rock-pop mondiale. Hanno venduto oltre sette milioni di dischi sfornato hit come “Welcome To My Life“, “Summer Paradise“, e adesso “I Don’t Wanna Go To Bed”, con la collaborazione del rapper Nelly, che anticipa l’uscita del loro nuovo disco.
Da sempre affezionati all’Italia, ci torneranno a marzo, per portare live in due date i successi che, ammettiamolo, hanno fatto da colonna sonora ad almeno uno dei momenti della nostra vita. #TheEyesFashion ha passato mezz’ora di una freddissima mattinata milanese a chiacchierare all’ultimo piano degli uffici di Warner Music con i SIMPLE PLAN. Ecco cosa ci hanno raccontato i canadesi Pierre, Jeff e David tra una poltrona girevole e un bicchiere d’acqua naturale.

Come ci si sente a essere tornati sulle scene dopo ben quattro anni?
E’ fantastico! Quest’estate siamo stati un po’ in tour, tra l’altro anche in Italia, a Roma e a Treviso! Tornare in studio per lavorare al nuovo disco è stato davvero eccitante…Stiamo cercando di fare il meglio possibile, e siamo sicuri che uscirà un bel lavoro! Ogni volta che torniamo in studio a registrare siamo sempre un po’ nervosi, ma fa parte del gioco.

Vi siete formati nel 1999, e da lì è stata una soddisfazione dopo l’altra…In che modo i vostri fan sono cambiati?
Molti di loro sono davvero fedeli! Specialmente quelli italiani… Alcuni ci seguono sin dai nostri inizi e dalla prima volta che siamo venuti in Italia… Me la ricordo ancora, eravamo in Piazza Duomo per Mtv, sopra in bellissimo balcone…

Sì, a TRL! Bellissimo.
Esatto! E molti fan sono con noi sin da quel primo incontro… Poi alcuni se ne sono andati, e un nuovo pubblico si è aggiunto dopo il successo che abbiamo avuto con Summer Paradise, che è stato di grande soddisfazione per noi.

Di cosa parla il vostro nuovo singolo ”I Don’t Wanna Go To Bed” ?
L’idea era quella di provare a creare qualcosa un po’ diverso rispetto al nostro solito scenario…Qualcosa che fosse più funky, con del groove. Sai, spesso l’ispirazione per scrivere ti viene in modo completamente naturale, e volentieri in momenti particolari. E’ infatti quello che è successo con questo singolo. Quando abbiamo finito di lavorarci ci siamo accorti che era talmente distante da noi, da avere addirittura il dubbio di pubblicarla, ma poi ci siamo detti, perché no? Non dobbiamo stare allacciati sempre al solito sound, è giusto provare anche cose nuove! Credo sia una bella canzone, suona bene e quando la sento mi fa sempre ballare e divertire!

Nel video, omaggio a Baywatch, non poteva mancare il mitico David Hasseloff. Com’è stato lavorare con lui?
E’ un uomo fantastico! Trovo che sia bellissimo che un’icona del suo calibro si spinga a partecipare a questo tipo di produzioni, e che sia sempre così entusiasta. E’ un vero professionista.

Come ci si sente a essere una band da praticamente 15 anni? Come riuscite ad andare avanti?
E’ gratificante! Ogni disco è come un nuovo inizio e porta con sé eccitazione e paure alla quale non ti abituerai mai. Siamo davvero affamati di musica. Adoriamo andare in tour per il mondo, conoscere e incontrare i nostri fan, vedere posti nuovi, e soprattutto, e un pubblico diverso. Ci riteniamo davvero fortunati.

Stanno tutti aspettando il nuovo disco. Avete una data di lancio?

Uscirà a febbraio! Abbiamo la data precisa, ma non vogliamo ancora comunicarla prima che slitti di qualche giorno. Sarà un bel disco, ci abbiamo lavorato tanto, e non vediamo l’ora!

Invece a marzo sarete in tour in Italia!
Sì, non vediamo l’ora! Come ti dicevo prima, tornare qui è sempre una gioia!

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EXCLUSIVE: The HANSEL’S BOOK (ZOOLANDER)

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Signore e signori, è con grande piacere e soddisfazione, che #THEEYESFASHION, pubblica in esclusiva gli inediti book super figosi dei modelli più belli belli belli belli in modo assurdo del pianeta: Derek Zoolander e Hansel.
Quindi, in attesa di febbraio e dell’uscita di Zoolander 2 nelle sale, gustatevi queste chicche.

Ah, e mi raccomando, se vi interessano per qualche sfilata, non esitate a contattare la loro booker!

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UNAPOLOGETIC

Unapologetic

Etymology
un- +‎ apologetic

Adjective
Unapologetic ‎(comparative more unapologetic, superlative most unapologetic)

Not apologetic, especially when being apologetic would be appropriate.

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Photographer MARILU’ VENDITTI
From an idea of FILIPPO DEL BOCA, MARILU’ VENDITTI
Hair FILIPPO DEL BOCA
Make up ELISA VOGESI
Styled and total look by NUMERO 22
Model IULIIA @2MORROW MODEL
Graphic designer CRISTINA BIANCHI
Location VILLA CACCIA – ROMAGNANO SESIA (NO)

THE EYES FASHION 90’S PARTY – THE GALLERY

Here’s the coolest pictures of our 90’s party in Milan. Find more on our Facebook page. 

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Guest
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Vittoria Hyde
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Tommaso Paradiso (Thegiornalisti)
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(right) Federico Ledda djing with (left) model Alessandro Polastri
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Vittoria Hyde and friend
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Vittoria Hyde
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Dj Eros
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Photographer Giulio Cavicchini
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Vittoria Hyde
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(from left to right) Tommaso Paradiso (Thegiornalisti), Nicola Cani (Foolica Music), Martina Mai (The Eyes Fashion’s crew), Federico Ledda (The Eyes Fashion)

THE UPPERFECT CLASS

In un’epoca a metà tra i beautiful 70’s e gli indimenticabili 80’s, un’inedita e fantasiosa visione della Upper Class newyorkese. L’ispirazione del passato incontra l’attuale, mescolando mocassini e zeppe di pelo, pelliccia e Lurex. La collezione Peter Non spring summer 2016 é un’anteprima esclusiva per The Eyes Fashion.

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Photographer ALESSANDRO LEVATI
Photographer’s assistant GIULIO CAVICCHINI
From an idea of SILVIA MACCHIONI
Hair and Make Up LAURA MARTUCCI
Styled by SILVIA MACCHIONI
Fashion Editor FEDERICO LEDDA
Female Model Christine Tollefsen @ MAJOR MILANO
Male Model Alessandro Polastri
Location Showroom Bonomea

LUCCA COMICS AND GAMES: istruzioni per l’uso

di Valentina M. 

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Situata nella parte nord della Toscana, Lucca è considerata da sempre una perla della cultura italiana, europea e mondiale; la gastronomia, l’arte e i bellissimi paesaggi offrono al turista un clima di tranquillità e di pace, perfettamente condito con del buon vino Chianti.

Lucca gode, così, di questa atmosfera idilliaca e rilassante, tipica delle piccole città collinari… tranne durante il Lucca Comics & Games.
Gioia e dolore di tutti gli appassionati, il Lucca Comics & Games arriva come ogni anno, tra Ottobre e Novembre, durante il ponte dei Morti.
Considerato uno tra i più importanti eventi fieristici d’Italia, quest’ultimo spazia dai fumetti ai giochi e videogiochi, fino al mondo dell’animazione, riempiendo la città di fastosi e improbabili costumi, trucchi e parrucche…Oltre che di padiglioni e manifesti. Fuori luogo come Babbo Natale in un sexy shop, ma armata di passione ed interesse per il mondo dei fumetti, quest’anno anche la sottoscritta ha voluto parteciparvi. E da novizia quale sono, ho deciso di stilare una lista sincera e personale sulle cinque caratteristiche del Lucca Comics & Games che mi sono rimaste più impresse; una sorta di riassunto della mia avventura.

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SOPRAVVIVENZA

Sopravvivere mangiando solo Ramen non è così facile come sembra, l’odore di brodo qui la fa da padrone.
Pranzo: Ramen.
Cena: Ramen.
Colazione: Ramen (ma solo per i più coraggiosi)
Alcuni Stand della la fiera, infatti, offrono questa pietanza confezionata in barattoli; basta aggiungere dell’ acqua calda ed op-là, un pasto in meno a cui pensare. Tornerete nelle vostre città natale stanchi, affamati e con un senso di nausea ogni volta che passerete davanti allo scaffale Snack del Supermercato.
Questa è una sfida ragazzi, prendetemi sul serio.
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Cosplay Ingenui

Essendo profondamente pigra decisi di puntare sul classico travestimento da coniglietta (con tanto di pompon bianco come coda e orecchie), e per la prima volta in vita mia, mi sono sentita insignificante.
Lucca, infatti, durante la fiera si riempie di bizzarri e coloratissimi Cosplay; la maggior parte di questi ben riusciti, altri meno, ma comunque molto apprezzati. Da vera appassionata di trash italiano quale sono, alcuni di questi attirarono subito la mia attenzione, tra cui Brosio’s Cosplay (si limitava ad una maschera, ma avrebbe avuto molto da dire), Ingegner Cane’s Cosplay (da Mai Dire, con furore), Jesus’s Cosplay (ormai un classico) e i Cosplay dei Dipendenti Precari della Nerv (dall’anime Evangelion).
E poi, loro: i vecchietti locali, che in questi giorni si sono ritrovati ad essere i Cosplay di loro stessi, riuscendoci anche parecchio bene.

What Is My Destiny…

Ora ne ho la certezza; le sigle dei cartoni animati uniscono e fomentano la popolazione italiana più dell’Inno di Mameli. Un egregio Vincenzo Draghi ci ha fatti tornare tutti bambini con Quattro Pinne all’Orizzonte, i Cavalieri dello Zodiaco ed altre sigle anni ’90.  Lui, ed altri big dei cartoon, come Cristina nazionale e Giorgio Vanni, hanno fatto cantare a squarciagola anche il più mite quarantenne rendendo, come ogni anno, il Lucca Comics & Games un posto speciale e soprattutto una grande famiglia.
Personalmente, ho dato il meglio di me con Hamtaro, chi mi conosce, sa.
Il concerto è d’obbligo.
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Special Guest

Un altro validissimo motivo per partecipare al Lucca Comics & Games sono gli ospiti; infatti, come sempre, l’evento offre personaggi di rilievo come Milo Manara, Gipi, Sandoval e Zerocalcare, per citarne alcuni.
A questi ed altri, si aggiungono gli youtubers Fraffrog, Nirkiop e il buon Dario Moccia, che quest’anno hanno presentato i loro fumetti, molto apprezzati dalla critica e non.
Code interminabili, quindi, davanti ai padiglioni per aggiudicarsi quel determinato autografo o per scattare un selfie con l’autore; tutta la mia stima va, però, ai genitori-accompagnatori che, per amore dei loro pargoli, hanno accettato tutto ciò che Lucca in questi giorni offre; calca, stress e code.
Il Lucca Comics & Games non è un evento tranquillo e negli anni dovrà migliorare molto, soprattutto dal punto di vista organizzativo, dove è un po’ carente, ma l’allegria generale, la voglia di stare insieme, di conoscersi e di condividere supera tutte le problematiche, e crea un’atmosfera familiare che ho apprezzato molto.
Come ogni visitatore, sono tornata a casa stanca, stressata e con due polpacci da calciatore, ma soprattutto soddisfatta. Non ve ne pentirete.

LET’S GET PHYSICAL #3 – ALLENAMENTO FUNZIONALE

di Donato Ambrogi

Cos’è l’allenamento funzionale?
E’ il passo successivo al famosissimo allenamento a corpo libero. Gli esercizi svolti a corpo libero, hanno il vantaggio di poter essere proposti a
tutti, dato che a seconda del grado di allenamento del soggetto, ogni esercizio può essere adattato.
Con l’allenamento funzionale si è tornati ad utilizzare le attrezzature basilari dell’allenamento,
come: il bilanciere, il kettlebell (quella sorta di caffettiera), le pedane instabili, la palla medica, ecc…

allenamento funzionale donatoQuesto tipo di allenamento nasce negli Stati Uniti circa quindici anni fa, riproponendo gli esercizi basilari dell’allenamento, con lo scopo di sviluppare attraverso movimenti complessi, le qualità specifiche di: propriocezione, sinergia muscolare, forza muscolare e resistenza alla fatica.
Ok tante belle parole, ma il concetto?
Il concetto caro lettore, è che alle basi dell’allenamento funzionale ci sono esercizi pluriarticolari e dinamici, che combinano una buona coordinazione motoria ad un un intenso impegno cardiovascolare, il tutto rende la seduta di allenamento molto intensa ed allenante.
Solitamente, viene basato su programmi di lavoro a circuito, in cui vengono considerate due variabili: il tempo e le ripetizioni; per esempio: se l’obiettivo è il tempo, si deve eseguire il massimo numero di piegamenti sulle braccia in 45”; mentre se l’obiettivo sono le ripetizioni,
si devono eseguire 50 ripetizioni di squat, non considerando il tempo necessario per compierle.
All’interno dell’allenamento funzionale ci sono anche gli esercizi in sospensione, data la versatilità e il poco ingombro dell’attrezzatura che si utilizza; possono essere svolti: a casa, in palestra o all’aperto. Con l’allenamento funzionale in sospensione,  si lavora molto: sul controllo della posizione del corpo nello spazio e sulla coordinazione motoria, attraverso una continua attivazione dei muscoli del CORE. (tutta la parte superiore del corpo: spalle, braccia, petto, schiena).
L’allenamento in sospensione, oltre a fornire dei miglioramenti nella componente di controllo cinestesico, permette di attivare insieme intere catene cinetiche muscolari.

THE GOOD MUSIC OF THE BUD SPENCER BLUES EXPLOSION

di Sara Bianchi
foto di: Sara Bianchi

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Adriano Viterbini e Cesare Petulicchio meglio conosciuti come i Bud Spencer Blues Explosion sono un duo alternative rock-punk blues formatasi a Roma nel 2007.
The Eyes Fashion li ha incontrati qualche mese fa a Roma in occasione di un loro concerto estivo e questo è quello che ci hanno detto:

Come sono nati i Bud Spencer Blues Explosion? Quando avete deciso di formare un duo? Perché avete scelto questo nome?
Allora… Ci siamo conosciuti circa dieci anni fa in giro per locali a Roma.Nel 2007 Adriano mi ha chiesto se volessi provare a sperimentare la formula del duo…fondamentalmente ab-biamo iniziato a jammare per tante ore al giorno e quello che poi venne fuori furono i Bud…per quanto riguarda il nome invece si tratta solo di un gioco di parole tra il Jon Spen-cer Blues Explosion, gruppo che ha rivoluzionato il blues degli anni 90, e l’eroe degli spa-ghetti western Bud Spencer. Il nome è nato quasi per scherzo poi abbiamo iniziato a fare tanti concerti e cambiare nome era un po’ come ricominciare tutto dall’inizio e quindi ce lo siamo tenuto.

Ormai sono passati otto anni da quando avete iniziato a fare musica insieme…come sono i rapporti tra voi due ? Avete mai pensato di dividervi?
La forza di sopportarci probabilmente ci è venuta dal fatto che facciamo vite diverse, ab-biamo sempre avuto tanti progetti paralleli e soprattutto ci becchiamo quasi solo per lavoro.

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Per chi non vi conoscesse come definireste la vostra musica? Quali artisti vi hanno influenzato?
E’ sempre molto difficile dare una definizione a quello che suoni…per noi è tutto molto istintivo, rispecchia quello che siamo nella vita, non ci pensiamo più di tanto…chiudiamo gli occhi e suoniamo. La cosa bella è che a volte viene bene a volte meno. Per quanto ri-guarda la nostra formazione, siamo cresciuti musicalmente negli anni 90 quindi sicuramente ci ha influenzato tutta la musica di quel periodo (grunge/alternative rock) ma anche il blues delle origini. E soprattutto i beatles. Comunque ascoltiamo un sacco di musica e ci piace scarnificare i generi, personalizzarli…in questo essere solo una chitarra e una batteria aiuta molto.

In Italia state ottenendo sempre più successo ma sono numerose anche le vostre per-formance al di fuori della penisola…come descrivereste e quanto hanno influenzato il vostro percorso e la vostra musica il tour negli USA e la presenza al Sziget?
I concerti negli States sono stati sicuramente molto formativi, qlla fine è il posto dove è nata la maggior parte della musica che ci è sempre piaciuta. Vorremmo essere più attivi fuori dal confine ma è sempre molto difficile per gruppi come noi che hanno testi in italiano poter sfondare fuori. Naturalmente Toto Cutugno e Albano & Romina sono un’eccezione!

Ci sono nuovi progetti all’orizzonte? Quando e dove potremmo vedervi esibire?
Al momento stiamo ultimando questo lunghissimo tour di BSB3, che è partito ad aprile 2014… Non ci sono progetti all’orizzonte, se non di riorganizzare le idee.

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#ALBUMREVIEW – INTO THE DEEPEST SOUL OF ENYA

di Federico Ledda

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Enya è tornata, ed è più forte che mai. A sette anni di distanza dal suo ultimo lavoro (And winter came, 2008), Enya ritorna, e lo fa in grande stile, presentando al pubblico “Dark Sky Island“, un intimo e profondo racconto diviso tra stelle, pianeti e oceano, che la riconfermano come una delle massime esponenti della musica new age.
Il nuovo disco, che era in lavorazione da ormai il lontano 2012, tira in causa diversi temi trattati dall’artista nelle sue vecchie produzioni, percorrendo in 11 tracce altrettante fermate di un ideale traversata oceanica e spaziale che Enya ci racconta con quel tipo di magia che solo le sue tracce sanno creare. Dark sky Island prende spunto da Sark, isola del Canale rinominata proprio così  nel 2011, dopo essere stata eletta riserva naturale, e l’unica dove è possibile vedere il firmamento a occhio nudo.
DA ASCOLTARE: The Humming ; Echoes In Rain; Astra et Luna
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#STAYLILLY: Get the London look, dove tutto è cominciato

di Liliana Riva
foto di: Liliana's own iPhone

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Come anticipato nella puntata precedente, la sottoscritta ha lasciato la terra natia e gli spritz da milanese imbruttita al Radetzky per salpare alla volta del Regno Unito, patria della rivoluzione industriale di fine ‘700 e dell’earl grey tea, ma soprattutto d’illustrissime personalità dei tempi moderni quali Cara Delevingne, Vivienne Westwood e non ultimo quel grandissimo pezzo di manzo di David Beckham.

In particolare mi sono trasferita a Londra, L’ HONDON, “the big smoke” com’è notoriamente soprannominata questa fantastica città.

Come potreste intuire dal titolo, o magari no, questo terzo articolo per #theeyesfashion “da il La” ad una nuova rubrica intitolata “get the london look” in cui, di tanto in tanto, vi delizierò con racconti in diretta dalla city; perché ho sempre pensato che essere cretina fosse un talento che andava sfruttato in qualche modo. INFATTI ECCOMI QUA.

Ma andiamo al dunque darlings, perchè il topic di questo nuovo ed entusiasmante articolo sarà il seguente: Quanto acciderbolina si conciano strano in questa città?!

Bene. Partiamo dal presupposto che a Londra NON ESISTONO STILI. Mi spiego meglio; Se siete di Milano o comunque di qualsiasi città d’Italia noterete che a livello stilistico il popolo si divide in 3 grandi categorie:

Eliminando quelli che non si sanno vestire e gli zarri di Quarto Oggiaro perché vabbè non c è neanche da parlarne, quelli che vengono considerati vittime della MUOODA sono:

  1. I fashion blogger
  2. Gli hipster (risvoltino + camicia a quadri chiusa fino all’ultimo bottone + occhiali da demente)
  3. Le suore laiche (immancabile combo pantalone a zampa acqua in casa + scarpa ortopedica).

A LONDRA NO. Londra non ha uno stile. Il trend è non seguire un trend…oppure seguirli TUTTI, da cinquant’anni a questa parte, con un mix and match pazzesco.image2

Penserete voi “bhe che m****!”, e in effetti avete anche ragione MA amici, fidatevi, ci sono dei risvolti interessanti.

Parliamo di: trucco e parrucco

È mooolto molto molto frequente che in qualsiasi parte di Londra, dalla più posh alla più underground troviate donne di ogni genere ed età anagrafica dai capelli tinti con colori pazzi, ma mica un paio di ciocche rosa su un capello biondo perché (cito) “voglio fare quella avanguardista in Cattolica” MA VA.

I capelli diventano l’equivalente di una parrucca, l’influenza “My little pony” è qui e si fa sentire prepotentemente.

Vogliamo parlare della mamma in coda al super con i capelli fucsia fluo? Sei figa anche mentre compri i broccoli surgelati in offerta!

E la nonna di 80 anni con metà testa argento e metà testa arancione? Andiamo, la più giusta in town, soprattutto per halloween. image3

Oltre ai capelli ovviamente si parla anche di trucco. Avete presente quella bellezza naturale, acqua e sapone, la ragazza dalla porta accanto un po’ principessa Disney che ci piace tanto? Ecco, scordatevela.

I must have sono:

  • 10 kili di fondotinta
  • Ciglia finte che qua in UK sono come il pane proprio.
  • Countouring che Kim Kardashian spostati.
  • Illuminante catarifrangente, un faro nella notte se ti perdessi da qualche parte.

E così niente, si parte per nuove avventure, che so’ la coda in posta, la lezione in università, la spesa da “tutto 1pound”.

Per quanto riguarda il vestiario poi ce n è veramente per tutti i gusti.

Sparate un trend che andava negli ultimi anni a Milano e dintorni, QUA C’E’.

Il punkabbestia/emo degli anni 2009 che girava in colonne quando ancora le colonne erano considerate al pari del regno di mordor? CELO

La ragazza vestita da Barbie magia delle feste 1998? CELO

La pin-up anni ’50? CELO

La perfetta riproduzione di una Britney Spears che con serpente al collo canta “i’m a slave 4 you”? MA OVVIO CHE SI’

E onestamente io tutto ciò lo reputo una gran figata. Primo perché ti fa tornare alla memoria un sacco di vecchi trend che tu, schiava della moda già allora avevi rimosso dalla mente e ,secondo, perché qua c è una libertà d’espressione assurda.

Nessuno ti dirà mai che sei troppo stana, che con quei capelli sembri uscita da un Cosplay a Tokyo, o che con quel rossetto blu sembri deficiente. Ma cosa più importante: nessuno ti vieterà di andare in giro in pigiama.

CVD risvolti positivi, poi non venitemi a dire che non ve l’ avevo detto..
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WUNDER MRKT: THE NEW VERSION OF WONDERLAND

di Federico Ledda
foto di Alessandro Levati
With a special thanks to Paola Riviera, Costanza Prozzo, Donato Ambrogi

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Immaginate se ”Alice nel Paese delle Meraviglie”, fosse stato scritto adesso e che il paese delle meraviglie, anzi Wonderland (suona meglio), si trovasse a Milano? Più precisamente, in via Valtellina e fosse la struttura del Club Haus e de Le Cannibale e persino il loro cortile interno addobbati a festa?

wundermarket-6No, non sto degenerando, è accaduto veramente. Ieri. Grazie alla geniale idea di alcuni frequentatori della night life meneghina (tra cui la nostra amica Paola Riviera di New Girls) che hanno deciso di fondere il meglio che Milano ha da offrire in una cosa sola.

Il Wunder Mrkt non è un mercatino vintage, ne un negozio di dischi, e tanto meno un posto dove fare ape (come direbbe il classico milanesotto con le Clarks e il risvolto con le caviglie scoperte a novembre) E’ TUTTO QUESTO! 

Immaginate un posto con esposti i vestiti e gli oggetti più cool che mai potranno entrare a casa vostra e/o nel vostro armadio, con i ragazzi di Rainbowhair Milano pronti a occuparsi dei vostri capelli e con dei dj set dal vivo. Il tutto bagnato da dell’ottimo vino.

Tranquilli. Non è un sogno. Tornerà reale. Il posto è lo stesso, ma la data è quella del 20 dicembre.

SEE YOU THERE. 

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SAVE THE DATE: 20/11/15 – THE EYES FASHION PARTY TALES CHAPTER ONE: 90’S HIP HOP SCENE

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THE EYES FASHION PARTY TALES: un divertente viaggio attraverso eventi a tema, per rivivere alcuni periodi storici che hanno particolarmente caratterizzato la moda e la musica così come la conosciamo oggi.

CHAPTER ONE: 90’s Hip Hop scene.
Preparati ad indossare la tua salopette di jeans, la collana d’oro finto che pesa meno di un grammo, lo snapback,la felpa della Champion e le Buffalo ai piedi: il 20 si ritorna indietro nel tempo.

Music selecta by:

THE WATZMANNS (Vittoria Hyde and Federico Ledda)

DJ EROS

ZIMEN

DRESS CODE: 90’s HIP HOP PARTY ANIMALS

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YEEZY SEASON ONE – THE ITALIAN LAUNCH

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Siamo stati al lancio italiano dell’essenziale e atemporale prima stagione di YEEZY, la collezione creata dall’iconico Rapper Kanye West per Adidas Originals, e in vendita in esclusiva italiana da Antonioli.

Descritta da West come la prima collection “basata sulle soluzioni”, la serie di pezzi è scandita dal ritmo frenetico della vita contemporanea. Il rapper su questo non ha dubbi: “Gli abiti non possono essere la vita, voglio dei vestiti che aiutino a vivere”. L’obiettivo che Kanye West si è dato con tale progetto è quello di sollevare ognuno di noi dallo stress quotidiano. L’ambiziosa operazione è passata attraverso la creazione di una serie di elementi essenziali, di alta qualità ma combinabili all’infinito come dei mattoncini Lego. Pezzi insomma da indossare dalla palestra all’ufficio, dal meeting di lavoro alla trasferta in aeroporto. “Volevo qualcosa che mi facesse sentire a New York, Parigi, Tokyo
ma anche a Santa Barbara e Chicago”, conclude Kanye West.

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FOCUS ON: GUCCI MENSWEAR SS 2016

di Martina Mai

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Con l’arrivo del nuovo direttore creativo, Alessandro Michele, che ha sostituito Frida Giannini, la casa di moda Gucci ha destato molta curiosità staccandosi di gran lunga dall’immaginario legato precedentemente alla maison. Per la prossima estate lo stilista ha realizzato uno show decisamente singolare.
Vedere sia nelle passerelle che per strada ragazze vestite da capo a piedi con abiti rubati dall’armadio del proprio lui non è certamente uno shock ma con questa sfilata Alessandro Michele ha forse voluto darci un messaggio: l’uomo non può fare lo stesso?
“Mi presti la tua camicia? Il tuo maglione?” sono frasi molto comuni fatte da una donna al proprio uomo, ma lo stupore arriverebbe se succedesse il contrario.

Sulle passerelle abbiamo visto camicette di pizzo trasparenti con rifiniture e dettagli tipicamente femminili come ad esempio i polsini lunghi ed ondulati. La gamma dei colori è vasta, dai pastello a colori più vividi. Molto usato è il rosa, dal baby all’acceso che subito rimanda ad un immaginario femmineo. Stando a Gucci durante la prossima estate gli uomini non indosseranno più solo i classici bermuda ma anche shorts molto più corti. Per quanto riguarda gli accessori, anche qui abbiamo visto colletti, fiocchi e cappelli che sembrano usciti dall’armadio di una lolita. Anche le calzature hanno destato molta attenzione, lo stilista ha reinterpretato le scarpe delle ballerine classiche e le ha abbinate a completi sontuosi dai tessuti broccati, spesso di seta, colmi di fiori e motivi provenienti dall’oriente. I look sono stravaganti e decadenti, ricordano l’immaginario del dandy che, di principio, ama il piacere per il piacere, il bello al fine del bello e vuole contraddistinguersi dalle convenzioni. Alessandro Michele non ci mostra l’immaginario metrosexual che prevede un uomo metropolitano ed etero che cura il suo aspetto in modo minuzioso e maniacale attraverso la cosmetica e il fitness al fine di raggiungere la perfezione estetica; ma un uomo eccentrico e anticonformista che, almeno in apparenza, mostra sicurezza di sé. È la tendenza che sta arrivando quella del “genderless”, vale a dire l’individuo senza un sesso chiaramente identificabile che vuole sentirsi libero di essere come e cosa vuole nella sua unicità. Non a caso, infatti, sulla passerella hanno sfilato anche donne con abiti pressoché identici a quelli degli uomini.

E’ forse un’estetica esagerata?ballerine
Sicuramente il nuovo direttore creativo ha voluto impressionarci sulla natura e i messaggi di questa collezione. La fantasia è davvero notevole e riempie di curiosità ma per quanto riguarda la vestibilità questa collezione fa rimanere più di qualche dubbio.

Ora è più che mai certo che da Gucci e il suo nuovo direttore creativo rimarremo curiosissimi ed ansiosi, nel bene e nel male, di vedere le prossime collezioni.

Guccimenswear

BARBARA ALESINI IN STRANGERS IN THE NIGHT

di Federico Ledda
foto di Alessandro Levati

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Chi è Barbara Alesini?
Aspetta. Dammi due minuti e ti cerco vita, morte e miracoli su Google!” Direbbe praticamente chiunque in questo momento; e invece con sorpresa anche la rete ci rivela poco di lei, perché ama essere una persona defilata.
Quello che ci è dato sapere è che fa la deejay, e che se non suona per un pubblico di nicchia in qualche club, lo fa nei party fashion più esclusivi. La voglia di non esporsi a livello pubblico come personaggio, fa di Barbara una persona discreta, che riesce ad avere una visione trasversale del mondo glamour.  Una cosa è certa, la sua musica raffinata crea dipendenza. Solare come una giornata di primavera, dolce come una canzone di Mina, ma allo stesso tempo enigmatica come un quadro di Magritte, dopo mesi di trattativa, siamo riusciti per la prima volta a portarla davanti a un obbiettivo e a strapparle con le pinze le risposte per un’intervista.

 

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Chi è Barbara Alesini
Sono quello che vedi.

Cosa fai nella vita?
Ricerca musicale e Deejay.

Che genere di musica prediligi suonare?
Elettronica, deep house, tech house

 

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Quanto la musica influenza la tua vita?
Molto, la musica è una forte passione, ha il potere di cambiare lo stato d’animo delle persone, di creare forti sensazioni, risvegliare ricordi, è come una magia, un potente incantesimo.

Definisci la tua musica in tre parole:
Un-Viaggio-Fantastico.

Milano o Ibiza?

Sono due dimensioni diverse con energie altrettanto diverse.

 

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Qual è la traccia più importante per te?
The Doors – Ghost Song

Se non suoni musica, che cosa ti piace fare?
Adoro cucinare… ma sempre con una buona musica di sottofondo.

 

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Credi che la moda e la musica abbiano degli elementi in comune? Quanto la moda fa parte della tua vita?
Penso che moda e musica vadano abbastanza di pari passo, tutte e due si basano su tanta ricerca e passione… Se poi c’è stile durano nel tempo. Mi piace vestirmi.

Come definiresti il tuo stile?
Libero! L’importante è sentirsi a proprio agio.

Dove ti vedi da qua a sei mesi?
Chissà.

 

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Photographer ALESSANDRO LEVATI
From an idea of BARBARA ALESINI, FEDERICO LEDDA
Hair and Make Up FILIPPO DEL BOCA
Styled by FEDERICO LEDDA
Stylist’s assistant CLARA LA ROSA
Graphic designer CRISTINA BIANCHI